Il 24 febbraio del 2003 moriva Alberto Sordi, uno dei più importanti e amati attori del cinema italiano. La vita, la carriera, aneddoti e curiosità.
Vent’anni fa moriva ad 82 anni Alberto Sordi, uno dei più importanti attori di tutti i tempi. Ha recitato in 160 film ed è considerato uno dei più grandi interpreti della commedia all’italiana con Nino Manfredi, Vittorio Gassman e Ugo Tognazzi. Insiema ad Aldo Fabrizi e Anna Magnani, Alberto Sordi è stato tra i massimi esponenti della romanità cinematografica della sua generazione.
Nato a Roma nel quartiere Trastevere, in Via di San Cosimato, il 15 giugno 1920, con la sua mimica e la sua comicità Sordi si è fatto portavoce di un’intera generazione, di un intero popolo, che in lui si è riconosciuto e con lui ha riso. Ha rappresentato difetti e pregi, vizi e virtù dell’italiano: i suoi film sono patrimonio del cinema e della cultura italiana.
Alberto Sordi, gli esordi e l’espulsione dall’Accademia per l’accento romanesco
Tenace e destinato ad emergere, nel 1936, a soli sedici anni, Alberto Sordi incide un disco di fiabe per bambini per la casa discografica Fonit. Con il ricavato parte per Milano, dove si iscrive al corso di recitazione all’Accademia dei Filodrammatici. Per trasferirsi al Nord abbandona gli studi all’Istituto di Avviamento Commerciale “Giulio Romano” di Trastevere, anche se in seguito conseguì il diploma di ragioniere da privatista, per fare contenta la madre. L’esperienza all’Accademia ebbe un esito fallimentare: si concluse con l’espulsione del giovane Sordi a causa della sua marcata inflessione romanesca.
Ma Albertone non si arrende, e continua la sua crescita professionale. Si fa conoscere come doppiatore di Oliver Hardy, alla Radio e nel Varietà, conquistando il pubblico con i suoi primi personaggi divertenti. In quel periodo nasce l’amicizia con Federico Fellini che lo avrebbe portato al successo come attore.
La carriera da attore
Proprio “Lo sceicco bianco” di Federico Fellini nel 1952 segna l’inizio della popolarità di Alberto Sordi. È il primo successo di una carriera fatta di 160 film, al ritmo di circa 10 all’anno. Con la sua capacità di scherzare e ironizzare sulle piccolezze, sulle nevrosi e le contraddizioni degli italiani nel corso degli anni Alberto Sordi conquista l’affetto di un pubblico sempre più numeroso e lascia un segno nella storia del costume dell’Italia. “I vitelloni”, “Un americano a Roma”, “La grande guerra”, “Tutti a casa”, “Una vita difficile”, “Lo scopone scientifico”, “Il marchese del Grillo”: impossibile menzionare tutte le sue apparizioni e tutti i personaggi interpretati, quelle maschere popolari indimenticabili che lo hanno reso un fiore all’occhiello del migliore cinema italiano.
Alberto Sordi regista
Alberto Sordi non solo era un attore e un doppiatore di successo, ma ha anche diretto diversi film. Il suo primo film da regista è stato “Fumo di Londra” del 1966, scritto e interpretato da Sordi stesso. Ha poi diretto e interpretato numerosi altri film, tra i quali “Un italiano in America”, “Storia di un italiano”, “Io e Caterina”, “In viaggio con papà”, “Il tassinaro”, “Nestore l’ultima corsa”.
La poesia di Gigi Proietti ai funerali di Alberto Sordi
I funerali di Alberto Sordi furono celebrati a Roma, in Piazza San Giovanni, il 27 febbraio 2003, in presenza delle massime autorità dello Stato. Centinaia di migliaia di persone riempirono non solo la piazza ma anche le strade e i vicoli circostanti, per dare l’ultimo saluto al “loro” Albertone. Dal palco, Gigi Proietti lesse una poesia memorabile scritta per l’addio al grande attore:
“Io so’ sicuro che nun sei arrivato ancora da San Pietro in ginocchione,
a mezza strada te sarai fermato a guarda’ sta fiumana de persone.
Te rendi conto sì ch’hai combinato,
questo è amore sincero, è commozione,
rimprovero perché te ne sei annato,
rispetto vero tutto pe’ Albertone.
Starai dicenno: ma che state a fa’,
ve vedo tutti tristi nel dolore
e c’hai ragione,
tutta la città sbrilluccica de lacrime e ricordi
‘che tu non sei sortanto un granne attore,
tu sei tanto di più, sei Alberto Sordi”.
La tomba e l’epitaffio: «Sor Marchese, è l’ora»
Alberto Sordi riposa nella cappella di famiglia nel Cimitero Monumentale del Verano a Roma. Sulla sua tomba è inciso come epitaffio una battuta ripresa da “Il marchese del Grillo”, uno dei suoi film più celebri, diretto nel 1981 da Mario Monicelli: «Sor Marchese, è l’ora».