Oggi a Roma, nella sala della Protomoteca in Campidoglio, l’ultimo saluto a Piero Angela. Nel pomeriggio sarà celebrato il funerale laico
La camera ardente di Piero Angela, morto a 93 anni lo scorso 13 agosto, è stata allestita nella sala della Promoteca in Campidoglio, a Roma, dove nel pomeriggio sarà celebrato il funerale laico. Tante le persone che si sono messe in fila per salutare il feretro e dare l’ultimo saluto al giornalista, scrittore, musicista e papà di “Quark” e “Superquark”.
In prima fila davanti alla barra, sulla quale è stato posto un cuscino di rose rosse e due corone di fiori del Quirinale e della presidenza del Consiglio, i familiari di Piero Angela. La moglie Margherita Pastore e i figli Alberto e Christine. Presenti inoltre il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, l’amministratore delegato della Rai Carlo Fuortes e la presidente della Rai Marinella Soldi. Con loro anche la direttrice del Tg1 Monica Maggioni.
Il funerale di Piero Angela, la commozione del figlio Alberto
Visibilmente commosso, Alberto Angela ha ricordato il padre Piero. «Grazie a chi è qui a chi è fuori e chi è a casa, non è facile questo discorso. Penso che le persone che amiamo non dovrebbero mai lasciarci ma accade. La cosa che ha colpito noi è il ritorno di messaggi, sui social articoli pieni non si dolore non sofferenza ma amore, un sentimento. Il sentimento è qualcosa che rimane. Ci ha insegnato tante cose, con libri e trasmissioni, ma anche con l’esempio: negli ultimi giorni mi ha insegnato a non aver paura della morte. La sua serenità mi ha davvero colpito. Se ne è andato soddisfatto, come quando ci si alza dopo una cena con gli amici. Ha attraversato questo ultimo periodo con i piedi per terra, aveva un approccio alla vita razionale, scientifico. Era importante per lui avere una vita colma, amare la vita».
«Cercherò di fare la mia parte»
«Quando ha capito che era arrivata la fine ha concluso le trasmissioni e il disco jazz, discorso ai familiari e al pubblico, e poi se ne è andato», ha proseguito Alberto Angela. «L’ultima cosa che ha detto, il comunicato, con poche forze, l’abbiamo raccolta io e mia sorella e trascritta. Era come se parlasse agli amici, si è rivolto al suo pubblico, a chi lo ha amato».
«Da torinese sembrava riservato ma dentro aveva un fuoco. Continuerà a vivere attraverso libri, trasmissioni e dischi e in tutti quei ragazzi che con sacrificio cercano l’eccellenza, nei ricercatori, nelle persone che cercano di unire, che cercano la bellezza della natura e di assaporare la vita. La sua è una eredità non fisica ma di atteggiamento nella vita». Infine Alberto Angela ha concluso: «Ci ha detto di fare la nostra parte, e anche io ora cercherò di fare la mia».