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Settimana corta al lavoro: l’Italia è davvero pronta?

Settimana lavorativa corta: l’Italia è pronta?
Nel contesto del rapido cambiamento globale, l’idea di una settimana lavorativa di 4 giorni sta ottenendo un forte riconoscimento anche in Italia. Nel nostro Paese ci sono aziende che stanno già testando la settimana di 4 giorni, come Ali S.p.A. e le altre controllate di Magister Group i cui dipendenti lavorano 32 ore su 4 giorni, mantenendo stipendio e condizioni contrattuali

Negli ultimi anni, l’adozione della settimana lavorativa corta ha guadagnato sempre più terreno in tutto il mondo, e l’Italia non fa eccezione. Una tendenza rivoluzionaria che può trasformare il panorama lavorativo del Paese, offrendo ai dipendenti una nuova prospettiva sulla vita, sul lavoro e sul benessere.

Sempre più aziende italiane abbracciano l’idea della settimana lavorativa più breve. Una scelta che influenza positivamente sia i lavoratori che le organizzazioni. Nella sua infografica dedicata a questo tema, Ali Spa di Magister Group cerca di rispondere alla domanda cruciale: è il momento giusto per l’Italia? Quali sono i benefici, le sfide e le prospettive di questa innovazione?

Settimana lavorativa corta: l’Italia è pronta?
Photo: lookstudio on Freepik

Settimana lavorativa corta: l’Italia è pronta?

L’Italia, al netto di alcune resistenze, sembra essere pronta per la settimana lavorativa corta. Al momento, il 9,4% dei lavoratori italiani rimane in ufficio per 49 o più ore a settimana: l’Italia è al quarto posto nella classifica dei Paesi dell’Unione Europea più “stakanovisti,” dietro a Grecia, Francia e Cipro. Un patrimonio di ore lavorative che non fa rima necessariamente con qualità dell’output o della vita quotidiana dei lavoratori. 

Il cammino verso l’attuale settimana lavorativa di 40 ore in Italia è stato un viaggio lungo e significativo. Dal 1923, dal Regio Decreto-legge n. 692 la giornata lavorativa di 8 ore ha impostato di fatto il tempo lavorativo come lo conosciamo. La pandemia ha cambiato in generale lo scenario lavorativo, e la necessità di un miglior work-life balance ha fatto emergere tre possibili coniugazioni della “settimana corta”:

  • 4 giorni a parità di salario con meno ore totali;
  • 4 giorni a parità di stipendio con ridistribuzione delle ore;
  • 4,5 giorni a settimana a parità di stipendio.
Settimana lavorativa corta: l’Italia è pronta?
Photo: drobotdean on Freepik

I possibili limiti alla diffusione della settimana corta in Italia includono la persistenza di una cultura aziendale pre-pandemica, la difficoltà di applicazione in alcuni settori, sfide organizzative all’interno delle singole realtà e la necessità di dialogo tra le parti coinvolte: una serie di ostacoli che possono essere risolti o aggirati, con l’obiettivo di accogliere le richieste di un miglior bilanciamento vita-lavoro dei dipendenti, aumentandone la retention.

Caso Ali e Magister Group: “Alle persone serve tempo di qualità per evolversi” 

In Italia ci sono aziende che stanno già testando la settimana di 4 giorni, con diverse modalità. Da febbraio a dicembre 2023, i dipendenti di Ali e delle altre controllate di Magister Group stanno sperimentando la prima vera settimana corta in Italia: 32 ore di lavoro su 4 giorni, mantenendo stipendio e condizioni contrattuali. 

Simona Lombardi, Consigliere di Amministrazione del Gruppo Magister commenta: «Serve tempo di qualità, per evolversi personalmente. Personalità ricche ed appagate possono contribuire con un pensiero di valore a ridefinire lo spazio del lavoro, a dare un senso più profondo a ciò che facciamo»,

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