Si intitola “Ai Confini del Male” il terzo film di Vincenzo Alfieri, un thriller denso di colpi di scena che vede come protagonisti Edoardo Pesce e Massimo Popolizio. Sarà disponibile dal 1° novembre su Sky Cinema Uno, in streaming su Now e on demand
Dopo il crime movie “Gli uomini d’oro” del 2019, Vincenzo Alfieri torna con un nuovo film, presentato oggi a Roma alla Casa del Cinema. Si intitola “Ai Confini del Male”, ed è un film Sky Original prodotto da Fulvio e Federica Lucisano, è una produzione Italian International Film – Gruppo Lucisano e Vision Distribution. Sarà su Sky Cinema Uno il 1° novembre alle 21.15, in streaming su Now on demand.
Incentrato sulla sparizione di due giovani a seguito di un rave party, “Ai Confini del Male” è liberamente ispirato al romanzo “Il Confine” di Giorgio Glaviano (Marsilio Editore). La sceneggiatura è di Vincenzo Alfieri, Fabrizio Bettelli e Giorgio Glaviano. Protagonisti, Edoardo Pesce e Massimo Popolizio.
“Ai Confini del Male”, la sinossi del nuovo film di Vincenzo Alfieri
Meda e Rio. Due uomini, due carabinieri, due padri. Uno vittima delle proprie ossessioni e psicosi da quando ha perso moglie e figlio in un incidente d’auto, l’altro un Capitano integerrimo, fiore all’occhiello dell’arma. Un vecchio male si risveglia in un paesino di 2.000 anime, un pazzo assassino. L’Orco, così lo definì la stampa 10 anni prima, quando rapì alcuni adolescenti torturandoli e uccidendoli. Ora è tornato, ma stavolta ha rapito il ragazzo sbagliato, il figlio del Capitano Rio.
Il Tenente Meda e il Capitano Rio, uno l’opposto dell’altro si ritroveranno a indagare sullo stesso caso. Ma ogni passo in più verso il mostro sarà per entrambi una discesa ulteriore nei gironi infernali della propria follia, fino alla verità finale, la più terribile, inaspettata e disperata possibile.
«Someone take these dreams away (…) A dual personality, a strange but true reality»
«Le parole della canzone “Dead Souls” dei Nine Inch Nails descrivono al meglio l’anima del film e dei suoi protagonisti», dice Vincenzo Alfieri.
«Il tema della famiglia mi ha sempre accompagnato nei miei lavori, questa volta, ancora di più. La domanda che mi sono posto è: cosa sarei disposto a fare per salvare la vita di una persona a me cara? Un tema sempre attuale. Una domanda in apparenza semplice ma che, per sua natura, conserva risposte molteplici e complesse. “Ai Confini del Male” tenta di dare una risposta a queste domande, modulandosi sull’andamento di un thriller classico, ma al tempo stesso moderno. Con un ritmo incalzante, così come la regia, con colpi di scena sorprendenti e con un dubbio da lasciare allo spettatore sulla soluzione del giallo finale».
«Con questo film», prosegue il regista, «il mio obiettivo è di riuscire ad intrecciare un racconto di suspense con una storia familiare calda ed emotiva. “Ai Confini del Male” non è solo un film di persone, ma anche di luoghi. Il fitto bosco e il lago che incastonano il paese sono protagonisti insieme a Meda e Rio. La luce del giorno non li rende meno tetri, anzi. In effetti, sembrano rappresentare visivamente le nostre più profonde paure. Soprattutto quelle di Meda, tormentato dai fantasmi del suo passato».
«Come “Seven” di David Fincher o “Prisoners” di Denis Villeneuve, “Ai Confini del Male” è un classico thriller ma dallo stile moderno e realistico, con in più un’atmosfera tetra e sospesa», conclude Alfieri. «Mi sono concentrato tanto sui segni del tempo in cui si svolgono le vicende, quanto sulle dinamiche di una società sempre più soffocata dagli effetti collaterali dei mass media. La mia speranza è quella di riuscire a restituire allo spettatore il senso di una ferita profonda e la possibilità di una guarigione, attraverso un antieroe che diventa eroe, pur sbagliando tutto per sopravvivere agli altri e ai propri limiti. Ma ogni ferita lascia una cicatrice».