Ieri sera a Sanremo 2022 è stata la volta delle cover e dei duetti. Trionfa Gianni Morandi che, insieme a Lorenzo Jovanotti, canta un medley dei loro successi. Achille Lauro emoziona in coppia con Loredana Bertè, esplode il talento e l’energia de La Rappresentante di Lista
Amadeus apre il sipario sulla quarta serata del Festival di Sanremo 2022, tra le più attese, quella dei duetti e delle cover. Insieme a lui, una genuina Maria Chiara Giannetta che fa tutto per bene, senza mai eccedere.
L’attrice lega al Festival l’amore dei suoi nonni, conosciutisi proprio in una serata in cui, condividendo una televisione che all’epoca non era in tutte le case, si conobbero per innamorarsi per la vita. Grazie a Maria Chiara che affronta il palco con naturalezza e con rispetto, forse meglio delle sue precedenti colleghe (Drusilla esclusa, ovviamente), l’Ariston tratta anche il tema della disabilità, grazie al successo avuto della fiction “Blanca”, la cui seconda serie è già in lavorazione.
Sanremo 2022, ospiti Jovanotti e Lino Guanciale
Tra gli ospiti della serata delle cover a Sanremo 2022 c’è Jovanotti, grande amico del conduttore. I due insieme ricordano i tempi di Via Massena, lì da dove sono partiti grazie al fiuto inconfondibile di Claudio Cecchetto che, insieme a loro, sosteneva artisti come Fiorello, 883, Gerry Scotti e tanti altri.
Ospite della serata è anche Lino Guanciale, che omaggia il palco intonando (con merito) un brano cult dei Beatles, per poi ricordare quanto sia importante avere un lavoro e tornare a casa da una persona che ti ama. “Noi” è la fiction che a breve andrà in onda su Rai1 e che lo vedrà protagonista, subito dopo “Sopravvissuti”, sempre su Rai1.
Al termine delle esibizioni Amadeus enuncia solo i cantanti arrivati sul podio di Sanremo 2022 per la serata delle cover. A vincere è un superlativo Gianni Morandi insieme a Jovanotti. I due sbancano la serata delle cover seguiti dalla coppia Mahmood & Blanco al secondo posto, che continuano a mantenere alta la posizione in classifica. Segue Elisa al terzo posto con “What a Feeling”.
La classifica: in testa sempre Mahmood & Blanco
Dopo la premiazione il conduttore ha declamato la classifica generale con le somme delle varie giurie deputate, la classifica da cui partirà l’ultima serata del festival. A guidare Sanremo 2022 dopo le cover è sempre la coppia Mahmood & Blanco, seguita dall’arrivo al secondo posto di Gianni Morandi che avanza di una posto su Elisa, scesa al terzo. In quarta c’è Irama seguito da Sangiovanni, Emma e La Rappresentante di Lista. Chiudono la top ten Massimo Ranieri, Fabrizio Moro e Michele Bravi. La seconda parte della classifica si apre con l’arrivo di Achille Lauro in undicesima posizione e con l’inedito dodicesimo posto di Matteo Romano. A metà classifica c’è Dargen D’Amico, a cui seguono AKA 7even, Noemi, Ditonellapiaga & Rettore e Iva Zanicchi. Tra la diciottesima e l’ultima posizione si piazzano Giovanni Truppi, Rkomi, Le Vibrazioni, Yuman, Highsnob & Hu, Giusy Ferreri, Ana Mena e Tananai.
Sanremo 2022, le pagelle delle cover
Noemi in “You make me feel like a natural woman”, di Carole King, portata al successo da Aretha Franklin
Fa tutto bene Noemi, emotiva ed elegante suona il pianoforte e lascia che sia la pancia a guidare il suo ricordo per l’iconico brano della Franklin. Un’esibizione intima e dal grande impatto vocale, con cui porta a casa l’apertura della serata dedicata ai duetti. Peccato fosse sola. Voto 7.0.
Giovanni Truppi, Vinicio Capossela e Mauro Pagani, interpretano “Nella mia ora di libertà”, di Fabrizio De Andrè
Cantautori si nasce e da cantautori si vive e condivide. L’amore per Faber e per una delle sue più belle e storiche ballate, si accende all’Ariston grazie all’esecuzione di Truppi e i suoi ospiti. Mezzo voto in più (e forse anche uno), per aver portato Capossela a Sanremo. Voto 7.5.
Yuman con la pianista Rita Marcotulli in “My Way”, di Frank Sinatra
Bisogna aspettare la seconda parte del brano per arrivare a godere di quella grande tecnica e voce che risiedono all’interno di uno dei più interessanti interpreti della scena giovanile di Sanremo 2022. Forse un’altra scelta musicale lo avrebbe valorizzato ancor di più. Voto 7.0.
