Michela Cattai è protagonista della terza edizione di Homo Faber 2024: The Journey of Life. Dal 1 al 30 settembre sull’Isola di San Giorgio a Venezia!
Michela Cattai è protagonista della terza edizione di Homo Faber 2024: The Journey of Life. Ovvero il prestigioso evento promosso dalla Michelangelo Foundation for Creativity and Craftsmanship. L’obiettivo? Valorizzare l’alto artigianato contemporaneo. In scena dall’1 al 30 settembre nel complesso monumentale della Fondazione Giorgio Cini, sull’Isola di San Giorgio a Venezia, sotto la direzione artistica di Luca Guadagnino insieme all’architetto Nicolò Rosmarini, l’appuntamento di quest’anno esplora il tema The Journey of Life.
E presenta nella sala dedicata alla Natura anche il progetto in vetro della Cattai Botanica Adriatica. L’habitat della laguna veneziana definito nello scambio fra acque marine e fluviali ha ispirato l’artista e designer, che si è concentrata su vegetazioni specifiche come la salicornia e la salsola: un tempo le ceneri di queste piante contenenti potassio e carbonato di sodio venivano utilizzate per realizzare il vetro soffiato a Murano. Le propaggini delle due specie si ramificano nei manufatti di vetro come mosse dalle maree delle acque salmastre.
Botanica Adriatica di Michela Cattai
Con un pensiero di tipo pittorico Michela Cattai sperimenta il vetro e racconta se stessa attraverso un soffio. Quello del maestro vetraio che nella dimensione ancestrale della fornace dà forma alla materia. Una metamorfosi in cui non solo la materia si trasforma in altro, ma cristallizzandosi cattura per sempre un istante e un tempo.
L’effimero si concretizza in elemento d’arte. Ogni pezzo è unico e irripetibile. Ogni opera racchiude in sé il dialogo empatico e silenzioso fra il pensiero della creativa e la mano dell’artigiano, ogni creazione si rivela una sfida.
Le tecniche dei maestri vetrai muranesi sono un patrimonio di saperi che la Cattai valorizza nei suoi progetti, con la volontà di celebrare una storia millenaria per portarla nella contemporaneità con la sperimentazione.
Le forme dei suoi lavori si rivelano in un raffinato equilibrio di tensioni e di volumi liberi, di gesti precisi e di imperfezione in un rapporto intenso con la natura. L‘artista interpreta la bellezza dei suoi movimenti, delle sue sagome e colori, della sua resilienza, immersa nella magia dell’acqua della Laguna che assume riflessi sempre diversi nel succedersi di giorni e stagioni.
