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Paola Barale: «Non bisogna aver paura delle diversità, il confronto con realtà diverse ci arricchisce e ci fa crescere»

Paola Barale ha iniziato la sua carriera nel mondo dello spettacolo affiancando Mike Bongiorno in numerosi programmi TV, tra i quali La ruota della Fortuna e Tutti x Uno. Per molti anni ha continuato come showgirl, fino ad approdare al cinema e ultimamente al teatro.

Dal 1996 al 2001 Paola Barale ha partecipato al programma di Maurizio Costanzo Buona Domenica, che nel 1999 le è ha fatto vincere il Telegatto come personaggio femminile dell’anno. In seguito, oltre a condurre numerosi programmi, si è dedicata anche alla carriera di attrice. Ha recitato in Colpo d’occhio, diretta da Sergio Rubini, e a Vorrei vederti ballare, per la regia di Nicola Deorsola. 

Nel lungo viaggio della sua vita l’artista ha scoperto se stessa con intensità, curiosità e verità. Adesso per Paola Barale è il momento di mettersi in gioco anche come autrice. Ha realizzato un cortometraggio di fantascienza, intitolato Point A/Point B, e a breve realizzerà una sketch comedy accanto all’attrice Cristina Bugatty. Creatività e libertà sono gli elementi che spingono Paola a guardare il mondo con gli occhi pieni e curiosi, e a scoprire sempre ciò che è diverso e lontano.

© Piergiorgio Pirrone – LaPresse

Negli ultimi giorni hai realizzato un corto di fantascienza. Come è nata l’idea?

Questo corto è stato realizzato per The 48 Hour Global Film Challenge , una competizione online in cui sessantotto partecipanti, da ogni parte del mondo, creano un cortometraggio in 48 ore. Il Festival ti pone la sfida di realizzare un corto inserendo all’interno della storia: un determinato oggetto, una frase da dire, e un personaggio da citare o da far apparire. Inoltre, devi creare una squadra creativa formata dagli sceneggiatori, montatori e attori. In queste 48 ore, devi girare, montare e consegnare la tua opera. Io e la mia squadra non siamo riusciti a consegnare in tempo l’opera. Abbiamo voluto realizzare un progetto molto ambizioso, di genere fantascientifico. Ci siamo riuniti tutti e insieme abbiamo deciso di partecipare al Festival fuori concorso. La cosa interessante è stata quella di aver riunito insieme un gruppo di persone sconosciute durante un intero weekend. Abbiamo passato dei giorni molto belli all’insegna della creatività. Sarà molto interessante portare questo progetto in giro, anche in altri Festival.

Ci parli della storia?

Point A/Point B racconta la storia di un futuro distopico, in cui le persone indossano dei misteriosi visori che impediscono di ammirare la bellezza del mondo esterno. Interpreto una donna a cui cade il visore ed inizia a vedere ciò che ha attorno, e ad esserne incuriosita. Viene attratta da una porta aperta ed entra in un luogo mai visto prima, dove ci sono oggetti che non conosce. Trova un oggetto a punta: una matita. Non sa che farci, poi si rende conto che deve porlo su una tela. In quel momento, alla donna appare un ologramma, interpretato dall’attrice Cristina Bugatty, che le insegna a disegnare, per la prima volta. La donna è così felice della scoperta che corre a condividere il suo entusiasmo con le persone. Ma tutti la ignorano. Alla fine ritrova la speranza soltanto in una bambina innocente.

Cosa vuoi trasmettere attraverso questo progetto?

Vorrei far passare il concetto che bisogna avere un’apertura mentale, non muoversi soltanto tra i propri confini. Credo che sia molto importante portare un po’ di colore all’interno della nostra vita. Il mio è un invito a non aver paura delle diversità, ad accettare le differenze di ognuno di noi. In questo progetto ho avuto l’occasione di lavorare con un gruppo di persone molto giovani che provengono da ogni parte del mondo. Per me, è molto importante confrontarmi con il mondo e con tante realtà diverse. Sono una persona curiosa che ama contagiarsi con cose diverse e lontane dalla mia vita.

