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Denise Capezza: «In “Cobra non è” interpreto una dark lady, ma nella vita sono sensibile e riservata»

Star di serie cult come “Gomorra” e “Baby”,  l’attrice trentenne Denise Capezza è nel cast di “Cobra non è” dove interpreta una dark lady che ha imparato a vivere in un mondo di uomini.

Denise Capezza è la protagonista femminile dell’opera prima di Mauro Russo “Cobra non è”. Il film è disponibile dal 30 aprile su Amazon Prime Video. Ma il successo di questa giovane attrice arriva da molto lontano. Nel 2012, con la sua valigia colma di sogni e determinazione, approda in Turchia, dove è scelta come protagonista di alcune serie TV turche come “Ucurum”. Da quel momento in poi la sua carriera cambia. Vola ad Istabul, impara la lingua turca in tre mesi, si susseguono progetti su progetti, per ben quattro anni. Poi decide di tornare in Italia, dove viene scelta per interpretare il ruolo di Marinella nella serie di successo “Gomorra”.  La forza e il coraggio la portano ad essere scelta da Netflix per il ruolo di Natalia nella seconda stagione di “Baby” dove la ritroveremo anche nella terza ed inedita stagione, che sarà disponibile prossimamente.

Con il suo sguardo profondo e quella riservatezza elegante, nutre ogni giorno il suo percorso. Porta avanti i suoi piccoli grandi passi, tra fiducia ed equilibrio. Quei passi, messi uno dopo l’altro, diventano tasselli di un mosaico intenso e veritiero che portano Denise Capezza all’essenza della libertà.

E disponibile su Amazon Prime Video il film “Cobra non è”. Ci descrivi il tuo personaggio? 

Angela rappresenta in qualche modo la donna del mistero. All’interno del film è un personaggio velato, una sorta di dark lady. Difficile comprendere realmente chi è. Sembra quasi che indossi una maschera. È una donna forte, in qualche modo anche pericolosa. Con la sua furbizia riesce a ritagliarsi una posizione privilegiata in un ambiente gestito prevalentemente da uomini. Lei rappresenta l’unico leader femminile di questa realtà. In “Cobra non è” le donne sono personaggi risoluti, forti, reattivi. 

Denise Capezza in una scesa di “Cobra non è” – Photo credits: Angel/Press Office

Perché consiglieresti di guardare “Cobra non è”, in questo periodo?

Lo spettatore può lasciarsi trasportare dalle atmosfere underground di una storia che nasce dalla fascinazione per i film poliziotteschi degli anni 70-‘80È un po’ un viaggio psichedelico, che riesce a distrarre almeno per un’ora dal difficile periodo che stiamo vivendo.

Denise Capezza e Gianluca Di Gennaro in una scesa di “Cobra non è” – Photo credits: Angel/Press Office

In “Baby” sei Natalia, un personaggio femminile non facile da raccontare. In che modo sei riuscita a costruirla? 

Non è stato facile costruire un personaggio come quello di Natalia. Ho sempre cercato di darle una profondità, per raccontare il suo vissuto. Un vissuto che andava oltre ciò che si vede all’interno della storia. Ai silenzi, ai comportamenti e agli sguardi di questa ragazza, ho voluto dare un significato. Ho colto ogni momento per riportare in auge le scelte fatte e il suo passato. 

Secondo te, cosa manca ancora ai film e alle serie per raccontare il mondo femminile? 

La serialità, in questi ultimi anni, sta dando maggiore spazio ai ruoli femminili. Al cinema, invece, si fa più fatica e spesso siamo solo figure di contorno. Manca uno sguardo autentico al nostro universo. Si fabbricano continuamente automi di donne rielaborate nella mente degli uomini, di nostro c’è ben poco. Vorrei che venissimo raccontate non solo come gli uomini ci vedono, o vorrebbero vederci. In generale, penso che ci sia poca propensione al rischio ed alla sperimentazione, e che si punti spesso e volentieri su personaggi e prodotti standardizzati. 

A teatro nei mesi scorsi hai portato in scena “After The End”, per la regia di Francesco Saponaro, insieme all’attore Eduardo Scarpetta. C’è un ruolo che ti piacerebbe affrontare sul palcoscenico? 

Sarebbe molto interessante poter lavorare su grandi classici rielaborati in chiave moderna, guidata da uno sguardo innovatore. Sperimentare l’essere, non “il fare”. Il teatro ti permette di vivere nel profondo un personaggioimmergendoti completamente nella storia. È un’occasione che non va sprecata. In scena tutto può succedere e sei tu che lo fai accadere. Al cinema, invece, incidono tanti fattoridalla regia al montaggio e, più in generale, quando un prodotto funziona, funzionano anche gli attori, non sempre talentuosi. After The End” è stata una prova fisica e psicologica molto intensa, mi ha dato la possibilità di indagare fino in fondo un personaggio e di migliorarmi come artista.

Hai compiuto da poco trent’anni. Chi è Denise oggi, e quali sono le sue consapevolezze? 

So di essere una persona introversa e riservata. Questo mio essere mi porta ad aprirmi con gli altri sempre in maniera ponderata. In qualche modo, resto quasi umanamente nascosta. Adesso ho voglia di lavorare su questo aspetto del mio carattere. Ho bisogno di eliminare tutto ciò che nella mia vita è superfluo ed inutileSono sensibile, determinata, a volte irruente. Tengo molto, ancora oggi, al controllo. Ogni cosa deve funzionare, per me. Eppure, ho compreso che molto spesso dovrei lasciarmi andare un po’ di più.

Se ti guardi indietro che ricordi hai della te bambina? 

Penso di essere tornata ad essere un po’ comero da piccolaSono stata una bambina molto riflessiva, osservavo sempre con attenzione e curiosità le cose e le persone che avevo intorno. Osservavo, disegnavo, scrivevo e divoravo film.

Che rapporto hai con la natura? 

Provo una forte gratitudine nei confronti della natura esoprattutto, ho un legame viscerale con gli animali. Mi riconosco in loro, li vivo e li rispetto. In questi giorni mi è capitato di incontrare un cane randagio, sotto casa. In qualche modo ci siamo riconosciuti e fatti compagnia.  

Che significato dai alla parola “libertà”? 

La libertà è la capacità di manifestare le proprie idee ed i propri pensieri in maniera diretta, senza porsi dei filtri. È un valore che associo all’essere se stessi. Siamo tutti un po’ conformisti, io per prima. Libertà significa non farsi manipolare dal sistema, rimanendo fedeli a ciò che siamo

photo credits: Twitter @denise_capezza

Se chiudi gli occhi e ti immagini tra vent’anni, cosa ti auguri? 

Mi auguro di non perdere la mia curiosità, di conservare la gioia della scoperta e la capacità di riconoscere la bellezza. Raggiungere un equilibrio che mi consenta di vivere con pienezza e far star bene chi mi è intorno. 

 

 

 

 

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