Mentre cresce l’attesa in Italia per il debutto cinematografico di “House of Gucci”, diretto da Ridley Scott, con Adam Driver e Lady Gaga, gli eredi di Aldo Gucci annunciano battaglia. «Lede la dignità della nostra famiglia», scrivono in una lettera.
«I membri della famiglia Gucci si riservano ogni iniziativa a tutela del nome, dell’immagine e della dignità loro e dei loro cari». Così si chiude una dura lettera firmata dagli eredi di Aldo Gucci contro il film di Ridley Scott. “House of Gucci” sarà in sala dal 16 dicembre in Italia.
I discendenti di Aldo Gucci lamentano che la produzione «non si è curata di interpellare gli eredi prima di descrivere Aldo Gucci». Giudicano «ancora più censurabile» la ricostruzione «di una donna definitivamente condannata per essere stata la mandante dell’omicidio di Maurizio Gucci». Patrizia Reggiani è dipinta invece nel film e nelle «dichiarazioni dei membri del cast, come una vittima» .
Gli eredi Gucci: «Patrizia Reggiani non è una vittima»
Nella lettera il film di Ridley Scott viene accusato di «una narrazione tutt’altro che accurata». I membri della famiglia Gucci, lamentano gli eredi, sono descritti «come teppisti, ignoranti e insensibili al mondo che li circondava».
Secondo i Gucci sono inoltre insopportabili «i toni indulgenti nei confronti di una donna che, definitivamente condannata per essere stata la mandante dell’omicidio di Maurizio Gucci, viene dipinta non solo nel film, ma anche nelle dichiarazioni dei membri del cast, come una vittima che cercava di sopravvivere in una cultura aziendale maschile e maschilista» .
E questo fatto, secondo gli eredi, non corrisponde al vero. «Gucci» si legge ancora nella lettera, «è stata un’azienda inclusiva. Anzi, proprio negli anni ’80, arco temporale in cui è ambientato il film, «erano diverse le donne che ricoprivano posizioni di vertice: che fossero membri della famiglia o estranei ad essa» .