La 25enne attrice e modella statunitense di origine argentina è la protagonista della cover story del numero di ottobre di “Tatler”. Fotografata da Jack Waterlot, Anya Taylor-Joy posa in meravigliosi abiti Dior, Tom Ford, Oscar de la Renta e Marc Jacobs con look della Swinging London
Protagonista di “The Queen’s Gambit” e ora del film horror più fashion dell’anno, Anya Taylor-Joy racconta a “Tatler” la sua vita, prima e dopo essere diventata una star globale.
E dopo aver interpretato l’eroina travagliata ma favolosamente vestita di “The Queen’s Gambit”, Anya Taylor-Joy torna ad indossare look vintage anche nel nuovo film “Last night in Soho”, un horror che in Italia uscirà il prossimo 4 novembre.
Anya Taylor-Joy sulla cover di “Tatler” di ottobre 2021
Scritto e diretto da Edgar Wright, racconta la storia di Eloise, una ragazza che aspira a diventare una stilista ed è appassionata dalla Swinging London. Eloise scopre di avere una misteriosa connessione con una cantante dell’epoca, Sandy, attraverso la quale riesce a viaggiare negli anni Sessanta.
Un horror psicologico ambientato dunque negli anni Sessanta, che fanno da ispirazione anche agli outfit scelti da Anya Taylor-Joy per l’intervista di copertina su Tatler di ottobre.
“In quel film ho indossato per la prima volta stivali bianchi”, confida a Tatler, “Ora vivo in loro”. Ci sarà quindi molta moda da ammirare nell’horror ambientato nella Londra del 1966
Per prepararsi ad interpretare il ruolo di Sandy, Anya racconta a Tatler di aver scovato la musica degli anni ’60 di cui si è innamorata, di aver letto il libro di Shawn Levy del 2002, “Ready, Steady, Go! The Smashing Rise e Giddy Fall of Swinging London” di aver avuto alcune rivelazioni durante il percorso. «Andy Warhol ed Edie Sedgwick sono stati davvero attivi e hanno lavorato solo per circa un anno e mezzo, il che mi fa impazzire», afferma. «Sembra che sia stato un periodo così lungo e influente, eppure è stato un fuoco di paglia. E la Londra degli anni ’60 era così».
In “Last night in Soho” balla e canta
È un ruolo molto fisico quello di Anya nel nuovo film, dato che Sandy trascorre gran parte del suo tempo cantando o ballando. Ma Anya Taylor-Joy ama sia cantare (nel film interpreta, tra le altre canzoni, anche “Downtown”, il successo del 1964 di Petula Clark) che ballare.
Anya ha preso lezioni di balletto «piuttosto sul serio» tra i tre e i 15 anni. È nata a Miami e cresciuta in Argentina (lo spagnolo è stato la sua prima lingua) da Dennis Taylor, un ex banchiere scozzese-argentino e Jennifer Joy, una psicologa inglese e spagnola. È la più piccola di sei figli (quattro fratelli più grandi provengono dal primo matrimonio di suo padre) ed aveva sei anni quando la famiglia si è trasferita nel Regno Unito.
Era così sconvolta che si è rifiutata di imparare l’inglese fino all’età di otto anni. Lasciare l’Argentina «ci ha spezzato il cuore», ricorda. «È un mondo così sacro per tutti noi». Solo all’età di 14 anni ha imparato ad apprezzare ciò che i suoi genitori avevano fatto per la famiglia trasferendosi nel Regno Unito. «Mi sono scusata con loro perché ho iniziato a capire le opportunità a Londra», ricorda. «Avevo l’autonomia che non mi sarebbe stata necessariamente concessa in Argentina, quindi ne sono stata molto grata».
A “Tatler” Anya Taylor-Joy racconta anche il suo percorso nel mondo della recitazione e del suo rapporto con il successo.
“Last Night in Soho” è il suo secondo film di fila di tre estenuanti progetti consecutivi. Ha girato il ruolo principale nell’adattamento per il grande schermo di “Emma” (2020) di Autumn de Wilde, poi “Last Night a Soho” e subito dopo “The Queen’s Gambit”. «Sono sopravvissuta con Diet Coke, sigarette e caffè, e alla fine ho pensato: “Ho bisogno di mangiare una verdura”», racconta a “Tatler”. Il successo di “The Queen’s Gambit”, che le ha fatto guadagnare un Golden Globe, l’ha colta di sorpresa. Ora Anja è una star internazionale, ed una delle attrici più richieste della sua generazione.