Ieri pomeriggio si è svolto un incontro tra le Regioni e il Governo, per valutare eventuali riaperture di negozi, ristoranti e bar in vista delle festività natalizie. L’allerta resta sempre alta. Non sarà un Natale da liberi tutti, ha detto il premier Conte.
In questi giorni Governo e Regioni sono di fronte a un dilemma. Da una parte c’è l’esigenza di continuare ad arginare i numeri della pandemia. Dall’altra, quella di dare una boccata d’ossigeno ai tanti negozi, dai piccoli artigiani ai grandi centri commerciali, che a causa del secondo lockdown stanno subendo ingenti perdite, specialmente in questo mese che precede il Natale. Un periodo tradizionalmente legato allo shopping, che quest’anno, tra zone rosse e chiusure anticipate, è fortemente penalizzato.
Le ipotesi: allentare il lockdown per Natale
Si sta dunque valutando l’ipotesi di riaprire negozi, bar e ristoranti, anche nelle Regioni in fascia arancione e rossa, dopo il 3 dicembre. I dati di ieri confermano il rallentamento della corsa dei contagi ed un miglioramento dell’Rt nazionale (indice di trasmissione dell’epidemia). Ma non bisogna assolutamente abbassare la guardia, per scongiurare una possibile terza ondata epidemica dopo le feste.
Così, nel lungo vertice di ieri tra governo e Regioni, si è tentato di arrivare ad un compromesso. I governatori delle Regioni, da una parte, spingono per riaperture rapide, per concedere una boccata d’ossigeno a negozi, bar e ristoranti. Il governo dall’altra resta molto prudente. «Nessuno sottovaluti la serietà della situazione, non si può assolutamente scambiare qualche primissimo e ancora insufficiente segnale incoraggiante in uno scampato pericolo», ha avvertito il ministro della Salute, Roberto Speranza.
In ogni caso, con il Dpcm del 3 dicembre potrebbe essere emanato un decreto ad hoc, proprio a ridosso di Natale, per ammorbidire il lockdown «se la situazione epidemiologica lo consentirà». Per cercare di salvare i settori più colpito dalle chiusure anti-Covid, già con il Dpcm del 3 dicembre l’inizio del coprifuoco che vale in tutto il Paese verrebbe sposato dalle 22 alle 23, se non addirittura a mezzanotte.
Lo stop alla movida resterà ferreo: nei locali resterà in vigore il divieto di tavoli con più di 4-6 persone e quello di bere o consumare cibi fuori dal locale. I negozi e i centri commerciali potrebbero tornare ad aprire anche la domenica. E, per favorire lo shopping ed evitare le tradizionali calche natalizie, si sta valutando un allungamento dell’orario di apertura, con gli ingressi rigidamente contingentati.
Il premier Conte: «Non sarà un Natale da liberi tutti»
Le linee guida per le prossime festività natalizie sono già tracciate: massima sobrietà per cene e riunioni in famiglia. «Non sarà un Natale da liberi tutti», ha detto il premier Conte.
L’esecutivo si appresta a fare raccomandazioni, affidandosi «al buon senso degli italiani». «Dobbiamo predisporci», ha avvertito Conte, «a passare le festività in modo più sobrio. Veglioni, cenoni, festeggiamenti, baci e abbracci non saranno possibili. Una settimana di socialità scatenata significherebbe pagare a gennaio un innalzamento brusco della curva e molti altri decessi». Dunque «niente cenoni di Natale con venti persone». Vigilia e Capodanno potranno essere festeggiati assieme ai parenti di primo grado, tra genitori e figli, fratelli e sorelle.