Si chiama Rinascita la collezione Alta Moda presentata ieri sera a Firenze da Dolce&Gabbana. Un nome evocativo di altre rinascite che hanno segnato la storia del nostro Paese. Un auspicio, un segnale, un invito ad uscire dalla crisi provocata dalla pandemia ripartendo dalla secolare tradizione artigianale del nostro Paese.
Non è certamente un caso che i due stilisti abbiano scelto Firenze per presentare la loro collezione Alta Moda. Rinascita di Dolce & Gabbana è un omaggio alla città dove nel secondo dopoguerra è nata la moda italiana, con Giovan Battista Giorgini. E alla tradizione artigianale italiana, agli abiti preziosi che richiedono tempo per essere realizzati con lavorazioni fatte a mano, tra ricami, intarsi e lavorazioni preziose.
La collezione Alta Moda a Firenze
Il tempo, la manualità, la creatività, i materiali sono preziosi per realizzare capi come quelli proposti dalla collezione Dolce & Gabbana Alta Moda, che Domenico Dolce e Stefano Gabbana hanno presentato nell’ambito del progetto «Il Rinascimento e la Rinascita». La sfilata si è svolta a Villa Bardini a Firenze. La collezione si chiama Rinascita «perché la dedichiamo a Giovan Battista Giorgini, che fece nascere la moda italiana a Firenze», hanno dichiarato gli stilisti.
Rinascita, come dopo il medioevo e nel dopoguerra
A Firenze, in via dei Serragli 144, nel 1951 ha fatto ritorno Giovan Battista Giorgini. Cresciuto in un ambiente colto e cosmopolita, dopo anni trascorsi a New York, nel dopoguerra Giorgini, mercante d’arte e di antiquariato, organizzò la “First Italian High Fashion Show” presso la sua residenza privata di Firenze a villa Torrigiani. Riunì i rappresentanti di 10 importanti sartorie italiane, tra le quali Schubert, Simonetta, Sorelle Fontana ed Emilio Pucci. Quella fu la prima sfilata italiana, e da quel momento si iniziò a parlare di moda italiana nel mondo. Dolce&Gabbana ripartono dunque dall’artigianato e da Firenze, proprio come avvenne dopo gli anni bui del secondo conflitto mondiale e cinque secoli prima con il Rinascimento, che prese slancio dalla corte di Lorenzo de’ Medici.
Ripartire dall’unicità dell’artigianato
La Rinascita oggi è necessaria per uscire dalle conseguenze della pandemia da Covid 19 ma anche, secondo Dolce & Gabbana, per buttarsi alle spalle la mediocrità della quale la globalizzazione e i tempi accelerati di internet e dei social, dove tutto è usa e getta, hanno intriso la nostra cultura. Impoverendola, appiattendola, banalizzandola.
Rinascita: tempo e qualità per creare bellezza
«Se vogliamo crescere, dicono gli stilisti, dobbiamo ritornare al fatto a mano. Tutti gli abiti di questa collezione sono fatti negli Atelier Dolce & Gabbana a Milano da giovani ricamatori che non superano i 24 anni di età. In un certo senso, abbiamo fatto di necessità virtù: chiusi in casa a causa del lockdown abbiamo lavorato in casa. L’Italia è basata sull’Artigianato, la forza è nella manualità: noi viviamo di lavori fatti a mano. Ecco perché dobbiamo ritornare a riqualificare la manualità e l’umanesimo. Dopo che in tutti questi ultimi vent’anni abbiamo creduto che il futuro appartenesse ai social network ora dobbiamo riconoscere che la rincorsa ai like ha reso tutto molto mediocre. Un appiattimento dovuto al fatto che devi compiacere tutti: su IG tutti hanno una vita favolosa. La globalizzazione ha ammazzato tutto. Ci vuole il tempo: occorre il tempo per fare bene le cose»
Il video della collezione Rinascita di Dolce & Gabbana
La collezione Rinascita di Dolce & Gabbana è un inno alla Primavera, la stagione del risveglio della natura. Fiori ovunque: ricamati, applicati, stampati su abiti, donne, corpetti. La palette cromatica spazia dal rosso papavero al rosso ciliegia, dall’arancio al giallo di mimosa e calendula, al rosa delle fresie e delle peonie, con tocchi di verde e di blu.
Le silhouette degli abiti da sogno, con velette, tailleur, vestiti in pizzo, richiamano la moda degli anni ’40, ’50 e ’60. Anche gli accessori, come le scarpe, le borse, i cappelli sono ricamati con preziosi intarsi floreali.
La sfilata della collezione Rinascita di Dolce&Gabbana si è conclusa con uno spettacolo di i fuochi pirotecnici, accompagnati dalla voce di Luciano Pavarotti nel valzer della Traviata “Libiamo ne’ lieti calici”, un inno a godere dei piaceri della vita.