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“356 giorni”, la cantante Duffy chiede a Netflix la rimozione: «Incita alla violenza sulle donne»

365 giorni, la cantante Duffy ne chiede rimozione
365 Giorni è il caso mediatico del momento. Milioni di visualizzazioni su Netflix, ma parallelamente stroncature da destra e da sinistra. Il film, appartenente a un genere che si potrebbe definire uno stereotipatissimo trash-erotico, ha conquistato la vetta della piattaforma. È tra i più visualizzati al momento e in Italia tutti ne parlano, anche perché l’attore protagonista è Michele Morrone, un giovane e bellissimo attore lombardo.

Il film segue il filone di 50 sfumature, vero e proprio caso letterario prima e cinematografico poi, con protagonista il conturbante Christian Grey. Protagonista di 365 Giorni, invece, è il boss mafioso Massimo Torricelli, interpretato da Michele Morrone. La pellicola è l’adattamento di un romanzo omonimo di Blanka Lipinska (il primo di una trilogia) e tratta il legame torbido tra il gangster siciliano e una ragazza polacca.

Lui la rapisce e la tiene segregata in casa, instaurando con lei un gioco erotico psicologico. Laura (interpretata dall’attrice polacca Anna-Maria Sieklucka) riavrà la libertà solo se non si innamorerà di Massimo.

365 giorni, la cantante Duffy ne chiede rimozione

365 Giorni: la polemica di Duffy

Duffy, cantante di fama internazionale molto sensibile in merito alla questione della violenza sulle donne, ha ufficialmente chiesto a Netflix di rimuovere dal catalogo della piattaforma 365 Giorni. Secondo l’artista il film sarebbe un incentivo alla violenza sulle donne.

Di questa esperienza lei ne sa qualcosa, visto che ha vissuto in prima persona il trauma di essere rapita per alcuni giorni, drogata e violentata. Non ha mai rivelato i dettagli di quella vicenda né le persone coinvolte, ma si è dovuta allontanare dalle scene per riprendersi.

365 giorni, la cantante Duffy ne chiede rimozione

A Reed Hastings, co-fondatore, presidente e CEO di Netflix, Duffy ha scritto: «365 Giorni rende affascinante la brutalità del traffico sessuale, del rapimento e dello stupro. Questo non dovrebbe essere inteso come intrattenimento, né dovrebbe essere descritto o commercializzato come tale. Mi fa male che Netflix usi la sua piattaforma per questo tipo di “cinema”, che erotizza i rapimenti e distorce la violenza sessuale trattandola come qualcosa di sexy».

La cantante ha definito l’operato di Netflix insensibile, pericoloso e negligente. E la polemica infiamma proprio mentre lo stesso Michele Morrone conferma che il film avrà un sequel.

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