“Diabolik”, diretto dai Manetti Bros., esce oggi in cinquecento sale distribuito da 01 Distribution. Niente mondi che esplodono, supereroi che salvano la Terra, gente che vola, scontri titanici. La terra Diabolik non la salva. Diabolik è un uomo normale, pur nella sua diabolicità, ma è l’unico cattivo per cui tutti tifiamo
A dare il volto al Re del Terrore, Luca Marinelli. Miriam Leone è l’affascinante Eva Kant e Valerio Mastandrea l’ispettore Ginko. Nel cast anche Alessandro Roia, Serena Rossi, Vanessa Scalera, Pier Giorgio Bellocchio e Claudia Gerini.
Per chi è cresciuto con il mitico fumetto creato dalle sorelle Giussani, questa versione cinematografica non tradisce quell’ansia, quell’apprensione, che avevamo mentre le pagine di carta spessa scorrevano, una dopo l’altra, tra le nostre dita. In alcune scene, anche nel montaggio, i Manetti Bros. replicano anche le tavole divise in quadri.
“Diabolik”, il film da oggi in tutte le sale
Anche il soggetto è originale: è il famoso numero tre, quello dove Eva entra nella storia. Il fumetto numero tre: quando le sorelle Giussani si sono rese conto che serviva una donna forte quanto Diabolik.
Era 1968 quando Dino De Laurentiis affidò a Mario Bava la regia del film “Diabolik”. Un film tanto atteso quanto deludente. Poco amato sia dal pubblico che dalle sorelle Giussani, perché Diabolik sembrava più 007 che il re del Terrore.
Da allora alla Astorina, casa editrice di Mario Gomboli con soli otto dipendenti e che stampa solo Diabolik, di proposte ne erano arrivate tante e alcune decisamente allettanti sotto il profilo economico. Ma le sorelle Giussani prima e Gomboli poi, avevano sempre declinato ogni offerta.
I Manetti Bros. raccontano come è nato “Diabolik”
Poi arriva la proposta dei Manetti. «Erano anni che sognavamo di fare Diabolik», raccontano in conferenza stampa i Manetti Bros., ma ci sentivamo troppo piccoli per entrare in questa gara. Poi ci abbiamo provato. Abbiamo mandato una proposta di due paginette a Mario che ci ha risposto: sono cinquant’anni che aspetto questo testo. Un’emozione che non dimenticheremo mai».
La chiave che ha aperto la cassaforte della Astorina, casa editrice proprietaria di Diabolik, è stata la frase dei Manetti Bros. nel loro incontro con Mario Congoli: «Non vogliamo fare un film su Diabolik, ma il film di Diabolik».
E questo Diabolik ha un pregio indiscutibile: ha il sapore di quei vecchi fumetti che divoravamo e che leggevamo più volte come fosse la prima. «Abbiamo cercato di portare al cinema le storie noir e avvincenti scritte dalle sorelle Giussani e da Mario Gomboli. Di ricostruire le atmosfere cupe della città di Clerville», continuano i registi. «Diabolik è un fumetto che amiamo e che abbiamo portato sul set così come lo sentivamo, senza voler essere né originali, né banali. Siamo appassionati di cinema classico e volevamo che Diabolik fosse un film classico».
Le parole dei protagonisti: Luca Marinelli, Miriam Leone e Valerio Mastandrea
Diabolik è interpretato Luca Marinelli. «Ricordo il momento del provino: sono arrivato con la mia idea di Diabolik. I registi avevano la loro: le abbiamo unite e abbiamo creato il personaggio. Il senso di responsabilità è stato gigantesco. Puoi raccogliere tutte le informazioni possibili, leggere tutti i fumetti, ma poi devi creare una tua idea. La Jaguar? L’ho guidata poco. A volte sono addirittura stato spinto, ma simulare quella potenza di cavalli, anche se a spinta, è stata un’esperienza fantastica».
Miriam Leone nei panni di Eva Kant. «Per il ruolo di Eva mi sono ispirata alle sorelle Giussani. Hanno creato una donna che non è al servizio di nessun uomo. Una donna che è un pianeta e non un satellite di un uomo. Eva Kant e Diabolik, insieme, sono come uno yin e uno yang. Ho letto molto della loro vita ed è stato come se le sorelle Giussani fossero con me sul set. Ringrazio i Manetti Bros. per avermi dato la possibilità di interpretare un personaggio femminile che non ha nulla da invidiare a quello maschile. Spesso mi arrivano sceneggiature dove dico: bello, ma mi piace più il personaggio maschile. Stavolta i due protagonisti sono alla pari. Qui invece Eva è quella che salva la pelle a Diabolik».