Le Vibrazioni e i Sophie and The Giants in “Live and Let Die”, di Paul e Linda McCartney
Niente di eclatante, è solo rock e Le Vibrazioni, insieme ai loro ospiti internazionali, lo fanno al meglio che possono. Eppure qualcosa non convince, forse la scelta del brano? Voto 6.5.
Sangiovanni e Fiorella Mannoia in “A muso duro”, di Pierangelo Bertoli
Quando Bertoli muore è il 2002 e Sangiovanni non è ancora nato. Dovrà passare ancora un anno prima che arrivi al mondo il giovane paroliere che sta convincendo le masse con le sue barre. Basta questo a destare il dubbio che la scelta del brano non sia farina del suo sacco, eppure il ragazzo sceglie proprio ‘A muso duro’ come la giusta canzone per la serata. Sul palco a dargli forza, storia e spessore, c’è una Fiorella Mannoia che cede all’emozione del palco sanremese. L’esibizione è portata a casa, con convinzione e umiltà nei confronti di una canzone che conserva il suo peso nel tempo. Mezzo voto in più per la scelta del pezzo. Voto 7.5.
Emma e Francesca Michielin in “Baby on more time”, di Britney Spears
Purtroppo la scelta non è stata delle migliori. L’esibizione di coppia sul brano cult di Britney è una stroncatura e non funziona. Scelta sbagliata, per un’occasione persa. Voto 5.5.
Gianni Morandi con Jovanotti e Mousse T, in un medley di propri brani
Una volta ascoltati Morandi e Jovanotti, si fa fatica a pensare che la serata possa offrir di meglio. Qualità, quantità ed energia da vendere per due ragazzini che si divertono e si emozionano cantando alcuni dei loro più grandi successi, di fronte ad una platea che ricambia l’affetto con una standing ovation che potrebbe non finire mai. Intramontabili. Voto 9.0.
Elisa in “What a feeling” di Irene Cara, con la ballerina Elena D’Amario
Elisa molla i ranghi e dà sfogo e voce a tutta l’energia che il suo romantico brano in gara, non le aveva permesso fino a quel momento. Ad impreziosire la sua esecuzione c’è la danza scatenata di una impeccabile e bellissima Elena D’Amario. Voto 7.5.
Achille Lauro e Loredana Bertè in “Sei Bellissima”
Lauro non cambia il pezzo della Bertè e lo lascia al femminile, come ulteriore conferma del suo personale sostegno al tema della fluidità di genere. Canta le sue strofe con rispetto nei confronti di una Loredana più carica che mai e, al termine del brano, le tributa anche un personale pensiero. Voto 8.0.
Matteo Romano e Malika Ayane in “Your song”, di Elton John
Fanno tutto bene e lo fanno con emozione ed eleganza. Romano riscatta le precedenti esibizioni, forse troppo sottotono, con una performance che rivela in modo migliore le sue doti vocali. La presenza di Malika poi, impreziosisce nettamente l’intero set. Voto 7.0.
Irama e Gianluca Grignani ne “La mia storia tra le dita”
L’accoppiata inedita che arriva sul palco sanremese, raccoglie gli applausi della platea ed un affetto sincero per un artista come Grignani, talvolta sfortunato nelle sue vicende personali. L’Ariston lo accoglie come un figlio ben voluto e sempre atteso e apprezza l’esibizione dei due nel suo complesso. Sapor nostalgia. Voto 7.0.
Ditonellapiaga e Rettore in “Nessuno mi può giudicare”, di Caterina Caselli
Giocano facile le due cantanti, portando sul palco un beat memorabile come quello della Caselli, che esplode in tutta la loro energia, la stessa che però si ritrova anche nelle precedenti serate. Nulla di nuovo, ma ben fatto. Voto 7.0.
Iva Zanicchi omaggia Milva con “Canzone”, di Don Backy e Detto Mariano
La Iva nazionale opta per un potente ricordo di Milva, scomparsa di recente e il cui omaggio, era decisamente doveroso. La Zanicchi da tutto quello che può (e forse anche troppo), per ricordare una delle più grandi interpreti della musica italiana. Al coraggio ed al pensiero. Voto 7.5
AnaMena e Rocco Hunt in un medley “Il Mondo”, “Figli delle Stelle” e “Se mi lasci non vale”
Va meglio per AnaMena, che con la presenza del suo collega sul palco prende coraggio e dà voce alla sua vivacità. Il medley non è realizzato al meglio, ma i brani scelti sono di quelli che non è possibile non cantare. Voto 6.5.
La Rappresentante di Lista, Cosmo, Margherita Vicario e Ginevra in “Be my baby”, di The Ronettes
Sarebbero bastati anche da soli, con la loro energia, eccentricità e talento, ma la presenza di Cosmo e delle due voci di Margherita Vicario e Ginevra hanno amplificato la carica musicale dell’esecuzione di LRDL. Perfetti. Voto 8.0.
