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“Scrivo per un’Amica”: Clizia Fornasier con la Fondazione Vodafone contro la violenza sulle donne

Clizia Fornasier nel progetto Vodafone "Scrivo per un'amica" - foto Maria La Torre
Divisa tra fiction, passerelle e programmi TV, Clizia Fornasier non perde il vizio della scrittura, l’altra anima di sé che vive di notte, «quando la casa dorme» insieme ai suoi bambini. Con altre 5 scrittrici si fa autrice per Vodafone nel progetto “Scrivo per un’Amica”, contro la violenza sulle donne.

Leggendo ciò che scrive, si comprende subito che la definizione di “attrice” le sta alquanto stretta. Forse aggiungendo una “u” e leggendo “aUttrice”, si può rendere davvero giustizia a Clizia Fornasier, ogni settimana in TV a “Quelli Che il Calcio” su Rai 2, trasmissione di cui è ospite fissa nei pomeriggi calcistici.

Non chiamatela solo attrice, Clizia Fornasier scrive con talento

Nonostante gli impegni tra fiction e TV, appena il sole tramonta e i suoi due piccoli gioielli Blu e Mercuzio, avuti insieme al suo grande amore Attilio Fontana, sono pronti per andare a letto, Clizia impugna la penna e tira fuori i suoi pensieri che consegna a decine di fogli immacolati. È proprio questa sua grande capacità di mettere insieme le parole e dar vita ai racconti, a portarla a contatto con il nobile progetto “Scrivo per un’Amica”, e-book pubblicato dalla Fondazione Vodafone Italia per sensibilizzare il pubblico sul tema della violenza sulle donne. Con uno scritto sulla Violenza Fisica, Clizia Fornasier è protagonista del progetto editoriale online, insieme ad altre cinque autrici, tutte impegnate nell’intento di raccontare i tanti volti della violenza.

Clizia Fornasier nel progetto Vodafone "Scrivo per un'amica"
Photo Credits: Maria La Torre©

Vodafone contro la violenza, con Clizia Fornasier e i racconti di altre cinque autrici

L’iniziativa vede la luce dal progetto solidale “Chiedo per un’Amica”, anch’esso tenuto dalla major della telefonia. «Non ho esitato nemmeno per un secondo nel dire “Sì, scrivo di violenza”, perché leggere di una problematica simile aiuterà le donne a sciogliere ogni dubbio sulla gravità di quello che a volte si trovano costrette a vivere», ha dichiarato a Wondernet Magazine l’”aUttrice” Fornasier.

I romanzi scritti da Clizia Fornasier

In realtà, l’attività di scrittura di Clizia nasce da lontano. L’artista e autrice di storie dalla grande creatività, scrive per raccontare al mondo le cose del mondo, con la voglia di onorare il suo prezioso dono della scrittura. Dopo il primo scritto “Rajoda” del 2013, nel 2019 pubblica con HarperCollins il suo secondo romanzo “È il suono delle onde che resta”, che raccoglie ottimi consensi e a cui farà seguito un terzo su cui l’attrice è già al lavoro.

Clizia Fornasier nel progetto Vodafone "Scrivo per un'amica"
Photo Credits: Maria La Torre©

Il progetto “Scrivo per un’Amica”, di Vodafone

Sei autrici, Giulia Muscatelli, Marzia Sicignano, Cristina Caboni, Cristina Chiperi, Giada Sundas e la stessa Clizia Fornasier, hanno scritto racconti inediti su sei diversi tipi di violenza – fisica, sessuale, economica, psicologica, porn e stalking – oggi raccolti nel libro digitale che è disponibile sui canali della Fondazione Vodafone dallo scorso 8 marzo 2021, giorno in cui è stato lanciato ai media, in occasione della Giornata Internazionale della Donna.

Clizia Fornasier nel progetto Vodafone "Scrivo per un'amica"

La Violenza Fisica secondo Clizia Fornasier

La “Violenza Fisica” spetta a Clizia, che descrive storia di una donna e madre, vessata da un figlio che non le risparmia aggressioni, reclusione e violenza domestica ripetuta. A Giulia Muscatelli spetta la “Violenza Sessuale”, quegli atti sessuali non desiderati e ai quali non si è dato consenso. La “Violenza Economica” è descritta dallo scritto di Marzia Sicignano, che racconta delle forme di controllo sull’autonomia economica e sulla gestione del patrimonio, che sfocia anche nel divieto di ricerca di un lavoro e della conseguente indipendenza che ne può scaturire. Cristina Caboni indaga sulla “Violenza Psicologica”, un tipo di atteggiamento che non è sempre evidente e le cui forme possono essere molto gravi, nate da una costante mancanza di rispetto nei confronti dell’identità della donna.

Oltre la violenza ci sono Revenge Porn e Stalking

Il “Revenge Porn”, definito anche come «pornografia non consensuale», è la forma di violenza raccontata da Cristina Chiperi, che porta l’esempio di alcuni avvenimenti che purtroppo, sempre più spesso possono indurre le vittime al suicidio. Infine Giada Sundas scrive di “Stalking”, una serie di comportamenti indesiderati tenuti da un individuo, che affliggono un’altra persona generando in questa un forte stato d’ansia, paura e sofferenza.

Clizia Fornasier nel progetto Vodafone "Scrivo per un'amica"
Photo Credits: Maria La Torre©

Le parole di Clizia Fornasier a Wondernet Magazine

«Non ho esitato un secondo. Era “sì” dall’inizio. “Sì”. Questa è la risposta che dovrebbe ricevere ogni donna anche alla più timida richiesta di aiuto. Sì, e in quel sì dovrebbe esserci la garanzia che è libera, che la sua serenità è garantita. In poco tempo mi sono dovuta mettere sulla carta, come al solito aspettando la notte, momento in cui la casa dorme insieme ai miei due bambini. Ho visto l’immagine di una donna anziana, corpo emaciato disteso a terra e, sopra di lei, un uomo che dorme. L’uomo è suo figlio», ci racconta Clizia.

Prosegue la Fornasier: «Poi ho pensato alla prima cosa che quella donna doveva aver fatto con quell’uomo, col suo bambino. “Gli ha di certo contato le dita”, mi sono detta. Lo abbiamo fatto tutte dopo aver partorito. E ora cosa può fare sotto a quel peso che la spezza? Le conta di nuovo ma non lo fa ad occhi aperti. Le percepisce sullo zigomo che quel figlio le ha appena spaccato. Sono convinta del fatto che le idee non ci appartengano, sono nell’aria e noi che scriviamo storie, non siamo altro che canali utili a portarle a terra e a condividerle. Questa mia storia è di certo la storia di tante e ora, è una storia per tutti. Leggere di una problematica simile può aiutare le donne a sciogliere ogni dubbio sulla gravità di quello che a volte si trovano costrette a vivere», dichiara Clizia, “aUttrice” di professione.

 

 

 

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