È morto a 82 anni a San Paolo Edson Arantes do Nascimento, da tutti conosciuto come Pelé. Lo ha annunciato la figlia Kely Nascimento su Instagram. Insieme a Diego Amando Maradona è considerato il più grande giocatore di calcio di tutti i tempi
Dopo la finale dei Mondiali vinta dall’Argentina, Pelé, ricoverato in ospedale da fine novembre per l’aggravarsi delle sue condizioni di salute, aveva trovato la forza di congratularsi con Lionel Messi. “Congratulazioni Argentina! Diego sta sicuramente sorridendo in questo momento”, ha scritto O Rei su Instagram.
La leggenda del calcio brasiliano è morta oggi all’età di 82 anni, che aveva compiuto il 23 ottobre. Dopo i problemi di salute superati nel 2014, l’anno scorso Pelè è stato operato per un tumore al colon.
Le sue condizioni si erano aggravate negli ultimi giorni
Negli ultimi giorni un’insufficienza renale e cardiaca aveva aggravato le sue condizioni. Due delle sue figlie, Kely Nascimento e Flavia Arantes, avevano annunciato sui loro account Instagram che il padre avrebbe trascorso il Natale in ospedale. Dopo che i media brasiliani avevano riferito che la salute di Pelé era peggiorata, O Rei è stato subissato di messaggi di auguri da parte di tutti i suoi fan sparsi per il mondo. Pelé si è spento oggi nell’ospedale Albert Einstein di San Paolo, dove era ricoverato.
Oggi la figlia Kely ha annunciato la morte di Pelé su Instagram: “Tutto ciò che siamo, è grazie a te. Ti amiamo infinitamente. Riposa in pace” ha scritto, aggiungendo l’emoticon di due cuori e una foto delle sue mani intrecciate con quelle di sorelle e nipoti. Pelé lascia la moglie Nomi Aoki e sette figli.
Pelé, O Rei do Futebol
Un mito, una leggenda, un talento assoluto: il nome di Pelé è diventato sinonimo di calcio. Insieme a Diego Armando Maradona è considerato il calciatore più forte di tutti i tempi. Entrambi nati poveri ed entrambi dotati di un talento smisurato per il pallone.
Snocciolare i record di Pelé non restituisce l’emozione che si provava nel vederlo muoversi su campo a ritmo di samba, fare una delle finte che lo hanno reso celebre, tirare e fare gol. Rende però l’idea della carriera di un uomo che da una baracca di Bauru, il comune dello stato di San Paolo dove è cresciuto, è diventato l’emblema del calcio.
Pelé è stato l’unico calciatore al mondo ad aver vinto tre mondiali con la nazionale brasiliana nel 1958, 1962 e 1970. Il suo gol realizzato alla Svezia nella finale del 1958, quando non aveva ancora compiuto 18 anni, è considerato tra i più belli nella storia dei campionati del mondo.
Da calciatore ha legato la sua carriera principalmente al Santos, con cui ha vinto dieci volte il campionato paulista, quattro il Torneo Rio-San Paolo, sei il Campeonato Brasileiro Série A e cinque volte consecutive la Taça Brasil. Ha vinto inoltre due edizioni della Copa Libertadores, altrettante della Coppa Intercontinentale e la prima edizione della Supercoppa dei Campioni Intercontinentali.
Nel 1976, quasi alla fine della sua carriera, Pelé si è trasferito negli Stati Uniti d’America, dove ha conquistato un Campionato NASL con i New York Cosmos.
I titoli e i riconoscimenti conquistati dal Re del Calcio
Pelé è il Calciatore del Secolo per la FIFA, per il Comitato Olimpico Internazionale e per l‘International Federation of Football History & Statistics (IFFHS), nonché Pallone d’oro FIFA del secolo. È l’unico calciatore al mondo ad aver ricevuto il Pallone d’oro FIFA onorario.
Fa parte della National Soccer Hall of Fame, ed è stato inserito dal settimanale statunitense Time nel “Time 100 Heroes & Icons” del XX secolo. Il presidente del Brasile Jânio Quadros ha dichiarato Pelé “Tesoro nazionale” e, nel luglio 2011, “Patrimonio storico-sportivo dell’umanità”.
Ministro per lo Sport in Brasile
Il 1° gennaio 1995 Pelé venne nominato ministro straordinario per lo Sport in Brasile, mettendo a disposizione del governo la propria professionalità e competenza per lo sviluppo del calcio. Frustrato dall’impotenza di non poter cambiare le cose, come lui stesso ha raccontato nella sua autobiografia, nell’aprile 1998 si è dimesso dall’incarico.
Attore in “Fuga per la vittoria”
Nel 1981 insieme a Michael Caine e Sylvester Stallone Pelé ha recitato in “Fuga per la vittoria”, un film che narra il tentativo di fuga di alcuni detenuti in un campo di concentramento nazista durante la seconda guerra mondiale. Con lui altri celebri calciatori degli anni Sessanta e Settanta, tra i quali Bobby Moore, capitano della nazionale inglese campione del mondo nel 1966; il belga Van Himst, il polacco Deyna e l’argentino Ardiles.
Pelé è stato anche il primo personaggio sportivo intorno a cui è stato realizzato un videogioco, “Pelé’s Championship Soccer” per Atari 2600 nel 1980. Gli è stato intitolato lo stadio di Maceió, l’Estádio Rei Pelé (in italiano Stadio Re Pelé), conosciuto anche come Trapichão, costruito nel 1970.
L’autobiografia “Pelé. Io, l’unico re”
Nel 2006 Pelé ha pubblicato la sua autobiografia, intitolata “Pelé. Io, l’unico re”, edita in Italia da Mondadori. Oltre trecento pagine dove l’eroe della “Seleçao” racconta gli anni in cui mandava in delirio gli stadi e in estasi gli appassionati di calcio. Gli oltre mille gol segnati muovendosi sempre sul campo con ineguagliabile eleganza. Le luci e le ombre della sua vita privata, il fallimento del primo matrimonio, i due figli segreti, uno dei quali in carcere. E poi la passione per le belle donne, fra Miss Brasile e conigliette di “Playboy”.
Di lui, Michel Platini ha detto: “Vedere giocare Pelé è come vedere giocare Dio”. Per Cristiano Ronaldo, “Pelé è il più grande giocatore della storia del calcio, e ci sarà sempre e solo un Pelé nel mondo”.
Pelé lascerà un’impronta indelebile nel cuore di tutti coloro che amano il calcio. Basterà chiudere gli occhi, e vederlo danzare sul prato verde, puntare verso la porta e segnare uno dei suoi meravigliosi gol.