L’associazione di categoria Cosmetica Italia esprime una “profonda insoddisfazione” per le decisioni annunciate ieri sera dal premier Giuseppe Conte. E chiede la riapertura dei saloni di acconciatura e dei centri estetici con tempi e modi anticipati.
La misura prevede la riapertura dei parrucchieri e dei centri estetici soltanto il 1° giugno, mentre altre attività potranno riaprire già dopo il 4 maggio.
Il prolungamento del lockdown fino a quella data genererebbe inevitabilmente una grave crisi sociale a carico di quasi 300.000 famiglie italiane. I lavoratori del settore da 90 giorni sono senza una fonte di reddito e senza alcuna misura di sostegno efficace.
“Insostenibili conseguenze su un settore economico grande e frammentato, costituito in gran parte da piccole imprese già in ginocchio”, si legge nella nota.
Renato Ancorotti, presidente di Cosmetica Italia, ha dicharato:
«Come produttori di cosmetici siamo preoccupati per una decisione che avrà impatti sia sul canale distributivo di acconciatori e centri estetici sia sulla filiera produttiva, con inevitabili ricadute occupazionali. Il settore è certamente in grado di darsi ulteriori regole igienico-sanitarie rigorose, a completamento di quelle efficaci già normalmente applicate, per una ripresa rapida che coniughi attenzione alla salute e alla sicurezza degli operatori e dei clienti, richiesta di benessere dei cittadini e riduzione degli impatti sociali.
Dobbiamo purtroppo considerare che nessun tavolo è stato aperto per la definizione di un protocollo sanitario condiviso finalizzato alla ripresa in sicurezza di queste attività. Confidiamo però che sia ancora possibile un ripensamento del Governo ed una ridefinizione delle regole a sostegno della categoria».
Cosmetica Italia chiede la riapertura con tempi anticipati rispetto alle comunicazioni effettuate dal Governo
Le conseguenze saranno certamente la cessazione definitiva di oltre un terzo delle attività, con il rischio di favorire la nascita e la diffusione di lavoro nero a domicilio senza controlli né misure di sicurezza. In questo modo si rischia anche di incrementare in modo esponenziale il pericolo di contagio che le misure vorrebbero evitare.
L’attività di parrucchieri e centri estetici genera un volume di affari che supera i 6 miliardi di euro. Nel settore sono impiegati oltre 263.000 addetti in 130.000 saloni. Secondo i dati Unioncamere, le attività di parrucchiere e centri estetici sono la seconda categoria artigianale nel nostro Paese.
La nota di Cosmetica Italia conclude: “Alla luce dei dati e delle considerazioni esposte e della natura ancora non dispositiva delle dichiarazioni del Presidente Conte, chiediamo con forza la riapertura dei parrucchieri e dei centri estetici con tempi e modi anticipati rispetto alle comunicazioni effettuate dal Governo, per la sopravvivenza e la salvaguardia di un settore fondamentale per l’economia e le famiglie italiane.