«La Jaguar», continua Miriam in conferenza stampa, «è una dei protagonisti del film. I colpi li fanno in tre: Eva, Diabolik e la Jaguar. È stato un privilegio salire su questa macchina mitica: l’ho considerata come con una signora di una certa età, elegante, delicata, che aveva bisogno di molta attenzione alla frizione».
L’ispettore Ginko è Valerio Mastandrea. «Per interpretare il personaggio ho ricordato l’immagine di Ginko che avevo da bambino: il nemico, perché io parteggiavo per Diabolik. Poi l’ho inventato insieme ai registi. Nelle rare occasioni nelle quali mi sono relazionato con personaggi iconici, per paura di non assomigliarvi me li sono inventati. È il mio modo di lavorare. Tifo ancora per Diabolik, ma capisco quanto Ginko assomigli a Diabolik, quanto sia parte di Diabolik e quanto, senza Diabolik, Ginko non esisterebbe. E non lo vuole prendere. Secondo me si serve della legge per non prenderlo, perché l’unico modo che avrebbe per prenderlo è infrangere la legge».
La mitiche auto, le maschere e le location del film
Le maschere che hanno reso famoso Diabolik sono di Sergio Stivaletti, aiutato dalla Palantir Digital con l’uso del digitale.
La Jaguar E-type usata nel film è quella di Mario Congoli, proprietario della Astorina. È interessante che le Giussani, che non capivano nulla di macchine, abbiano scelto per Diabolik due macchine divenute iconiche, la Jaguar E-type e la Citroen DS, che era considerata una macchina avveniristica. In un episodio avevano previsto che il cofano della Jaguar si aprisse per nascondere un cadavere, senza sapere che lì c’era il motore. La loro fu una scelta dettata solo da motivi di estetica.
Le scene per ricostruire Clerville e Ghenf sono state riprese in luoghi diversi. Milano, la città delle Giussani, Trieste al posto della Costa Azzurra che aveva ispirato la Ghenf delle sorelle Giussani. Uno scorcio di Courmayeur all’inizio del film riproduce le montagne attorno a Clerville.
Diabolik è un film che ha richiesto un investimento di quasi 10 milioni di euro, 11 settimane di riprese e che, pronto a giugno 2020, causa Covid ha dovuto attendere più di un anno e mezzo per uscire in sala. Il progetto è stato possibile grazie alla Rai di Del Brocco, che ha deciso di puntare ad un prodotto di grandi possibilità imprenditoriali che facesse concorrenza ai fumetti della Marvel.
Peccato la scena iniziale. Sarebbe venuta meglio se gli attori avessero parlato come nell’originale: restando muti con le frasi scritte nel fumetto. Un film imperdibile, da preferire a qualsiasi supereroe straniero. Un grande esempio del made in Italy, per stile, bravura degli attori, prodotto cinematografico.
“Diabolik”, la sinossi
Il trailer di “Diabolik”, l’atteso film dei Manetti Bros. con Luca Marinelli e Miriam Leone
Clerville, anni ‘60. Diabolik, ladro privo di scrupoli e di cui nessuno conosce la vera identità, ha portato a segno un altro colpo, sfuggendo anche questa volta con i suoi abili trucchi agli agguati della polizia.
Intanto in città c’è grande attesa per l’arrivo di Lady Kant, affascinante ereditiera che porta con sé un famoso diamante rosa. Il gioiello, dal valore inestimabile, non sfugge all’attenzione di Diabolik che, nel tentativo di impadronirsene, rimane però ammaliato dal fascino irresistibile della donna. Ma ora è la vita stessa del Re del Terrore a essere in pericolo: l’ispettore Ginko e la sua squadra hanno trovato finalmente il modo di stanarlo e questa volta Diabolik non potrà salvarsi da solo. Inizia così la storia oscuramente romantica tra Diabolik ed Eva Kant. Un sodalizio e un amore che faranno da sfondo a mille pericolose avventure.