Le icone della moda del XX secolo, che hanno contribuito all’emancipazione del costume sociale, saranno in mostra a Carpi, Modena, dal 17 settembre al 6 marzo, ai Musei di Palazzo dei Pio.
“Habitus – indossare la libertà” è un’esposizione curata da Manuela Rossi, Alberto Caselli Manzini e Luca Panaro. Ideata e prodotta dal Comune di Carpi, presenta una serie di indumenti iconici del secolo.
La manifestazione analizza come nel Novecento, le tappe più significative di innovazione della moda abbiano spesso coinciso con momenti di liberazione del corpo, soprattutto femminile, da costrizioni fisiche e sociali.
“Habitus – indossare la libertà”
Dal 17 settembre 2021 al 6 marzo 2022, i Musei di Palazzo dei Pio a Carpi ospiteranno la mostra “Habitus – Indossare la libertà”. La moda è una delle forme espressive umane che meglio incarna i continui cambiamenti storici, e la cui influenza ha coinciso con il concetto di libertà. La manifestazione infatti, presenta quegli indumenti iconici che hanno contribuito all’emancipazione del costume sociale. Dall’anticorsetto di Paul Poiret ai primi pantaloni creati da Coco Chanel per le donne, dalla minigonna agli hot pants.
Vedremo anche capi come bikini e jeans, indumenti sportswear e la celebre giacca destrutturata di Giorgio Armani. Tutto l’evento sarà accompagnato da fotografie, video, musica. L’iniziativa è parte del programma del Festival Filosofia 2021 sulla Libertà, che si terrà a Modena, Carpi e Sassuolo dal 17 al 19 settembre 2021. Si potrà entrare all’evento solamente se muniti di green pass e biglietto: 8 euro intero, 5 euro ridotto.
I percorsi della mostra: “Liberare il corpo”
Il percorso espositivo di “Habitus” si sviluppa in quattro passaggi. Il primo dal nome “Liberare il corpo”, prende avvio a inizio Novecento, quando i creatori di moda si pongono come obiettivo principale quello di liberare il corpo femminile dalle costrizioni dell’abbigliamento e quindi dalle convenzioni sociali che chiudono la donna in cliché predefiniti. In primo piano troveremo Paul Poiret che, con il suo anticorsetto del 1914, determinò la prima rivoluzionaria scelta di liberare il corpo della donna, fisicamente, sessualmente e socialmente. Coco Chanel fu la pioniera della moda emancipata. Subito dopo la Grande Guerra disegnò capi confortevoli ed elegantissimi, sdoganando per le donne l’uso del pantalone. Verranno rappresentati altri grandi stilisti come Marcel Rochas e Ida Rosenthal.
“Scoprire il corpo”
Il secondo percorso espositivo si chiamerà “Scoprire il corpo”, il quale introdurrà il visitatore negli anni del secondo dopoguerra. Periodo in cui le donne affermarono le loro libertà, anche scoprendo il proprio corpo. I capi più iconici del periodo che sicuramente vedremo saranno i bikini, che liberarono le donne dagli scomodi camicioni da spiaggia e gli hot pants nati a cavallo tra gli anni quaranta e cinquanta che permisero di scoprire finalmente le gambe. Negli anni sessanta si diffusero diverse controculture giovanili, una delle più radicali del periodo fu la Swinging London. Proprio grazie a quest’ultimi e soprattutto a Mary Quant, la minigonna divenne capo-simbolo della battaglia femminista.
Gli ultimi anni del XX secolo
Le ultime due sezioni del percorso saranno dedicate agli ultimi 40 anni del XX secolo. A partire dagli anni sessanta, periodo in cui la moda diventa unisex e finendo negli anni settanta e ottanta, in cui il vestito griffato lascia il posto al prêt-à-porter. Dal nome “Work, sport, cool” la terza sezione vedrà i migliori stilisti di quell’epoca, tra cui Yves Saint Laurent con lo smoking e la sahariana unisex. Esemplificativi dell’ultimo periodo sono le t-shirt e i jeans, entrambi nati come capi da lavoro, ma che divennero icone prima di ribellione e poi del nuovo modo di vestire casual, o lo sportswear, il nuovo simbolo di lusso moderno.
Giorgio Armani e la sezione “Destrutturare”
“Habitus” si concluderà con l’ultima sezione dal nome “Destrutturare”, nella quale troveremo l’icona della moda degli anni ’70, Giorgio Armani. Verrà messa in mostra la sua iconica giacca destrutturata. Un modello per uomo e per donna, morbido, privo di struttura e supporti interna. Una giacca caratterizzata da bottoni spostati, sfoderata, in tessuti leggeri e colori tenui.
Un altro capo divenuto iconico in quegli anni, che vedremo dal 17 al 19 settembre sarà il Wrap-dress di Diane Von Furstenberg.