All’Arsenale di Venezia, luogo di partenze e di arrivi di culture, Dolce & Gabbana con lo show dell’ Alta Sartoria svela il guardaroba dell’uomo viaggiatore
Ieri, l’omaggio a Venezia con la sfilata Alta Moda in Piazza San Marco da parte di Dolce & Gabbana. Oggi, invece, la sfilata in Arsenale per l’Alta Sartoria. Una collezione sentimentale ed esplorativa che parla di scoperte, di estensione di confini, di superamento di genere. L’Arsenale di Venezia infatti è stato costruito nel XII secolo e a partire dal 1104 è servito per costruire e riparare le navi da cui i viaggiatori partivano per esplorare gli angoli distanti del globo terracqueo.
Chiuso nelle sue mura, è tutt’ora un luogo magico di riserva di esperienza ma è nello stesso tempo aperto al mondo, alle esperienze che la navigazione può aiutare a raccogliere. Un «destino della scoperta» proprio come rivelano gli stilisti, per una collezione che è lavorata interamente a mano.
Dolce & Gabbana Alta Sartoria
Una passerella sospesa sull’acqua nel cuore dell’Arsenale. Il cielo si riflette sulla superficie della laguna nello show di Dolce & Gabbana. «L’idea è che i modelli arrivino direttamente dall’acqua da qualche parte del mondo. Giovani ragazzi, i figli dei nostri clienti», hanno rivelato gli stilisti. Che mettono in campo il meglio dell’eccellenza sartoriale per creare una collezione di pezzi unici frutto del mix di riferimenti alla tradizione culturale veneziana.
Esploratori scintillanti sfilano dunque in omaggio a Venezia. Indossano maglie ricamate come vetri multicolori, casacche di veri diamanti incastonati in una rete impalpabile, abiti di satin proposti in colori accesi, completi di broccato fino agli abiti ispirati a Fortuny. In particolare camicie e caftani plissettati.
Per arrivare al tripudio finale di cappe simili ad arazzi impreziosite dagli intarsi di paesaggi veneziani e vestaglie illustrate ripassate in foglia d’oro. Il colpo di scena? Una violenta tempesta di pioggia e grandine arriva a fine show proprio all’uscita finale degli stilisti. Lo show termina comunque fra gli applausi del pubblico irriducibile.