Il debutto di Kim Jones per Fendi Couture lo vede immergersi nella cultura e nell’atmosfera del gruppo di Bloomsbury, il circolo creato da Virginia Woolf a inizio Novecento. Jones fa dialogare la cultura con la tradizione artigianale e il savoir faire di Fendi. E tra i rimandi a Virginia Woolf e al suo “Orlando”, nasce una collezione che parla del potere della memoria.
La collezione Fendi Couture Primavera/Estate 2021 con la quale Kim Jones debutta alla direzione creativa delle collezioni Donna e Couture della Maison, ha il potere di superare i confini delle sue referenze e compone una visione storica di un marchio. Il potere dei rimandi è lo stesso di quello della Couture, cioè di quell’espressione che prende vita attraverso la manualità degli atelier. È per questo che Jones ha messo in scena, per la collezione Fendi Couture, una storia letteraria che nasce quasi contemporaneamente a quella di Fendi, cioè la storia del gruppo letterario di Bloomsbury. Spiccano le figure delle sorelle Virginia Woolf e Vanessa Bell, dell’eterno amore della prima, la scrittrice Vita-Sackeville West e del capolavoro che la Woolf le ha scritto addosso: “Orlando”.
Il debutto di Kim Jones per Fendi Couture tra figure femminili del presente e voci narrative del passato
Figure femminili del presente e voci narrative del passato si intrecciano per il debutto di Kim Jones alla Couture di Fendi. Che sfodera una carrellata di celebrities per raccontare la sua estetica. Demi Moore apre la scena e Naomi Campbell la chiude. Nel mezzo ci sono Kate e Lila Moss, Christie e James Turlington, Farida Khelfa e poi Cara Delevingne, Bella Hadid, Adwoa Aboah. Ma, soprattutto Delfina Delettrez Fendi (a cui è stata affidata la direzione creativa dei gioielli) e Leonetta Fendi, figlie di Silvia Fendi e quarta generazione di famiglia. Per raccontare un legame con il Dna della maison destinato a non perdersi, anzi a rivivere più forte che mai.
La collezionedi Kim Jones è un rimando all’artigianalità della Maison e, al contempo, un elogio all'”Orlando”
Una lettera d’amore alla moda femminile e alla Couture è anche questa collezione di Jones per Fendi. Tra rimandi e citazioni non solo di “Orlando” ma anche di una mostra curata da Sammy Jay in cui i libri di Woolf e Sackeville-West sono messi in dialogo estetico oltre che di contenuto, la collezione prende vita negli abiti lunghi e drappeggiati. Questi costruiscono una collezione di debutto che parla innanzitutto di quella storia familiare che ha dato vita a uno dei marchi storici della moda italiana che più di altre ha in sé la caratteristica dell’artigianalità e della cultura che si costruisce con le mani e che trasforma la fantasia. Del resto, sempre citando Woolf, «la memoria è una sarta capricciosa». Ed è per questo che nella moda i rimandi e le ispirazione hanno un grande potere.
Il Palais Brongniart di Parigi, trasformato in un labirinto di vetri, fa da cornice alla collezione nello show
La location dello show è il Palais Brongniart di Parigi, trasformato in un labirinto di vetri che ospitano l’allestimento “Exhibition of rare books and manuscripts”, che rimarrà aperto per un paio di giorni. La collezione si snoda tra abiti completamente ricamati di perle, tuniche, veli, bluse di seta scivolate sugli omeri, ibridi tra giacche mannish e dress seducenti o suit di broccato d’oro. Fino all’abito cappa del finale, indossato da Naomi Campbell, che con il suo motivo marmorizzato evoca le sculture di Galleria Borghese a Roma, creando un legame ideale tra il passato e il futuro della maison di Lvmh. Gli abiti lunghi e drappeggiati o interamente ricamati con le perle e gli abiti per l’uomo sono pensati da Silvia Venturini Fendi. I gioielli che sembrano gigantografie di quelli vittoriani sono opera di Delfina Delettrez Fendi.