Si intitola “Il racconto di un sogno. Ritorno a Twin Peaks” il saggio che Ilaria Mainardi ha dedicato al terzo capitolo della serie capolavoro di David Linch. Il volume è edito da Les Flâneurs Edizioni.
«”Twin Peaks. Il ritorno” è un’opera che ripudia l’immediatezza analitica e sembra, per questa ragione, non appartenere al nostro tempo, scavalcarlo, situandosi in una dimensione di ipotassi interpretativa fatta di piani infinitamente intersecanti e la cui subordinazione reciproca risulta non di rado inintelligibile». Con queste parole Ilaria Mainardi descrive il terzo capitolo della serie capolavoro di David Lynch, a cui ha dedicato il saggio “Il racconto di un sogno. Ritorno a Twin Peaks”.
Un libro per tutti gli amanti di Lynch, definito dal The Guardian «Il regista più importante di quest’epoca». David Lynch ha vinto un Leone d’Oro alla carriera nel 2006. Nel 2019, dopo aver ricevuto 3 nomination per i suoi film, gli è stato assegnato un Oscar alla carriera.
“Il racconto di un sogno. Ritorno a Twin Peaks”, la recensione del libro
L’opera è organizzata in quattro capitoli densi di informazioni e di riflessioni brillanti, e viene inaugurata da un’appassionata prefazione del critico cinematografico Luca Pacilio. Anche grazie a interessanti note a piè di pagina e a una vasta bibliografia, essa diviene uno strumento indispensabile per intraprendere una possibile via interpretativa. Non sarà certamente l’unica, ma potrà essere solo una delle tante possibili: «esistono tanti percorsi quanti sono gli occhi che li osservano».
Luca Pacilio afferma di questa terza, sconvolgente stagione di Twin Peaks: «Viene pubblicizzata come Il ritorno. Che, certo, è quello dell’agente Dale Cooper alla ricerca di sé e della sua identità, ma anche quello dello spettatore nel mondo creato dal regista americano, una dimensione in cui il perturbante continua a scaturire dal quotidiano».
Ed è proprio un ritorno attesissimo per tutti coloro che nei venticinque anni che sono trascorsi tra la seconda e la terza stagione hanno sperato di poter incontrare ancora i personaggi tanto amati, e di scoprire finalmente cosa è successo a quello più iconico, l’agente speciale dell’FBI Dale Cooper. Ilaria Mainardi sceglie un approccio multidisciplinare per offrire la propria visione della storia. Attinge dalle opere cinematografiche di Lynch e di altri grandi registi come Alfred Hitchcock e Peter Weir, ma anche da serie televisive e dall’arte pittorica.
Nella simbologia di David Lynch niente è come sembra
Ad esempio, l’autrice mette in correlazione l’immagine indelebile del cadavere di Laura Palmer avvolto nella plastica con il soggetto del quadro del 1879 “Camille Monet sul suo letto di morte” di Claude Monet. «Questa vorrebbe essere una dichiarazione d’amore rispettosa verso l’autore che più di tutti ha messo in ginocchio ogni pretesa di dominio della razionalità e ha schiacciato la protervia dell’oggettivo sacro in un caleidoscopio di rifrazioni».
Per interpretare a suo modo la complicata simbologia di David Lynch, l’autrice tiene sempre a mente che niente è come sembra, nell’arte del regista così come nell’apparente tranquillità della cittadina di Twin Peaks. Quella del visionario Lynch è una narrazione che ne contiene altre mille, è un’illusione rifratta in infiniti specchi.