Pierpaolo Piccioli durante una lunga intervista concessa a Repubblica.it ha affrontato diversi temi, a partire dalle prossime elezioni, per le quali ha rivolto un appello ai giovani
Il direttore creativo della maison Valentino nei giorni scorsi era finito al centro delle polemiche a causa di un suo post Instagram. A sollevare un polverone è stata la scritta “Un uomo di sinistra”, che a molti non è piaciuta. Oggi, Pierpaolo Piccioli è tornato sull’argomento fornendo altre chiavi di lettura nel corso di un’intervista a Repubblica.
«Faccio politica ogni giorno con il mio lavoro. Quattro anni fa, mentre in Italia si votava, eravamo a Parigi per la nostra sfilata e mi era impossibile andare al seggio: così ho voluto far aprire e chiudere lo show da due modelle di colore. Avere un brand italiano rappresentato da una ragazza nera era appunto il mio modo di esprimere un voto, in quel caso contro l’onda xenofoba che aveva travolto il Paese in quel periodo».
Pierpaolo Piccioli si rivolge ai giovani
Mancano pochi giorni alle elezioni e Pierpaolo Piccioli questa volta riuscirà a votare e ribadisce che «da cittadino, voglio che certi diritti vengano garantiti e che le persone vadano a votare per difenderli. Il mio lavoro mi dà una voce e penso sia necessaria usarla. Voglio che i miei tre figli siano liberi e vivano in un’Italia senza paura».
La spiegazione del post Instagram
Il direttore creativo di Valentino ha poi voluto fornire una chiara spiegazione del suo post Instagram e dei suoi ideali politici: «Per me la sinistra è la casa dei diritti sociali e personali. Nella mia vita non voterei mai a destra. Non si può negare la storia, né prescindere da cosa si è stati e da dove si viene, e non mi riconoscerei mai nel passato della destra italiana. Il mio gesto più di sinistra è pagare le tasse, da quando lavoro, sempre, e sempre in Italia. Commentando il mio post di ieri qualcuno ha scritto che è facile parlare quando si porta a casa un bello stipendio. Beh, vuol dire che pago più tasse. Un paese civile lo fanno l’educazione e la salute, che devono essere garantite per tutti e sono fiero di contribuire con le mie tasse. E i miei figli sono sempre andati alla scuola pubblica».