Grazie al ruolo di Polo nella serie Élite, una delle più seguite di di Netflix, Álvaro Rico è diventato una star. Ieri l’attore ha sfilato sul Red Carpet del Social World Film Festival, ed ha concesso a Wondernet Magazine questa intervista esclusiva.
24 anni compiuti lo scorso 13 agosto, segni particolari: occhi azzurri profondi, fisico da sex-symbol, seguito su Instagram da 7 milioni di follower. Álvaro Rico è stato uno degli ospiti più attesi nella quarta serata del Social World Film Festival di Vico Equense, diretto dal regista e produttore Giuseppe Alessio Nuzzo. Ieri, venerdì 9 ottobre, Álvaro Rico ha sfilato sul red carpet al Castello Giusso ed ha concesso al nostro magazine questa intervista esclusiva.
Álvaro Rico ha iniziato la sua carriera nel 2011 come attore teatrale. Nel 2017 ha debuttato in televisione, in un episodio di Medical Center. Sempre nello stesso anno ha interpretato Nicolás in alcuni episodi della serie Velvet Collection.
Alla fine del 2017 è stato annunciato che sarebbe stato uno dei personaggi della seconda serie spagnola Élite, prodotta da Netflix. Nella serie Álvaro Rico interpreta il ruolo di Polo, un giovane bisessuale coinvolto in un triangolo amoroso con Carla e Christian. Da quest’anno, Álvaro Rico fa parte della nuova serie di Amazon Prime El Cid, insieme a Jaime Lorente, anch’egli appartenente al cast di Élite.
Di seguito trovate la nostra video intervista, e la traduzione delle sue risposte.
Álvaro Rico, video intervista al Social World Film Festival
In Élite vengono affrontati temi sociali molto importanti come il bullismo, la religione e la sessualità. Quale tema ti è piaciuto di più nel momento in cui l’hai raccontato, e quale tema sociale ti piacerebbe affrontare in futuro in altri progetti ?
Álvaro Rico: Élite tratta molti temi, non ho preferenze per uno di questi in particolare. Credo che la società abbia davvero bisogno che vengano trattati diversi temi sociali, non saprei da quale iniziare. Ma se dovessi sceglierne uno, ne parlavo proprio poco fa con un mio amico, mi piacerebbe parlare del razzismo. Se ne parla molto, ma ne esistono sono vari tipi.
Questo è solo un esempio, perché è veramente complicato. Già scegliendo di voler parlare del razzismo, del bullismo, o dell’omofobia, quindi distinguendo uno di questi temi, mi sembra un discriminare chi ne viene colpito, quando invece ritengo queste persone alla pari con me, del mio stesso valore. Credo sia una lotta costante.
Io purtroppo non credo che siamo in una fase storica dove cambieremo o dove l’omofobia scomparirà o diminuirà. Non ci credo. Credo, con un parere un po’ pessimista, che l’umanità abbia imparato molto poco.
È come ad esempio quando si sente dire spesso che in Spagna, e non so se anche qui in Italia, dopo lo scoppio della pandemia e di questa crisi umanitaria planetaria saremo molto più forti. È pura follia per me. Pura follia.
Chi sarà più forte? Quelli che vendono le medicine? Non lo so, perché il mio vicino è preoccupato perché sta per perdere il lavoro, e non ha neanche il pane per mangiare il giorno dopo. Chi ne uscirà più forte?
Il mondo ha vissuto due guerre mondiali. È sopravvissuto alla prima guerra mondiale e si supponeva dovesse imparare, e invece ne ha iniziata una seconda. È complicato. Non voglio essere pessimista, però la penso veramente così.
In questi mesi stiamo vivendo un momento molto difficile, che valore ha per te la libertà ?
Álvaro Rico: Voglio specificare: il concetto di libertà, per me e per tutti gli uomini, deve essere il pilastro fondamentale della vita di ciascuno.
Adesso però la gente è arrabbiata perché pensa di avere una libertà limitata, quando in realtà ora si stanno salvando vite. Io non voglio vederlo come se stessero limitando la mia libertà perché non mi lasciano viaggiare per il mio paese per non diffondere il virus. Intendo che ci troviamo in una situazione straordinaria perché a livello globale, senza entrare in politica, stiamo affrontando una pandemia.
È un momento molto delicato e complicato. A me quello che interessa è ascoltare gli scienziati. Ieri, mi sembra, riguardo la situazione in Spagna ho ascoltato l’intervista a un dottore. È una situazione complicata.
Io sono la persona meno adatta per parlare di questo, perché non sono un dottore né uno scienziato e nemmeno colui che gestisce un Paese. Però credo che, in un momento di difficoltà in cui tutto si gioca in una guerra tra economia e salute, la migliore opzione che abbiamo, che possiamo adottare, è quella di trovare un equilibrio.
(Traduzione a cura di Nicolò Grigoletto)