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Ritenzione idrica da smart working: la beauty routine ed il massaggio per combattere questo fastidio

Ritenzione idrica
Tra smart working, didattica a distanza e la generale necessità di limitare il più possibile gli spostamenti, le giornate si svolgono sempre più tra le mura domestiche.La sedentarietà purtroppo causa una serie di fastidi non solo sul fronte emotivo e psicologico, ma anche su quello fisico.

Uno tra i fastidi più comuni dello smart working è senz’altro la ritenzione idrica. Un disagio acuito esponenzialmente dalle lunghe ore trascorse alla scrivania, e la difficoltà a mantenere la concentrazione nel corso di intere giornate davanti al PC. Ecco allora che Treatwell – il più grande portale in Europa per la prenotazione di trattamenti di bellezza e benessere – ha raccolto una serie di accortezze e suggerimenti da mettere in pratica per combattere la ritenzione idrica e limitare i danni dello smart working.

Ritenzione idrica: gli errori da non commettere

Per ritenzione idrica si intende un accumulo di liquidi, soprattutto tossine, che si forma negli spazi interstiziali, tra una cellula e l’altra, soprattutto nelle zone in cui lo strato adiposo è maggiore, e che può causare gonfiore, l’edema. Le cause sono molteplici e hanno a che fare principalmente con le alterazioni della circolazione venosa e linfatica, con la sedentarietà e un’alimentazione scorretta.

Ritenzione idrica da smart working, combattila cosìQuando non si può fare a meno di trascorrere la maggior parte del tempo seduti è bene farlo nel modo corretto. Treatwell consiglia di tenere il più possibile le spalle dritte e di non accavallare le gambe, cercando di prendersi qualche minuto di pausa tra una videocall e l’altra per sgranchirle con una passeggiata tra una stanza e l’altra e stimolare così la circolazione. Mentre si è in piedi, un altro semplice esercizio consiste nell’oscillare su e giù, alzandosi in modo alternato su punte e talloni: le gambe ringrazieranno. Anche da fermi si può dare una spintarella alla circolazione. Quando ci si stende a letto o sul divano, ad esempio, si possono tenere i piedi leggermente sollevati grazie all’aiuto di un cuscino.

Scegliere un abbigliamento comodo

Anche l’outfit conta quando si tratta di ritenzione idrica. Meglio evitare gli abiti troppo aderenti, che rischiano di compromettere la circolazione: via libera allora a tute e indumenti comodi, da camuffare all’occorrenza con inquadrature tattiche della webcam durante le video riunioni con il capo. Quando si ha la possibilità o la necessità di uscire, se si prevede di stare in piedi per diverse ore, si sconsiglia di indossare i tacchi alti.

Aquagym nella vasca per i capillari 

A seconda della morfologia di ciascuno, la ritenzione può interessare zone diverse del corpo, ma generalmente si concentra su glutei, braccia, addome e gambe. Per aiutare a sgonfiare queste ultime, che risentono particolarmente dei periodi di sedentarietà, Emanuela Senia, responsabile del salone Beauty Lab Wellness Solution, ha alcuni assi nella manica con cui prendersi cura del proprio benessere anche quando non è possibile recarsi al centro estetico.

Innanzitutto, si può far fare “ginnastica” ai capillari secondo i principi di vasodilatazione – favorita dal calore – e di vasocostrizione, esercitata con il freddo. Chi ha la vasca può far fare “aquagym” alla circolazione stando in ammollo per una decina di minuti nell’acqua tiepida a cui sono state aggiunte cinque o sei manciate di sale grosso da cucina, che svolge la funzione di antinfiammatorio. Finito il bagno, mentre si svuota la vasca, si può indirizzare sulle gambe l’acqua del doccino, aprendola prima a temperatura tiepido-calda e raffreddandola a mano a mano che la si passa sulle gambe.

Ritenzione idrica da smart working, combattila così

Si consiglia di partire dai piedi e risalire con il getto fino all’inguine oppure di soffermarsi dietro le ginocchia, nel cavo popliteo. Chi non ha la vasca, al termine della doccia, può comunque “rinfrescare” le gambe con il getto freddo del doccino. Per favorire la vasocostrizione, qualcuno potrebbe essere tentato di ricorrere al ghiaccio, ma in questo caso la specialista partner di Treatwell raccomanda la massima attenzione, evitando di metterlo a diretto contatto con la pelle ma utilizzando sempre un panno come protezione per non incorre in ustioni.

