Il mese di giugno vede l’uscita di nuovi lavori discografici importanti. Alcuni realizzati da grandi nomi come Bob Dylan, Neil Young o Paul Weller. Altri da giovani promesse come Phoebe Bridgers. Tornano anche Norah Jones, ed i Built To Spill con il loro tributo a Daniel Johnston, scomparso lo scorso settembre.
Usciranno nelle prossime settimane una serie di album molto attesi: dal disco tributo dei Built To Spill al cantautore Daniel Johnston, scomparso lo scorso settembre, al nuovo album di inediti di Bob Dylan, il primo dopo otto anni da “Chimes of Freedom”. Neil Young pubblica un disco realizzato nel 1975 ma tenuto nascosto per 45 anni, e torna anche Paul Weller con “On Sunset”, anticipato dal singolo “Village”.
Norah Jones – Pick Me Up Off The Floor
Esce il 12 giugno “Pick Me Up Off The Floor”, il nuovo album di Norah Jones. Sulla sua genesi, la Jones ha raccontato: “mi sono davvero innamorata di questi pezzi, avevo i mix non definitivi sul mio telefono e li ascoltavo mentre passeggiavo con il mio cane. Le canzoni hanno continuato a girarmi in testa e mi sono resa conto che erano attraversata da un surreale filo conduttore, come un sogno febbrile che si svolgeva in qualche luogo tra Dio, il Diavolo, il cuore, il Paese, il pianeta e me.”
Built To Spill – Plays The Songs Of Daniel Johnston
Nel 2017 i Built To Spill furono invitati a suonare come band di supporto in alcuni concerti di Daniel Johnston. Da questa esperienza nasce il disco tributo al cantautore scomparso lo scorso settembre, Built To Spill Plays The Songs Of Daniel Johnston, in uscita il prossimo 12 giugno. 11 brani registrati durante le prove da Jim Roth, con Steve Gere alla batteria e Jason Albertini al basso.
I Built To Spill, band guidata da Doug Martsch, sono dagli anni ’90 un cult dell’indie. Daniel Johnston è stato e resta un mito, amato da Kurt Cobain, Sonic Youth, David Bowie, Tom Waits , perfino da Steven Spielberg e Matt Groening. Nel 2005 Jeff Fuerzeig gli ha dedicato un documentario premiatissimo, “The Devil and Daniel Johnston”. I suoi dischi sono praticamente introvabili, la sua vita – è morto lo scorso settembre – è stata un calvario a causa di gravi problemi mentali. Eppure è considerato il più grande outsider della nuova scuola di cantautori. Martsch e compagni stavano preparando con lui un tour: “È stato abbastanza speciale per noi”, ha dichiarato “Fondamentalmente volevamo documentare nel giusto modo quello che le prove più o meno erano state. È stata molto più dura di quanto pensassi”.
Bob Dylan – Rough and Rowdy Ways
Venerdì 19 giugno uscirà “Rough and Rowdy Ways” (Columbia Records), il nuovo attesissimo disco di inediti di Bob Dylan, che arriva a distanza di 8 anni dal precedente.
I pezzi che lo hanno anticipato, soprattutto “Murder Most Foul”, presentano un Dylan molto ispirato dal punto di vista dei testi, che sono profondi, ricchi di immagini e riferimenti, molto lontani dal musicista svogliato e indifferente dei concerti più recenti del Never Ending Tour. Non c’è da aspettarsi rivoluzioni musicali ma è giusto considerare questo ritorno come un evento. Di Dylan esiste una documentazione sterminata che permette a tutti di scegliere il periodo preferito. L’anno scorso è uscito “Rolling Thunder Revue: A Bob Dylan Story” di Martin Scorsese, film diretto sul leggendario tour del 1975 arricchito di interviste ai protagonisti ma anche a personaggi inventati, alcuni affidati a volti famosi come Sharon Stone e Michael Murphy, cui fa riferimento anche Dylan nella sua intervista.
Neil Young – Homegrown
Sarà pubblicato da Reprise Records il 19 giugno Homegrown, l’album “perduto” – ma sarebbe più corretto definirlo “nascosto” – di Neil Young, scritto nel periodo che segnò la separazione dall’attrice Carrie Snodgress, alla quale si ispirò per A man needs a maid inclusa in Harvest del 1972, uno dei suoi dischi più belli di sempre. Young ha registrato l’album nel 1975, e dei 12 brani che lo compongono sette non sono mai stati pubblicati ufficialmente: il cantautore lo aveva giudicato “troppo personale”, ed aveva deciso di lasciarlo nel cassetto. Fa impressione come lo stato d’animo di 45 anni fa ricordi quello del periodo attuale, tanto è il senso di smarrimento e isolamento emanato da questi brani. Non tutto però qui è oscuro: ci sono anche momenti più leggeri come una sorta di jam con i suoi amici Robbie Robertson e Levoln Helm, due leggende che suonavano nella “Band”.
Paul Weller – On Sunset
Anticipato dal singolo “Village”, uscirà il 19 giugno “On Sunset”, il nuovo album di Paul Weller. A due anni di distanza da “True Meanings” torna il gigante della musica British, che superati i 60 anni continua a essere un punto di riferimento per le nuove generazioni. Weller ha iniziato a lavorare al nuovo album nel 2018, dopo la pubblicazione di “True Meanings”. “On Sunset” contiene dieci canzoni, ballate e classici brani pop dallo stile inconfondibile. Paul Weller guarda al passato, ma con un occhio rivolto al presente e attento alla ricerca e sperimentazione musicale. L’album è stato scritto e registrato presso i Black Barn Studios nel Surrey, prodotto da Jan “Stan” Kybert e dallo stesso Paul con l’aiuto di Charles Rees. Gli arrangiamenti per archi sono di Hannah Peel.
Phoebe Bridger – Punisher
Sempre il 19 giugno esce Punisher, il nuovo album di Phoebe Bridgers, uno dei più attesi dell’anno. Phoebe Bridgers è la grande promessa del folk americano, una ragazza di 25 anni che scrive canzoni desolate e perfettamente sintonizzate sulla sua generazione. Al momento non sembra molto turbata dalle aspettative che la circondano: “non m’interessa diventare un personaggio pubblico e nemmeno nascondere aspetti di me stessa. Ho una personalità normale. Le canzoni, per me, sono come una terapia: sono una persona ordinaria, una che va dalla psicologa” ha dichiarato. Nel frattempo, l’artista aveva ironicamente annunciato su Instagram le date del suo World Tour, che in tempi di lockdown aveva come tappe la cucina, il bagno e la camera da letto.