Si avvicina l’ultima ricorrenza del periodo natalizio: il 6 gennaio la Chiesa celebra l’Epifania, cioè la visita dei tre Re Magi a Gesù Bambino. Ma nella tradizione popolare si festeggia la Befana, che porta dolci ai bambini buoni e carbone a quelli cattivi. Vediamo come è nata la figura della vecchina che vola sulla scopa, e anche la ricetta per il carbone dolce fatto in casa.
«La Befana vien di notte/con le scarpe tutte rotte», recita una filastrocca popolare. Il 6 gennaio è usanza per i bambini appendere calze e calzini, e aspettare che la Befana li riempia di leccornie e dolciumi. I bimbi “cattivi”, invece, riceveranno il carbone….che in realtà è un dolce squisito! Come è nata la figura della Befana? È una tradizione che ha origini antichissime: risale infatti a riti che si festeggiavano in era pagana, nel centro e nel nord Europa.
Per gli antichi romani era una maga che propiziava i raccolti. Con il passaggio dal paganesimo al cristianesimo la sua figura fu inizialmente condannata, per poi essere riabilitata e festeggiata in concomitanza con l‘Epifania, cioè festa dell’apparizione di Gesù Bambino ai re Magi. È proprio dalla parola greca “epipháneia” (apparizione) che la Befana prende il nome.
Le origini della Befana si perdono nella notte dei tempi
La Befana è una personificazione al femminile della natura invernale. È rappresentata come una vecchia gobba, con il naso adunco, vestita di stracci e con le scarpe rotte e viene festeggiata nei 12 giorni che seguono il Natale, culminanti in coincidenza con l’Epifania. Ma la sua figura è ben più antica dell’avvento del cattolicesimo. L’origine della Befana risale ad antichissimi riti propiziatori pagani, intorno al X-VI secolo a.C., che chiudevano il raccolto dell’anno trascorso e si preparavano ad accogliere quello dell’anno nuovo.
Gli antichi Romani ereditarono questi riti, associandoli al loro calendario e celebrando il periodo tra la fine dell’anno solare, fondamentalmente il solstizio invernale e la ricorrenza del Sol Invictus. La dodicesima notte dopo il solstizio invernale, si celebrava la morte e la rinascita della natura attraverso Madre Natura. I Romani credevano che in queste dodici notti delle figure femminili volassero sui campi coltivati, per propiziare la fertilità dei futuri raccolti. Da qui nasce il mito della figura “volante”, dapprima identificata in Diana, poi associata a una divinità minore chiamata Sàtia (dea della sazietà), oppure Abùndia (dea dell’abbondanza).
Non solo i romani: anche i nordeuropei festeggiavano la Befana
Un’altra ipotesi collegherebbe la Befana con un’antica festa romana, che si svolgeva sempre in inverno, in onore di Giano e Strenia (da cui deriva anche il termine “strenna”) e durante la quale ci si scambiavano regali.
La Befana secondo interpretazioni largamente accettate in Centro e Nord Europa si richiamerebbe alla figura celtica di Perchta, assimilabile ad alcune figure come ad esempio Frigg in Scandinavia, Holda in nord Europa, Bertha in Gran Bretagna, Berchta in Austria, Svizzera, Francia e Nord Italia.
Dal paganesimo al cattolicesimo: la Befana prima condannata, poi accettata
A partire dal IV secolo d.C. la Chiesa cominciò a condannare tutti riti e le credenze pagane, definendole un frutto di influenze sataniche. L’antica figura della Befana fu gradualmente ripulita da tutte le contaminazioni pagane, e accettata gradualmente dal cattolicesimo, anche se il suo aspetto, benevolo e non negativo, viene talvolta erroneamente associato a quello di una strega.
In realtà la Befana è una una vecchina affettuosa: il carbone è una reminiscenza simbolica del falò che si accendeva a fine anno come rito propiziatorio. La sua scopa volante rappresenta la purificazione dagli avvenimenti dell’anno vecchio, per fare largo all’anno nuovo. Per questo il giorno dell’Epifania, quando si festeggia anche la Befana, viene recitato il detto “Epifania, tutte le feste porta via”.
Befana 2023, la ricetta del carbone dolce
La Befana è buona, nonostante le sue fattezze da strega. E il carbone è quello dolce, e può essere facilmente preparato in casa con pochi ingredienti. Ecco la ricetta.
Ingredienti
- 300 + 200 gr di zucchero
- 100 gr di acqua
- 1 albume
- 100 gr di zucchero a velo
- 1 cucchiaio di alcol per uso alimentare (o vodka)
- 1 cucchiaino di colorante alimentare nero
Procedimento
- Preparare uno sciroppo, mescolando 300 gr di zucchero con l’acqua, e portarlo ad ebollizione. Attendere che diventi caramellato, poi spegnere la fiamma.
- Montare l’albume a neve ferma, aggiungere altri 200 gr di zucchero, lo zucchero a velo e 1 cucchiaio di alcol o di vodka.
- Aggiungere il colorante nero e mescolare fino ad ottenere un composto omogeneo.
- Versate tutto nello sciroppo caramellato preparato in precedenza, far sobbollire senza girare, cuocere per circa un minuto.
- Versare il composto ottenuto in uno stampo rettangolare foderato di carta forno, e lasciarlo riposare a temperatura ambiente per circa 3 ore.
- Quando il composto si sarà indurito e solidificato, capovolgerlo su un tagliere e tagliarlo a pezzi irregolari con un coltello. Il carbone dolce della Befana è pronto per essere consumato. Può essere conservato anche un mese, chiuso in un recipiente di latta.