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Milano Fashion Week: i protagonisti del Fashion Hub Market, la vetrina degli stilisti emergenti

Fashion Hub Market a quota dieci edizioni. Il progetto nato nel 2015, che offre un trampolino di lancio anche quest’anno per gli emergenti, occuperà gli spazi milanesi del Museo de La Permanente, da oggi sino al 24 febbraio.

Ad accoglierci al Fashion Hub Market ci sono i colori caldi e vivi della stilista africana Abrima Erwiah, fondatrice del marchio “Studio 189” con l’attrice Rosario Dawson. Non solo un brand artigianale, ma anche un’impresa sociale che si è meritata il premio Cfda Lexus Fashion Initiative per la sostenibilità.I capi vengono prodotti in Africa, realizzati con varie tecniche tradizionali da comunità artigianali e raccontano una donna africana cittadina del mondo, che con la bellezza delle proprie radici, si mescola alle metropoli. E in questo emerge il meltin’ pot delle due protagoniste, l’attrice trendy e l’anima  creativa da cui ha origine il tutto. Fantasie geometriche immerse in colori sgargianti, stampe folkloristiche con un tocco glamour. Fa ben sperare questa collezione.

I brand italiani

Tra gli italiani, Gentile Catone, Giuseppe Buccinna con la sua continua ricerca di forme che dialogano con la tecnica, tra elementi classici ricchi di tagli che cercano una fuga dalla realtà. E,tra gli altri, il brand “Apnoea”, che nasce come collettivo nel 2016. I due designer, Pina Pirozzi ed Enzo Della Valle celebrano il made in Italy, ma purtroppo, ammettono candidamente che la distribuzione è perlopiù cinese, a parte due show room che li ospitano in Campania, ammettendo le numerose difficoltà incontrate in Italia per la distribuzione.

L’Ungheria protagonista

Tra i principali protagonisti dell’Hub Market, c’è Budapest. Per la terza volta, cinque marchi ungheresi, nell’ambito di un programma di collaborazione tra CNMI e Hfda  fanno tappa alla Fashion Week. Colpiscono i tessuti leggeri ma dallo stile definito di “Je suis Belle” con il loro logo ricamato con forza dei colori su colori neutri. Dalma Deveneyi e Tibor Kiss ricamano con il filo, oltre che metaforicamente, una cornice contemporanea all’arte popolare. La qualità è uno dei loro valori fondamentali e la delicatezza dei ricami sui tessuti evanescenti e leggerissimi lo testimoniano con uno stile elegante trendy. Tra gli altri, Elysian, con i suoi abiti dalle forme belle, perfette e pacifiche come lo stesso termine, nome del brand, avverbio francese, sta a significare.

Il silenzio della Cina fa rumore

Infine, c’è uno spazio vuoto e potente. Quello dedicato alla Cina, che fa parlare gli schermi nell’area dedicata. Tra loro, Dot Minute, Emma Sweet, brand fondato da Jingijing Tian, che  col suo marchio “Forever girl power”, è risulltata già vincitrice di vari premi, tra cui il Silver Award.

E il silenzio della Cina  ha fatto finora davvero molto rumore. Le iniziative, tra cui lo streaming delle sfilate dedicate alla stampa e ai buyer, per l’iniziativa “China, we are with you” hanno finora registrato milioni di connessioni. E ieri, alla Triennale, la presentazione dell’unico stilista cinese presente, Hanwen, presente, poichè che vive attualmente fuori dalla Cina, ha fatto registrare il tutto esaurito. A ricordarci che non sarà un virus a far smettere di colloquiare due mondi apparentemente lontani, fortemente connessi nel nome della moda.

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