“Paolo Rossi: un campione è un sognatore che non si arrende mai”. Venerdì 30 luglio alle 21.15 in prima visione su Sky Documentaries e in streaming su Now
Il 9 dicembre 2020 moriva a Siena, dopo una lunga e sofferta malattia, Paolo Rossi, il “Pablito” dei Mondiali di Spagna 1982.
L’ex calciatore aveva da poco compiuto 64 anni, e lottava da tempo contro un tumore che alla fine lo ha strappato agli affetti della sua famiglia, del figlio Alessandro, avuto dalla prima moglie Simonetta Rizzato, e delle piccole Sofia e Maria Vittoria, nate dal secondo matrimonio con la giornalista Federica Cappelletti.
Paolo Rossi, il documentario su Sky e Now
Questo documentario di Michele Scolari e Gianluca Fellini è prodotto dallo stesso Rossi con la collaborazione di Federica Cappelletti. Il documentario si propone di narrare il lato umano e sportivo di un campione passato senza soluzione di continuità, dalla gloria alla polvere, senza perdersi d’animo con la costanza di non mollare mai, per risorgere dalle proprie ceneri.
Il momento più importante del docufilm è il Mondiale 1982 vinto dall’Italia grazie alla caparbietà di Bearzot che ripone grande fiducia in Rossi pure se tutto è contro il Campione e alle reti segnate da Rossi contro Brasile, Polonia e Germania.
La vita e la carriera di Paolo Rossi
Nato a Prato, Paolo Rossi è ricordato soprattutto per i suoi gol ai Mondiali di Spagna nel 1982, quando l’Italia si laureò campione del mondo per la terza volta nella sua storia. Alla fine dei Mondiali, vinse il titolo di capocannoniere con sei gol e nello stesso anno anche il Pallone d’Oro.
Negli anni ’80 ha vinto tutto con la Juventus di Trapattoni: due scudetti, una Coppa Italia, una Coppa delle Coppe e una Supercoppa europea, fino alla Coppa dei Campioni nel 1985 con la tragica finale dell’Heysel, che fu anche la sua ultima partita in bianconero.
La rinascita dopo la squalifica, e la vittoria a Spagna ’82
Prima delle sue stagioni alla Juventus e prima di diventare l’eroe dei Mondiali di Spagna, Paolo Rossi aveva giocato nel Lanerossi Vicenza, nell’Avellino e nel Perugia, dove nel 1979 fu coinvolto nello scandalo del calcioscommesse. La faccenda gli costò due anni di squalifica, e l’addio all’Europeo in casa. Paolo Rossi pensò di smettere di giocare a calcio, ma il presidente della Juventus Boniperti, che ha sempre creduto nella sua innocenza, lo convinse a ripartire con la sua squadra nel 1981. La squalifica terminò nell’aprile 1982: Rossi fece in tempo a giocare le ultime tre partite di campionato con la Juve, e a vincere lo scudetto. Poi ci fu la rinascita, con la convocazione ai Mondiali di Spagna 1982.
Paolo divenne “Pablito”, l’eroe del Mundial, grazie alla testardaggine del CT Enzo Bearzot, che lo convocò nonostante la vicenda delle calcioscommesse. E Rossi entrò nella storia grazie ai suoi gol contro il Brasile, la Polonia e la Germania nella partita della finale. In tutto Paolo Rossi ha giocato 340 partite, segnando 134 gol, con 48 presenze e 20 reti in Nazionale. Con Collovati, Bergomi, Tardelli, Gentile, Antognoni e Bruno Conti, Paolo Rossi è diventato il simbolo dei campionati del Mondo 1982.