Simon Cracker nella sfilata FW25 critica i ricchi e la disparità nella distribuzione della ricchezza nella società odierna. Dedicata a Oliviero Toscani.
Soldi, soldi, soldi solo a parole per la sfilata FW25 di Simon Cracker! Sempre ricchezza, ma solo per finta. Like su Instagram: “Adoro quello che fate…e poi?” Lo scollamento tra il percepito e la realtà è diventato incolmabile. Quel poco che è rimasto della moda vive in una bolla che nulla ha a che fare con la vita vera. I vestiti, fast fashion o lusso, non interessano più a nessuno.
Dal fatto di fare una fatica felicemente epica nel tenere vivo il brand è nato il pensiero de “Le perle ai porci”. E la sua traduzione estetica è stata inevitabilmente la ricchezza. Considerando che il 10% più ricco della popolazione globale possiede il 76% di tutta la ricchezza del mondo c’è evidentemente qualcosa che non sta funzionando come dovrebbe. Dunque la collezione FW25 di Cracker è dedicata a chi si danna l’anima per provare a sopravvivere, a tutti i poveri e a Oliviero Toscani.
Simon Cracker FW25
L’ironia è l’arma che usa Simon Cracker nella FW25 per esprimere disappunto. E allora…le sciure o i bauscia milanesi, le Birkin stampate e disegnate su borse e capi, la giacca di Chanel fatta di vernice spray.
Ma anche i foulard tarocchi di Hermes in testa o sulle spalle o trasformati in abiti. Festoni e fiocchi da pacco regalo che fanno tanto concetto Prada. Oro degli stolti un pò dappertutto. Sul finale il vestito viene addirittura cancellato da circa 500 cartellini di altri brand. In fondo che cosa è davvero importante? La palette è ispirata ai Quality Street ovvero i tradizionali cioccolatini delle nonne inglesi. Le tecniche di lavorazione sono il legame con le collezioni precedenti. I nodi, i capi patchwork legati da fascette industriali e una sperimentazione sulle tecniche di tintura. Infine continua la co-lab con Dr. Martens. Trasformando scarpe streetwear in ballerine Chanel. La guida per la collezione? L’ironia di Franco Moschino.
