Ma come sarebbe il Marchese Onofrio del Grillo in uno di quei sequel o reboot che vanno tanto di moda adesso? E se, per farlo desistere dal famoso «Io so io e voi non siete un cazzo» si ritrovasse in un Canto di Natale firmato Luigi Magni invece che Dickens?
Arriva nelle sale il 17 novembre “Il Principe di Roma”, presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma 2022 e distribuito da Lucky Red. All’Auditorium in conferenza stampa il regista, Edoardo Falcone, e gli interpreti Marco Giallini, Giuseppe Battiston, Filippo Timi e Denise Tantucci.
Del cast fanno parte anche Andrea Sartoretti, Giulia Bevilacqua, Sergio Rubini, Antonio Bannò, Liliana Bottone e Massimo De Lorenzo.
Edoardo Falcone, regista e sceneggiatore del film, presenta “Il Principe di Roma”
«Ho un amore particolare non solo per il film “Nell’anno del Signore”, ma anche per Roma. Volevo fare un film che parlasse di Roma e soprattutto del Papa Re, e il film di Magni è stato un caposaldo. Cercavo l’occasione giusta. Contemporaneamente non volevo fare semplicemente un film comico, ma parlare di temi universali».
«“Canto di Natale” mi consentiva di parlare di trasformazione», prosegue Falcone. «Bypassando il discorso del Natale vero e proprio, ho capito che poteva essere interessante collocare questo Scrooge nello stesso periodo storico del racconto di Dickens però a Roma, cambiando completamente i fantasmi del Natale passato, presente e futuro e trasformandoli in tre dei tanti fantasmi che si aggirano ancora oggi per le strade di Roma».
Marco Giallini: «Non ho pensato a Sordi»
«È il terzo film che faccio con Edoardo Falcone. Abbiamo girato in un momento molto particolare perché c’era ancora il Covid e vedevo tutti con le mascherine. E poi ero solo come un cane. Eravamo io, Battiston, Filippo Timi, Andrea Sartoretti e Denise Tantucci. Mi sono divertito, è stata dura perché un film in costume comporta carrozze e abiti ai quali non sono molto abituato. Tuttalpiù ero abituato alla biga. Non mi sono preparato eccessivamente. Ho letto la sceneggiatura, ma poi Falcone sul set fa quello che vuole e mi ha detto lui cosa fare. È ovvio che quando interpreti un personaggio simile, pensi a Magni, Gassman, Tognazzi e così via: li citiamo sempre. Speriamo che fra quarant’anni si ricorderanno anche di noi».
«Per interpretare er sor principe», afferma Marco Giallini «Non ho pensato a Sordi, ma negli anni le cose che vedi ti entrano dentro. Non è che Sordi è l’unico romano del mondo. Anche Sordi era romano. Quindi sono semplicemente stato romano. Sordi è un grande, ma non è il solo. Poi, da romano, so’ cose che c’hai. Perché o sei romano o sei de Viterbo. L’unica volta che incontrato Sordi, mentre mi dava le spalle guardando un monitor con una ripresa, mi disse: “Lascia perde, non è robba pe’ te”».
I tre fantasmi del passato del film sono Beatrice Cenci (Denise Tantucci), Giordano Bruno (Filippo Timi) e Papa Borgia (Giuseppe Battiston). Ma se i fantasmi del passato dovessero apparire a qualcuno, da chi li manderebbero?
Giuseppe Battiston ha risposto: «Vorrei che apparissero a tutti quelli che non sono andati a votare”. Battiston ha poi aggiunto: mi sarebbe sempre piaciuto interpretare un papa: da bambino sognavo di fare il Papa, perché ammiravo molto un parroco della mia città».
L’incubo In chiusura di conferenza, quando è stato chiesto a Marco Giallini quale fosse il suo più grande pregio, l’attore romano ha risposto: «il cuore, l’umanità. Spesso mi dicono: “A Gialli’, ma sei rimasto lo stesso?”. Qui nel cinema sono tutte corazze e io non ne ho. Qualche volta credo che sia un difetto».