Nessuno sa chi sia: l’identità di Banksy è ad oggi ancora un mistero, ma in questi anni la sua arte ha fatto il giro del mondo. Non a caso è considerato uno dei maggiori esponenti della street art contemporanea, messa al servizio soprattutto di tematiche politiche e sociali, in nome della sensibilizzazione e della comunicazione di massa.
Negli anni Banksy ha fatto ricorso, per parlare di inquinamento, repressione, maltrattamento e guerra, a diversi soggetti. In particolare sono diventati iconici i suoi ratti.
Questi animaletti, già apparsi in passato sui muri di mezzo mondo (Parigi, New York, Bristol, Londra, Los Angeles) sono tornati oggi in una chiave un po’ diversa dal solito. Stavolta infatti sono il frutto della quarantena da emergenza sanitaria, che anche Banksy come tutti è costretto a osservare.
La nuova opera di Banksy
Costretto in casa a causa dell’emergenza da Coronavirus, Banksy è ovviamente impossibilitato a portare la sua arte nelle strade. L’effetto dello smart working di questi giorni è stato condiviso sul suo canale Instagram, dove a seguirlo sono circa 7.6 milioni di follower.
Diverse foto e una didascalia di accompagnamento molto incisiva e ovviamente ironica: “My wife hates it when i work form home“, che sta a significare che la moglie lo odia quando lavora a casa.
#Banksy quarantine🙈 pic.twitter.com/fThI01QCW0
— Gaz 🐾 (@Gazeberinside) April 16, 2020
Il motivo è presto spiegato scorrendo le foto, testimonianza della nuova opera casalinga di Banksy. Il lavoro segna il ritorno dei suoi ratti, ma stavolta in un luogo chiuso: il suo bagno di casa. Ecco il perché del “disappunto” di sua moglie. I ratti si aggirano sulle superfici e sulle pareti, sporcando tutto e facendo dispetti. Inclinano lo specchio, si arrampicano sui ripiani, srotolano la carta igienica, strizzano il tubetto del dentifricio.
Insomma, portano disordine e sporcizia ovunque! Ce n’è anche uno riflesso nello specchio che imbratta il muro, forse portando il conto dei giorni che passano. Sarà lo stesso Banksy?