Creatività senza confini: si è svolta Made in 55, la sfilata di Fashion Design dell’Accademia di Brera, in co-lab con Scuola di Nuove Tecnologie dell’Arte.
Made in 55 ha sfilato negli spazi suggestivi dell’Accademia di Brera a Milano, proprio nel corridoio adiacente all’iconica aula 55 che si affaccia sul segreto Cortile della Magnolia. La sfilata ha incarnato l’essenza più pura della libertà creativa. Protagonisti del runway show, gli studenti del corso di Fashion Design, ciascuno portavoce della propria visione, delle proprie emozioni, delle proprie inclinazioni estetiche. E gli studenti della scuola di Nuove Tecnologie dell’Arte, che hanno contribuito a realizzare contenuti audio e video che hanno accompagnato l’evento, creando così una sinestesia perfetta.
Senza vincoli tematici, ogni designer ha dato vita a outfit unici, autentici, specchio della propria identità e del proprio percorso di ricerca. Un vero inno all’individualità e all’espressione personale, in cui i tessuti, i tagli e le silhouette si sono mossi come frammenti in un disegno perfetto.
Il momento più evocativo? Sicuramente nel finale: ogni outfit è stato avvolto in un lenzuolo bianco. Poi ogni designer ha firmato il suo lavoro, trasformando il tessuto in simbolo creativo.
Sfilata Made in 55
Gli studenti che hanno realizzato gli outfit che hanno sfilato a Made in 55 sono:
- Patrizia M. Coppola: si è ispirata al cambiamento nelle forme e nei valori a favore della fluidità intesa come perdita di rigidità
- Nicola Fortunato: un riadattamento personale e contemporaneo del film La Maschera di Ferro, fatto di contrasti sia visivi che materiali
- Dorrin Attarpour: ha eseguito un racconto intrecciato nel tessuto, che esplora la fragile tensione tra presenza e assenza, dove le silhouette si distorcono e si disfano
- Mahya Khazaee: una riflessione sul concetto di pregiudizio che prende forma attraverso tessuti a contrasto, layering e costruzioni sartoriali strutturate
- Maddalena Maisto: una riflessione sulle relazioni interpersonali nel contesto contemporaneo, dove spesso dimentichiamo la bellezza e la potenza della vulnerabilità in un mondo che corre veloce
- Sergio Bao: si ispira ai suoi viaggi in oltre sessanta paesi, incontrando diversi popoli nomadi; unisce tessitura artigianale e tecnica della decostruzione, per reinterpretare in chiave contemporanea la ricchezza di queste tradizioni
- Assal Taheri: un invito a vivere la modernità senza perdere le proprie radici, una vera fusione, non solo culturale, ma anche emotiva e sensoriale
- Chenwei Tang: l’ispirazione è venuta in una mattina piovosa, quando ha scoperto ombrelli e impermeabili abbandonati per strada e si è trasformata nel racconto di storie e le emozioni nascoste sotto la superficie, in equilibrio tra eleganza e mistero
- Wenyan Xu: un tributo alla forza e alla contraddizione della donna moderna, che indossa capi senza tempo abbinati a pezzi futuristici
- Zhitao Shi: la sua ispirazione viene da un bicchiere d’acqua, che rappresenta la fiducia ed evolve poi verso l’illusione ottica
- Huo Binglin: l’abbigliamento è una forma d’arte, tra libertà espressiva e tensione alla costrizione