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Coronavirus: la protesta di ristoratori, estetisti e parrucchieri. Vissani consegna le chiavi del suo ristorante.

Dopo il discorso del premier Giuseppe Conte, che sposta a giugno la riapertura di molte attività commerciali, si moltiplicano le iniziative di protesta di commercianti, ristoratori e gestori di locali.

Esercenti in rivolta dal Nord al Sud dell’Italia, da Milano a Portofino a San Giovanni Rotondo, contro le mancate riaperture di locali ed esercizi commerciali. Anche Gianfranco Vissani ha consegnato le chiavi del suo ristorante in segno di protesta.

A Milano ristoratori e gestori di locali, estetisti e parrucchieri, protestano contro la decisione del governo di mantenere la chiusura di queste attività commerciali anche nella fase 2, che partirà dal 4 maggio. Oggi alle 11:30 una delegazione che rappresenta circa 2 mila commercianti consegnerà le chiavi di altrettanti locali e ristoranti al Comune di Milano.

Una delegazione, composta da tre persone per evitare assembramenti, ha raggiunto ieri piazza della Scala sfilando simbolicamente per via Manzoni, zona commerciale del centro di Milano. «Consegneremo 2 mila chiavi di ristoranti, negozi di estetica, parrucchieri, sale cinematografiche al Comune per protesta». ha spiegato il promotore della manifestazione e ristoratore, Alfredo Zini. «Non sappiamo se riusciremo a riaprire a giugno perché non sono chiare nemmeno le regole. Abbiamo subito cali di fatturato del 70% e dovremo investire per adeguare le nostre attività a nuove misure di sicurezza. Noi viviamo di convivialità, e al momento non sappiamo nemmeno se una famiglia di 4 persone può stare seduta insieme al tavolo di un bar o di un ristorante. Anche sui dispositivi di protezione non c’è chiarezza».

I ristoranti di Portofino accendono luci in segno di protesta

Nella Piazzetta di Portofino si sono riaccese le luci dei ristoranti, ma solo per una sera e per protesta. Sono stati più di un centinaio i partecipanti tra Santa Margherita Ligure e Portofino all’evento “Risorgiamo Italia”, la protesta con cui titolari di bar, pub, ristoranti chiedono al governo di poter riaprire. Ieri mattina i commercianti hanno simbolicamente consegnato le chiavi dei locali al sindaco di Santa Margherita Donadoni. 

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Sedie vuote in piazza a S. Giovanni Rotondo

Sedie vuote posizionate davanti a palazzo di Città, su ognuna delle quali era apposto il nome di un’attività commerciale di San Giovanni Rotondo, nel foggiano. Dopo aver acceso  le insegne delle loro attività, i commercianti hanno consegnato simbolicamente le chiavi delle loro attività al sindaco Michele Crisetti. 

Lo chef Vissani consegna le chiavi del suo ristorante

Anche Gianfranco Vissani ha consegnato, in modo simbolico, le chiavi del proprio ristorante di Baschi al sindaco del comune umbro, Damiano Bernardini, nell’ambito della mobilitazione nazionale “Risorgiamo Italia”. Insieme a lui, davanti al municipio, era presente una delegazione di altri sette operatori locali del comparto che hanno aderito all’iniziativa.

La protesta dei ristoratori pugliesi

Una chiave in cartone che rappresenta le 3.500 chiavi di imprenditori del mondo Ho.re.ca. (hotel, ristoranti e bar) e dei locali di pubblico spettacolo di tutta la Puglia è stata consegnata simbolicamente  al sindaco di Bari e presidente dell’Anci, Antonio Decaro. I ristoratori pugliesi hanno aderito alla manifestazione di protesta organizzata dall’associazione Movimento Impresa. Si chiedono al Governo misure più incisive per il rilancio del settore dopo questo periodo di lockdown per l’emergenza coronavirus. L’iniziativa, partita da Bari, ha coinvolto 185mila attività di 19 regioni in tutta Italia. «Senza contributi a fondo perduto – spiega Gianni Del Mastro del direttivo nazionale – più del 50% delle attività non ce la farà, con una ricaduta in termini occupazionali di 100mila impiegati pugliesi che rischiano il licenziamento sul totale dei 220mila addetti assunti».

Marco Silvestroni: Consegnate 340 chiavi di chi non riaprirà 

«In aula alla Camera ho voluto consegnare 340 chiavi che una volta aprivano le serrande di tanti esercizi commercianti del mio collegio che è il territorio dove vivo e sono cresciuto», ha detto il deputato di Fratelli d’Italia Marco Silvestroni.

«Sono tante di Albano e della zona dei castelli Romani. Ma simbolicamente, sono quelle di tutte le botteghe Italiane che con le prescrizioni della fase 2 di Conte non potranno più riaprire. Ho ritenuto doveroso farmi loro portavoce perchè nonostante tutto non vogliano mollare ma adesso non c’è la fanno più. Quelle chiavi consegnate a Conte e ai suoi esperti, sono i sogni le speranze e i sacrifici dei commercianti italiani. Persone che hanno sempre fatto la loro parte pagando le tasse, difeso i loro dipendenti e retto l’economia della Nazione».

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