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Don Pasquale, il nuovo ristorante nel cuore di Roma nell’edificio dove abitò Donizetti

Don Pasquale, a Roma un ristorante nella casa dove abitò Donizetti
Nel vivace caos del rione Trevi, nel cuore del theater district capitolino, Roma ha una nuova oasi per chi predilige locali alla moda, ma non affollati. Esclusivi ma briosi. Eleganti ma senza ostentazione

È il Don Pasquale, il ristorante dove sei sulla scena ma con ironia. Dove il menu è disegnato come un programma d’opera per un all day dining. All day, questa la parola chiave per una città che deve sempre di più competere con mete internazionali che si sono imposte all’attenzione di viaggiatori esigenti.

Il Don Pasquale è il posto giusto dove organizzare una colazione di lavoro, una pausa shopping, una cena lontana da occhi indiscreti, un aperitivo per intenditori, un dopo teatro. 

Don Pasquale, a Roma un ristorante nella casa dove abitò Donizetti

Il ristorante Don Pasquale ha l’Opera nel DNA

Il Don Pasquale, come ogni donna di classe, rifugge l’ostentazione. Un’aria sobria all’esterno, si lascia conoscere solo entrando, quando si viene travolti da un effetto scenografico e un’aria eccentrica nel décor che sorprende. Come stare dentro una scena teatrale con leggero disincanto.

Il ristorante Don Pasquale dell’Hotel Maalot il teatro, infatti, anzi l’Opera, ce l’ha nel DNA. Non a caso il nome è quello del titolo dell’opera buffa dal tono giocoso e con tanti riferimenti alla Commedia dell’Arte, che Donizetti compose nel 1842 proprio all’interno di queste mura.

Perché al civico 78 di via delle Muratte, Gaetano Donizetti ha abitato dal 1828 al 1837, i nove anni più prolifici della sua produzione, come ricorda la targa sulla parete esterna. Allora, forse, tra il suono delle carrozze e gli schiamazzi di una Roma popolare, si riusciva anche a sentire il suono che arrivava da quella gigantesca macchina teatrale che è la fontana di Trevi.

Don Pasquale, a Roma un ristorante nella casa dove abitò Donizetti
Chef Domenico Boschi del ristorante Don Pasquale

Il menù e l’ambientazione teatrale

Suggestioni teatrali al Don Pasquale si ritrovano già nel menù, disegnato come fosse un programma d’Opera, scandito in due atti anticipati da un preludio, più l’intermezzo con una scelta di tre insalate e un dolce epilogo prima della chiusura del sipario. Menzionati perfino i “cambi di scena”, quella piccola sezione di menu nel menu con tre grandi classici d’hotel e d’oltreoceano, primo tra tutti il più gettonato tra le celebrities, l’avocado toast.

Teatrale è tutto il Don Pasquale. La veranda a vetri, la corte centrale, la lounge, con la volta a dare ulteriore apertura verso l’alto e luminosità dal lucernario che cita la copertura in ferro e vetro di quel gioiello art nouveau della Galleria Sciarra a due passi da lì. 

Don Pasquale, a Roma un ristorante nella casa dove abitò Donizetti

Teatrale è il lampadario a bracci sontuoso e scenografico, quasi due metri di diametro e altrettanti d’altezza. Come in un boccascena lo spazio si articola su più livelli con il cocktail bar che si staglia in secondo pian,o incorniciato dietro due archi che danno sullo stesso salone lasciando intravedere l’effetto scenico della bottigliera retroilluminata, il rosso magenta alla parete, il bancone ottone ed ebano, le insolite sedute in vimini, gli specchi che aggiungono riflessi dorati alla luce. Uno spazio intimo e un po’ complice.

Colori caldi e arredi rétro

Teatrali sono le tappezzerie animalier delle poltrone e dei cuscini sparsi in sala, a cui fa da contrappeso quell’atmosfera british, un po’ club coloniale, con tanto legno, stoffa e iuta alle pareti. A terra un parquet di rovere in una calda tonalità miele. E teatrale è il divertissement della quadreria con i dipinti disposti fittamente fino al soffitto, citazione ironica di una quadreria settecentesca dove solo all’apparenza campeggiano capolavori storici rivisitati con uno spirito impertinente. Ecco Maria Antonietta che mangia il gelato, la dama il cui turbante è una gigantesca aragosta o i fiamminghi tatuati. “Almost Classic” appunto, il nome della serie di dipinti spiritosa e irriverente, firmata Stanley Gonczanski.

Ma il Don Pasquale non è il ristorante dell’hotel Maalot. Al contrario, questo è un ristorante con dentro un hotel. Letteralmente. Il ristorante è la pancia e il cuore dell’hotel. Tutti gli ambienti sono destinati a spazi d’ospitalità e convivialità. Circa 60 coperti tra tavoli di sapore rétro in maioliche portoghesi con disegni di antichi pizzi e trine, e poltroncine di bambù verniciate di nero.

Don Pasquale, a Roma un ristorante nella casa dove abitò Donizetti

Dovunque si può bere un caffè, fare colazione, fermarsi a pranzo. Oppure sorseggiare un tè nel pomeriggio, prendere un aperitivo, tirare fino a cena o sorseggiare un cocktail dopo. L’atmosfera è chic ma informale, con una certa aria cosmopolita ed eccentrica tipica dei posti dove passano viaggiatori da tutto il mondo.

Il Don Pasquale apre la vita dell’hotel ai romani, alla città. A place to stay dall’atmosfera vellutata, il posto giusto per incontrarsi, socializzare, anche proprio tra romani e non. Fotogenico. Giovane. 

Don Pasquale, a Roma un ristorante nella casa dove abitò Donizetti

Dice il General Manager Edoardo Officioso: “Il nuovo Maalot Roma e il suo ristorante Don Pasquale si propongono di diventare, nel cuore della Roma più autentica, il punto di riferimento per una clientela anticonformista, giovanile, amante del bello e della buona cucina. I nostri ospiti saranno avvolti da un’atmosfera vibrante fatta di colori, di arte, di gusto e da un servizio attento, amichevole ma discreto”.

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