Prima del lockdown eri a teatro con lo spettacolo Se devi dire una bugia, dilla grossa. Che effetto ti ha fatto recitare su un palco?

È stato molto bello. In questo spettacolo sono l’amante di un politico, interpretato dall’attore Antonio Catania. È stato un ruolo abbastanza difficile da interpretare, perché è molto lontano da me, però mi sono divertita. Non vedo l’ora di poter riprendere, appena sarà possibile. Questa esperienza ha rappresentato un po’ un mio ritorno a scuola. È un’emozione del tutto nuova per me recitare a teatro. Recitare dal vivo, su un palcoscenico, ha segnato un nuovo inizio. Ho compiuto cinquantatré anni, lo scorso mese, in piena quarantena. La mia nuova età mi ha portato come regalo un nuovo percorso di vita.

So che realizzerai una sketch comedy insieme a Cristina Bugatty…

Sì, si intitolerà Make Cup Cake. Le protagoniste sono Paola e Cristina. Un tempo, Paola era sposata con Matteo, che poi ha deciso di diventare una donna di nome Cristina. Insieme le due donne si rimettono in gioco aprendo Make Cup Cake Corner, un locale dove preparano cup cakes super healthy. Questa storia vuole parlare liberamente, senza tabù. Accettare le diversità e tutto ciò che incontriamo nel nostro percorso è fondamentale. Ognuno di noi ha determinate caratteristiche e non bisogna mai porsi agli altri con una sola chiave di lettura.

Questa tua creatività cosa ti permette di esprimere?

Nelle cose che faccio, cerco sempre di dare un esempio di apertura verso il mondo che abbiamo intorno. Non tutto deve essere come vogliamo noi. Bisogna accettare ciò che c’è, anche se è lontano dal nostro modo di vivere. Quando una cosa non ci va bene, dobbiamo capire che però esiste e che ad altre persone, invece, va bene. Non va giudicato male ciò che ci sembra lontano. Viviamo in un pianeta che ci regala più di una possibilità. Chi è che decide che è una cosa è normale, ed un’altra invece non lo è? Credo sia meraviglioso possedere la libertà di scelta. Ho voglia di accettare le cose che non conosco. Tutti noi possiamo aprire gli occhi di fronte alle diversità.

Quanto è importante ricominciare grazie alle seconde opportunità che la vita ci regala?

Oggi più che mai è importantissimo credere nelle seconde opportunità. La realtà di questi mesi, ci ha portato a vivere uno stop forzato e a ricominciare, nuovamente, dall’inizio. Non bisogna mai arrendersi.  Ho voglia di trasmettere messaggi positivi e di speranza. La mia creatività mi permette di condividere e di confrontarmi con i miei amici e con le persone che incontro.

Ti è mancato viaggiare in questi mesi di stop?

Assolutamente sì. Durante questa quarantena, poter viaggiare era una delle poche cose che mi mancavano davvero. Il viaggio mi permette di esplorare cose nuove, di conoscere cose e persone completamente diverse da me. Attraverso il viaggio, ho la possibilità di confrontarmi con chi non conosco. Chi non è simile a te, riesce a farti vedere delle cose che non conosci e a cui non sei abituata. Mi piace avere la possibilità di aprirmi alle situazioni lontane da me. Pensa che noia, confrontarsi soltanto con le persone che sono identiche a te e fanno le stesse cose che fai tu. Più ho la possibilità di scoprire gli altri, più la mia fantasia scorre.

Adesso, ti senti una persona libera?

La libertà mi sta regalando una grande forza. Quando hai un forte senso di libertà dentro di te, hai anche un forte senso di indipendenza. Se non sei indipendente emotivamente, non puoi essere libera. Anni fa, non mi piaceva stare da sola, non ci ero abituata. Nel corso del tempo l’ho imparato e adesso amo vivere con me stessa. Mi piace dire che ho riscoperto una vecchia amica che si chiama Paola. Ho riscoperto me. Dialogo, mi confronto, penso e mi metto in discussione. Mi confronto con me stessa, qualcosa che prima non facevo.

 

 

 

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