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Lady Gaga tra bullismo e depressione: «La mia carriera è la risposta al rifiuto sociale che ho subito»

Lady Gaga, tra bullismo e depressione
Gli atti di bullismo subiti a scuola l’hanno portata a soffrire depressione. Ma la pop star Lady Gaga, attraverso le sue parole, ci insegna a non mollare mai.

Icona della musica pop internazionale, Lady Gaga è una delle artiste più controverse e discusse dello star system. Con i suoi look stravaganti, la sua voce e la sua presenza scenica ha fatto innamorare milioni di fan. Ma dietro questa grande artista si nasconde un immensa sofferenza, raccontata proprio qualche giorno fa in un’intervista.

Il primo trauma subito da Lady Gaga è stato proprio alla tenera età di 14 anni, da parte di alcuni suoi compagni di classe: «Alcuni ragazzi mi prendevano e mi buttavano nel cassonetto dell’immondizia. Mi dicevano che quello era il posto a cui appartenevo e che io ero spazzatura», ha raccontato al “Guardian”.

Lady Gaga, il bullismo iniziato a scuola

«Quando sei bullizzata, soprattutto da piccola», racconta la popstar, «attraversi momenti molto duri. A me, personalmente, ha lasciato un obiettivo: dimostrare a chi mi ha bullizzato che si sbagliava. E in qualche modo, la mia intera carriera è una risposta a quel rifiuto sociale che ho subìto».

Lady Gaga, tra bullismo e depressione

Un dolore che l’ha portata a fondare Born This Way Foundation , una fondazione che aiuta giovani con problemi legati alle discriminazioni, seguita da 49 milioni di follower su Instagram e con cui Lady Gaga si sta battendo proprio perché «Vogliamo celebrare il mondo nella sua diversità, sia essa di cultura o di genere. Questo impegno rende la mia vita degna». 

“Chromatica”, il penultimo disco registrato durante un periodo di depressione

“Chromatica” è il penultimo disco di Lady Gaga, da subito arrivato in cima di tutte le classifiche digitali nei principali mercati del mondo. Un album davvero importante,  nato durante uno dei periodi in cui la cantante era provata dalla depressione. Nello studio-casa di registrazione di Frank Zappa, il suo produttore BloodPop cercava di schiodarla dalle ore di ritiro e di silenzio. Si era richiusa al piano superiore. «Scendi, vieni a scrivere una canzone, facciamo musica», la supplicava BloodPop. Quando si sentiva un po’ meglio si sedeva al pianoforte e suonava. «Non me ne rendevo conto dell’effetto terapeutico, poi ho capito che anche quando tocco il fondo, c’è ancora una parte di me che vuole danzare e gioire, e sono così grata per quello che ho».

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