Massimo Ranieri e Nek in “Anna Verrà”, di Pino Daniele
Ad ascoltarli non riesci a crederlo, poi li guardi e capisci che lo stanno facendo realmente. Stanno rovinando un brano di Pino Daniele forse in modo inconsapevole. Forse qualcosa è andato storto. Perché non si riesce a comprendere come un mostro come Ranieri ed un professionista come Nek, possano esibirsi in modo così poco centrato. La sufficienza è d’obbligo, alla carriera prima di tutto e alla scelta di omaggiare Pino all’Ariston, con il suo meraviglioso brano dedicato ad Anna Magnani. Voto 6.0.
Michele Bravi in “Io vorrei, non vorrei ma se vuoi”, di Mogol-Battisti
A volte, volendo fare qualcosa di buono, si finisce per fare un errore. Ne compie molti Michele Bravi, cantando con troppa sofisticatezza un pezzo simbolo della musica leggera italiana, uno di quei brani immortali che si cantano intorno al fuoco e che non hanno bisogno di altro, se non del brano stesso. Voto 6.5.
Mahmood & Blanco ne “Il cielo in una stanza”, di Gino Paoli
La coppia dei record colpisce ancora. La scelta di Gino Paoli è una carezza sul cuore fatta da due ragazzi che eseguono lo storico brano con tenerezza e senza esagerazioni. Voto 7.0.
Rkomi e Calibro 35 in un medley di Vasco Rossi
Rkomi toglie la maglia ma non ci mette la voce. L’esibizione in omaggio a Vasco è sconnessa dalla realtà e non sembra appartenergli fino in fondo. Meno movimento e più concentrazione porterebbero risultati migliori. Come in palestra. Voto 5.5 (7.5 per la fisicata).
Aka 7even e Arisa omaggiano Alex Baroni a 20 anni dalla sua morte con “Cambiare”
L’omaggio a Baroni era doveroso ma forse, poteva esser fatto in modo migliore. In alcuni momenti si ha avuto la percezione che il brano non fosse totalmente sotto controllo. Peccato, un’occasione persa per una coppia che può funzionare. Voto 6.5.
Highsnob & Hu con Mr Rain in “Mi sono innamorato di te”, di Luigi Tenco
Eleganti nei loro piercing e tatuaggi che nulla stridono sul nero di smoking e abito da sera. Ambiziosa la scelta di omaggiare Tenco, così distante nel tempo e nel modo, dalla coppia di artisti accompagnati da Mr Rain al pianoforte ed alle rime. Contrasti riusciti. Voto 7.5.
Dargen D’Amico ne “La bambola”, di Patty Pravo
Dove fosse nascosto Dargen D’Amico fino a che Amadeus non lo portava a Sanremo, non è dato saperlo. Quello che dobbiamo sapere è che, di certo, sul palco dell’Ariston è nata una stella. La voce non è certamente il suo forte, ma l’energia e la capacità di coinvolgere il pubblico, compensano quelle mancanze vocali che alla fine, non penalizzano ‘La bambola’ ma anzi, nella rivisitazione dance del DJ funzionano eccome. C’è da sperare che la cover venga incisa perché, insieme al singolo in gara, sono il giusto trampolino verso l’estate 2022. Voto 8.0.
Giusy Ferreri e Andy dei Bluvertigo in “Io vivrò senza te”, di Battisti-Mogol
È potente l’esibizione della Ferreri, forse troppo. Come nel caso di Michele Bravi, l’eccessiva ricercatezza e la volontà di “fare”, hanno forse penalizzato un’esecuzione che avrebbe potuto essere migliore. L’assolo di sax di Andy sul finale aiuta Giusy Ferreri a concludere al meglio la performance. Voto 7.0.
Fabrizio Moro in “Uomini soli”, dei Pooh
Ci sono due Fabrizio Moro. C’è il Moro autore, apprezzato, premiato e più che valido. E poi c’è il Moro cantante. Il “problema” è proprio con lui. Vince l’intenzione, ma non l’esecuzione. Voto 6.0.
Tananai e Rosa Chemical omaggiano Raffaella Carrà con “A far l’amore comincia tu”
A Raffaella Carà sarà tributato un omaggio speciale nella serata finale del festival. Nel frattempo è Tananai a ricordare l’icona dello spettacolo, insieme al compagno di palco Rosa Chemical. Il risultato è decisamente poco qualificabile. Il “problema” non è uscire dalla cifra artistica del brano, ma è la mancanza di sostanza mascherata da fin troppa apparenza. Non c’è voce. Non c’è intensità. Non c’è credo. Voto N.C.