È disponibile da oggi su RaiPlay “Ligabue – È andata così”, la prima docu-serie sulla carriera artistica di Luciano Ligabue. La voce narrante è di Stefano Accorsi. Il cantautore di Correggio racconta il progetto in conferenza stampa.
Il primo disco, il rapporto con i fan, la consacrazione, i film da regista e poi gli inciampi e i grandi successi. RaiPlay racconta Luciano Ligabue in “Ligabue – È andata così”, la prima docu-serie che ripercorre 30 anni del Liga su e giù da un palco, attraverso la voce narrante di Stefano Accorsi, con la regia di Duccio Forzano.
“Ligabue – È andata così”, il biopic su Luciano Ligabue
Un biopic in 7 capitoli, ciascuno composto da 3 episodi di circa 15 minuti, online dal 12 ottobre sulla piattaforma digitale Rai, nel quale Ligabue ripercorre le tappe della sua vita e della sua carriera, dialogando con Accorsi tra aneddoti, ricordi lontani e racconti inediti. Un’avventura televisiva che raccoglie, tra l’altro, le testimonianze di tanti amici e colleghi che in qualche modo hanno fatto parte della vita dell’artista. Tra loro, Francesco De Gregori, Elisa, Eugenio Finardi, Gino e Michele, Marco Ligabue, Linus, Nicoletta Mantovani, Massimo Recalcati, Gerry Scotti, Walter Veltroni.
«Un entusiasmo crescente ci ha accompagnato in questi mesi, mentre i vari capitoli di “Ligabue – E’andata così” erano in preparazione – commenta Elena Capparelli, Direttore di RaiPlay e Digital. Un vero regalo, lungo trent’anni, per il nostro pubblico e per i fan di Liga, che ci regala ancora una volta emozioni, musica e parole.»
Prodotta da Friends & Partners e Zoo Aperto, “Ligabue – È andata così” è una sorta di cavalcata dalla fine degli anni ‘80 ad oggi, un viaggio che mette insieme, senza soluzione di continuità, immagini di repertorio, dialoghi scritti ad hoc e testimonianze di ospiti, in un continuo avvicendarsi di differenti registri narrativi: fiction, doc, attualità.
All’interno della serie, le canzoni e la carriera della rockstar si intrecciano con i più significativi fatti di cronaca e di costume degli ultimi 30 anni, che hanno avuto un’influenza importante sulle scelte e sulla vita dell’artista.
Accanto a quello musicale, nella docu-serie anche un altro percorso artistico di Ligabue, quello dedicato ai film e ai libri, per mettere in evidenza lo sguardo intimo e inedito dell’artista che si racconta dai suoi luoghi d’elezione: il suo studio e il suo paese, Correggio.
Le parole di Luciano Ligabue
«L’aspetto più difficile della realizzazione di questo progetto» – racconta Ligabue in conferenza stampa – «è stato trovare la forma giusta. Andava bene raccontare la mia storia: l’importante era il come.
Ho sempre pensato che le canzoni bastassero a parlare, a raccontare. Poi mi sono reso conto che non era sufficiente, che non erano unite in una storia.
Mi hanno sempre definito uno “riservato” – continua Ligabue – uno che si tiene le cose per sé. Allora ho fatto una capsule di canzoni dove racconto le parti più intime della mia vita, gli amori, le nascite, i momenti difficili. Come quando, dopo dieci anni di carriera, avevo deciso di ritirarmi. Ho raccontato la prima crisi, quella in occasione del mio terzo album, quando il pubblico sembrava sparito.
La seconda è stata una crisi personale, che si è chiusa con l’album Miss Mondo, dove racconto che il successo può avere anche lati oscuri. Grazie a quell’album sono ripartito, e l’ho fatto parlandone, raccontando quello che stavo passando.
L’altra crisi è stata quando ho perso la voce per un polipo alle corde vocali e non sapevo cosa sarebbe accaduto in seguito.
Ho deciso di raccontare la mia musica da un’altra angolazione, far conoscere un Ligabue diverso da quello pubblico. Abbiamo realizzato oltre trecento minuti di girato, organizzato dai produttori nei minimi particolari. Abbiamo dato tanto spazio all’improvvisazione dietro alla quale, però, si cela tanto lavoro di scrittura.
Mi sono però sentito a mio agio davanti alla troupe, perché era quasi tutto previsto nel copione. E poi parlavo con un amico, Stefano Accorsi. La cosa interessante è che questa lunga intervista è servita a Stefano per conoscermi ancora meglio.
In questi trent’anni la mia vita è cambiata. Sono cambiato anch’io. Rivedermi in una docuserie è stato appassionante. Soprattutto è impressionante il numero dei lavori che ho fatto. Non solo in campo musicale. Vuol dire che mi sono sempre dato da fare, che ho sempre lavorato senza mai fermarmi. Il covid mi ha costretto, non potendo guardare avanti, a guardare indietro. Rivedermi con trent’anni di meno mi ha fatto piacere, ma c’è stata anche un po’ di nostalgia.
Se dovessi dire cos’è “Ligabue. È andata così”, direi che è tanta ciccia.
Eppure, nonostante cinque ore di programma, qualcosa è rimasto escluso. “Ligabue. È andata così”, è come un libro dove metti i racconti di una vita: non puoi raccontare tutto. Sessantasette singoli, ad esempio, non potevano entrarci tutti.
Posso dire che “è andata così”. Se non fosse andata così, forse avrei cambiato tanti lavori, come mi accadeva prima di avere successo come cantante. Ma non mi lamento della mia vita: mai lamentarsi del brodo grasso. Anche nei momenti difficili, sapevo che sarei tornato in concerto, dove avrei incontrato nuovamente il mio pubblico.
Cosa farò in futuro? È nel finale della serie»
Ligabue a Roma Film Fest 2021
Luciano Ligabue sarà protagonista di uno degli “Incontri ravvicinati” alla sedicesima edizione della Festa del Cinema di Roma. Insieme a Fabrizio Moro incontrerà il pubblico sabato 16 ottobre, alle ore 16, in occasione della presentazione in anteprima esclusiva del videoclip ufficiale della canzone “Sogni di rock’n’roll”, prodotto da Raffaella Tommasi e Stefano Salvati di Daimon Film per IMAGinACTION Festival Internazionale del Videoclip.
