La Festa del Cinema di Roma ha consegnato oggi il premio alla carriera a un regista dallo stile inconfondibile, un disegnatore eccentrico e sorprendentemente talentuoso, un artista versatile e visionario: Tim Burton
Tra i film più famosi: “Edward mani di forbice”, “Beetlejuice”, “Batman”, “La sposa cadavere”, “Alice in Wonderland”. «Un premio alla carriera è come andare al proprio funerale», scherza Tim Burton con i giornalisti in conferenza stampa. «Sono cresciuto guardando i film dei grandi registi italiani. Amo l’Italia e sono felicissimo di questo premio».
Tim Burton, il discorso dopo la consegna del premio alla carriera alla Festa del Cinema di Roma
Sulle paure
«Stare qui sul palcoscenico mi fa paura. Non mi ci abituerò mai», racconta Tim Burton. «Quello di cui, invece, non ho mai avuto paura è fare quello che mi piace. Seguire la passione senza avere paura del fallimento è il segreto per realizzare qualcosa di speciale. Anche se sono un paio di anni che non faccio film, per me la motivazione resta sempre la stessa: devo provare passione. Dietro a una sceneggiatura, per me c’è sempre una scelta emotiva».
Sulla diversità nel cinema
«Mi sono sempre reputato fuori dagli schemi. Sono sempre stato attirato da personaggi diversi rispetto alla media, per razza, genere, idee. La diversità ha sempre fatto parte della mia vita. Tra i miei personaggi, quelli che sento più vicino sono Edward mani di forbice e Ed Wood. Nei miei film anche la musica e la scenografia sono personaggi importanti», continua Tim Burton.
«Hollywood oggi è diventata maniacale nel suo essere inclusiva e multietnica, prosegue il regista. Non vorrei, ad esempio, essere un comico perché non puoi dire più nulla che ti ritrovi nei guai. È una situazione opprimente. Gli Studios si preoccupano di tutto. Non sai più cosa pensare. Devi essere sempre guardingo. Io non ho mai fatto attenzione a quello che dico e non mi importa quello che gli altri possono pensare. Mi hanno sempre accusato di essere dark. Non è vero, ma questa etichetta mi è rimasta addosso. Per questo non mi piace etichettare le persone, perché l’ho subito».
Su Johnny Depp, anche lui alla Festa del Cinema
«Non vivo a Hollywood, l’ho lasciata tanti anni fa. So quello che accade, ma ne sono lontano. Ho una mia opinione sulle vicende che hanno interessato Depp e potrei parlarne a lungo, ma non abbiamo tempo. Ovviamente, se ce ne fosse l’occasione, lavorerei ancora con lui. Lo considero un amico e mi reputo fortunato ad aver lavorato con lui».
Tim Burton, i progetti futuri
«Dopo Dumbo ho quasi avuto un esaurimento», confessa il regista. «Dopo aver lavorato con la Disney ti senti davvero un estraneo come Dumbo. Sto lavorando a una serie basata sulla famiglia Addams, con Mercoledì come personaggio principale. È simile a Bittlejuice ma con più spessore. Abbiamo girato in Romania».
«So che si parla di un sequel di Edward mani di forbice, ma dopo aver visto la versione porno Edward Penishhands, mi sono detto che il sequel è già fatto. Mi piacerebbe tornare a lavorare in stop motion, ma serve un gruppo di lavoro altamente specializzato e un cast adeguato».
«Fare Batman è stata un’occasione speciale. Non c’era nulla a cui paragonare il lavoro, se non la serie degli anni Sessanta. Era stato girato solo il film di Superman.Mi è piaciuto dirigere Jack Nicholson in Joker, ma anche Joaquin Phoenix è stato bravissimo».
«Mi ricordo Michelle Pfeiffer in Catwoman: ha accettato di farsi camminare gatti sul corpo, di mettere un topo in bocca e ha imparato a usare una frusta. Mi piace lavorare con attori che sanno sperimentare e andare oltre i propri limiti. Sono fortunato perché con il mio mestiere si può continuare a sognare. Non mi pento di nulla di quello che ho fatto: tutto quello che fai è parte di te».