Fino al 26 maggio, presso la Strati d’Arte Gallery di Roma, sono esposte le opere di Paolo Campagnolo. La mostra, curata da Sveva Manfredi Zavaglia, si intitola “Ray of Light”
In questa serie di opere che fanno parte della mostra “Ray of light – Raggi di luce” presentate alla Strati d’Arte Gallery, «la novità di Paolo Campagnolo sta nell’ideologia artistica e nell’anticipazione che prende atto dell’antropocentrismo gestuale dell’opera e si situa in un orizzonte in cui le certezze vengono erose e sconvolte per poi essere pian piano ricomposte creando splendidi arazzi di varie dimensioni», spiega la curatrice Sveva Manfredi Zavaglia.
Paolo Campagnolo è nato a Roma, e vive tra Roma e Venezia, dove ha i suoi studi. Dal 1989 al 1995 ha vissuto, lavorato ed esposto a Londra, Berlino e Roma. Ha esposto inoltre a Istanbul, Tokyo, New York e Sydney. Ha approfondito e ricercato sempre nuovi linguaggi pittorici. Campagnolo riesamina le antiche tecniche artistiche, e le rielabora in un contesto semantico aggiornato. Le sue opere fanno parte di collezioni private in Usa, Europa, Asia e Australia.
“Ray of Light”, la mostra di Paolo Campagnolo alla Strati d’Arte Gallery di Roma
«L’occhio alla scienza, come alla natura introspettiva di Campagnolo, è un moto continuo di trasformazione della realtà estrema», prosegue la curatrice. «Un’organizzazione spaziale, geometrica, matematica, scientifica che arriva alla purezza nitida della materia pittorica. Nella scomposizione dell’opera appare all’occhio attento attraverso suggestioni spaziali quali raggi luminosi e vibrazioni dei pigmenti che compongono l’arazzo: tracce cromatiche, indeterminate e non, create da agenti corrosivi come lampi di coscienza liquidi».
«La ricerca di Paolo Campagnolo viene su ispirazione dell’Expanded Painting», spiega ancora Sveva Manfredi Zavaglia a Wondernet Magazine. «È un tipo di pittura che va oltre il quadro e i limiti fisici dell’immagine per indagare fino a dove la pittura può spingersi nelle altre dimensioni spaziali e temporali. La sua arte è il risultato di un intenso lavoro e un’evoluzione naturale in direzione dell’essenziale. Come nell’arte giapponese, dove tutto è ricerca di quella leggerezza, tra i piccoli ritagli di tela. Possiamo leggere la sua ipotesi pittorica che inizia dal figurativo per approdare fino all’astratto, oltre la quinta dimensione, nel silenzio, in dialogo con la natura e la sola luce colorata».
Le opere di Campagnolo, tra arazzo e scultura
«L’opera di Paolo Campagnolo è una ricerca continua del principio unitario di base universale del “pensare pittura”. Lo spazio dell’opera stessa diventa tridimensionale e caratterizzato dal punto di vista prescelto dall’osservatore come prima descritto. Ugualmente diventano tridimensionali i colori che in esso appaiono. Tutto diventa unico nella concretezza nell’esistenza. L’immagine di spazio che percepiamo agli occhi si identifica con l’immagine spazio della nostra mente. Le opere di Paolo Campagnolo infatti portano alla riflessione intellettuale sul dato percepito, prima del vedere mentale: come luoghi di viaggi, sensazioni, idee. E poi con gli occhi, come raccontava Argan, nella creazione della pura forma dell’opera».
«Con questi aspetti, affioramenti pittorici, residui e materia e con queste sonorità Paolo Campagnolo, che spesso lavora tono su tono, insegue le tante sfumature e gradazioni possibili in modo naturale. In esse ritroviamo significati e tensioni mistiche, come impronte e frammenti dell’anima che alludono ad un ricordo, un passaggio di esistenza in presenza assenza. Nel suo racconto, ci crea uno spazio immaginario in piena libertà e ci lascia riflettere sull’interpretazione oltre l’opera stessa».
“Ray of Light”
Galleria: Strati D’Arte Gallery
via Sicilia, 133-135, Roma
Apertura dal 5 al 26 maggio
Orario: dal lunedì al venerdì ore 10 -16
Per visite fuori orario contattare [email protected]