Ennio Morricone, orgoglio italiano nel mondo vincitore di innumerevoli premi (tra cui due Oscar) si è spento a 91 anni. Il suo lascito al mondo è fatto di innumerevoli composizioni, tra cui colonne sonore di film di successo: C‘era una volta in America, The Untouchables, La leggenda del pianista sull’oceano, Malèna,The Hateful Eight, Nuovo Cinema Paradiso…
Ma il suo testamento è anche un invito allo studio della musica, al suo ascolto. Questo invito è rivolto soprattutto ai giovani, scarsamente indirizzati dalle scuole a intraprendere questo percorso. Per Ennio Morricone la musica era più che una passione: una vocazione, una scelta di vita, un’arte oggetto di rispetto e dedizione totali. Ed era un elemento fondamentale per il sistema culturale di un Paese: in questo senso a suo dire l’Italia aveva molto da imparare dalla Germania.
«In Germania ogni famiglia suona Bach con il flauto dolce e il pianoforte o addirittura il clavicembalo, cantando e leggendo gli spartiti. Quella è la vera nazione musicale, non l’Italia», scrisse perentorio in una lettera di alcuni anni fa, inviata a Il Messaggero. Le sue parole suscitarono un certo scalpore.
La lettera di Ennio Morricone
In una lettera inviata a Il Messaggero, il Maestro Ennio Morricone criticò aspramente il sistema scolastico italiano e gli insegnanti, colpevoli di dare poco spazio allo studio della musica e di darlo anche in modo errato. Poca passione da parte loro, preparazione non adeguata, utilizzo del flauto poco stimolante.
Il consiglio del compositore era mettere a disposizione degli insegnanti strumenti adeguati. Non solo: anche una formazione e un aggiornamento continui. «Servirebbero dieci anni per cambiare le cose, basandosi su due aspetti fondamentali: nuovo programma e nuovi insegnanti preparati». E ancora: «Bisognerebbe dare a tutte le scuole un impianto per ascoltare la musica e un corredo di una trentina di incisioni discografiche importanti». Questo, per arricchire le spiegazioni teoriche, altrimenti vuote e inutili.
Due i modelli di insegnamento della musica da tenere a mente: la tecnica di Carl Orff, compositore dei Carmina Burana, e quella di Boris Porena, molto orientata alla libertà creativa più che a uno studio passivo.