Scrub per detossinare

Anche gli scrub, che di solito hanno delle basi di sale e contengono olii essenziali, possono essere un formidabile alleato del benessere. Eseguiti con regolarità, all’incirca ogni quindici giorni, aiutano a “pulire” la pelle e, grazie al massaggio che si opera durante l’applicazione, favoriscono la detossinazione.

Il massaggio casalingo anti-ritenzione

Quando non c’è la possibilità di affidarsi alle mani esperte dei professionisti, si può correre ai ripari con un massaggio casalingo, illustrato passo dopo passo da Emanuela Senia.

1)  Applicare una crema idratante

Innanzitutto, ci si deve procurare un rialzo, come uno sgabellino, su cui appoggiare una gamba. Si inizia applicando una crema idratante o un olio, come quello di mandorle, avendo cura di non esagerare con il quantitativo che, se eccessivo, potrebbe rendere difficile la perfetta esecuzione delle manovre. I prodotti anticellulite stimolano la circolazione sanguigna e spesso contengono il mirtillo – che aiuta a rinforzare le pareti dei capillari – la centella asiatica dall’effetto drenante, il finocchio, che è depurante, la caffeina o l’estratto di ananas.

 

2)  Eseguire degli sfioramenti sulla coscia

Si fanno poi degli sfioramenti delicati su tutta la coscia, dal ginocchio in su, ripetendo i movimenti cinque o sei volte. “Chi ha un tessuto particolarmente edematoso deve prestare particolarmente attenzione” avverte la specialista. Per capire se si rientra in questa categoria, basta esercitare con un dito delle pressioni: rilasciando il punto in questione, se il segno del dito permane per molti secondi, si ha la conferma di avere molta ritenzione ed è pertanto consigliabile manipolare delicatamente la zona.

3)  Sollecitare lo scarico linfatico

Una volta terminati gli sfioramenti, si può passare allo scarico linfatico, esercitando leggere pressioni all’altezza dell’inguine, dove si trovano appunto le ghiandole linfatiche. Si posizionano poi le mani sulla coscia in modo che i pollici si trovino al centro nella parte superiore e i palmi ne avvolgano i lati. Si procede quindi poi a far scivolare le mani in modo che abbraccino il retro della coscia, come se si volessero disegnare degli anelli lungo tutta la coscia, risalendola dal ginocchio in su.

Ritenzione idrica da smart working, come combatterla4) Massaggiare “impastando”

Si passa poi al momento preferito da chi, in tempo di lockdown, a suon di pizze e focacce, si è riscoperto fornaio. Sezionando la coscia in tre parti – esterna, centrale e dell’interno coscia – in ogni area bisogna fare degli impastamenti, proprio come se si stesse lavorando la pasta, risalendo la gamba, idealmente fino ad arrivare alla zona delle culotte de cheval. Ultimato l’impastamento, si torna a fare un leggero sfioramento, per poi iniziare a dedicarsi alla gamba inferiore.

5) La manovra per il drenaggio

Utilizzando le falangi di tutte e due le mani, bisogna avvolgere la gamba inferiore e cercare di dividere i due muscoli gemelli, di passarci in mezzo: associata a una leggera pressione, questa manovra si rivela molto utile per il drenaggio. Facendo anche sei o sette passaggi, si ricomincia poi a disegnare gli “anelli” partendo dalla caviglia, punto su cui è consigliabile soffermarsi leggermente di più.

6) Concludere il massaggio

Dopo il “disegno” degli anelli, si conclude con lo sfioramento, ricordandosi di fermarsi inizialmente dietro il ginocchio, nel cavo popliteo, dove esercitare leggere pressioni, per poi proseguire lungo la coscia.

Il massaggio può durare in media una decina di minuti. Volendo, si può effettuare anche tutti i giorni, a meno che non sia in corso un’infiammazione o una sciatalgia, casi in cui è meglio sospendere. Per chi ha poco tempo a disposizione due o tre volte a settimana sono un buon compromesso.

Attenzione all’uso delle coppette, se non si è esperte

Quando si tratta di trattamenti casalinghi, è però bene non strafare e non improvvisarsi pro dell’estetica. Se non si ha una formazione adeguata nel campo, meglio quindi limitarsi al massaggio e lasciare da parte le coppette anticellulite. Queste infatti possono essere utili ed efficaci nelle mani di un esperto, ma rischiose in quelle di chi è alle prime armi. L’effetto vacuum stimola sì la circolazione ma, se lo si esercita nel modo sbagliato, si va incontro a ecchimosi ed ematomi. 

 

 

 

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