In un momento in cui si parla di rilanciare il cinema, ma la sala è abbandonata a sé stessa, Boys sfida la crisi in atto e debutta al cinema. In conferenza stampa a Taormina 67, Davide Ferrario, Mauro Pagani, Neri Marcoré, Marco Paolini, Giovanni Storti, Giorgio Tirabassi e Isabel Russinova.
Niente come eravamo, ma come siamo. Una storia che parla di sogni, libertà, amicizia. Quattro amici e le loro canzoni. The Boys, tutto qua.
Inquadrature leggere inframmezzate da immagini di repertorio: il flusso dei pensieri così come passano nelle nostre menti, quel tempo che non esiste e che ci lascia giovani in corpi che invecchiano.
Boys, il film di Davide Ferrario apre il Taormina Film Festival
Hai sessant’anni, uno spirito rock, gli acciacchi dell’età, ti senti giovane. Hai vissuto la tua giovinezza quando «Ci veniva tutto facile, tutto giusto. Poi sono arrivati gli anni 80 e abbiamo cercato un posto fisso». Hai contestato il perbenismo della generazione dei tuoi genitori e di molti tuoi coetanei. Fai parte di quella generazione che molti non sanno sia esistita, mentre altri vagheggiano dicendo «voi avevate Jimy Hendrix, noi abbiamo X Factor». Vivere on the road era una filosofia di vita. Una Harley era la tua astronave per mondi lontani. Sognavi, anche se i sogni infranti ti facevano soffrire, ma tu ti rialzavi e sognavi di nuovo, magari ancora più in grande. Sognavi un mondo migliore, sognavi che saresti stato tu a costruirlo, insieme a quelli che avevano i tuoi ideali, che lottavano insieme a te, ai tuoi amici.
Boys è un film nato per la sala e che merita di essere visto sul grande schermo. Una storia senza inutili sentimentalismi nostalgici, senza frustrazioni per una vita andata diversamente. Una delle caratteristiche del film è che non c’è l’idealizzazione del passato, dei famosi anni 70. Solo una “banda di cazzoni”, come dice uno dei protagonisti, che narrano una storia di amicizia.
Boys è musica rock ascoltata su vinile: quel vintage che ha ancora il sapore di una volta, perché è un concerto scritto sullo spartito degli ideali, con le note dei sogni, al ritmo dei valori, col tempo dell’amicizia. E allora, anche se la tua prostata dà problemi, il mondo non è diventato un posto migliore, il tuo matrimonio è naufragato, la tua vecchia fiamma ha subito due mastectomie, il rock resta dentro di te. Esattamente come resta sui solchi di quel vinile che ha suonato la colonna sonora della tua gioventù. Perché non si fa rock. Si è rock. Anche a sessant’anni, anche se di giorno indossi giacca e cravatta e fai il notaio o se hai un ristorante dove si servono polpette.
E cosa accade se dopo tanti anni, quando hai sfiorato per un attimo il successo e sei finito nell’oblio, un trapper ti chiama per suonare la tua musica? Un trapper sta alla società di oggi come un rocker stava a quella degli anni ’70? Tu contestavi per cambiare il mondo, per lanciare messaggi nuovi. Lui? Cedergli i tuoi diritti d’autore, vendergli il diritto di usare la tua musica come crede, è come vendere l’anima al diavolo? Si vendono i sogni?
Con Boys, Davide Ferrario e Cristina Mainardi, firmano una sceneggiatura che ha la forza e la tenerezza del tempo che si cristallizza nei nostri ricordi, ma anche la saggezza che deriva dalla consapevolezza che la vita è un dono a qualsiasi età.
La colonna sonora di Mauro Pagani è il disco inedito più d’epoca che si potesse chiedere: fresco come appena arrivato dagli anni 70 grazie a una macchina del tempo, è composto da una serie di brani scritti allora e dimenticati in un cassetto.
La bravura di Ferrario è nelle parole dell’anima femminile del gruppo, Isabel Russinova: “la grande capacità di Ferrario è stata quella di costruire un cast di persone umanamente meravigliose. Siamo stati strumenti adatti e giusti per questo spartito”.
L’autointervista di Neri Marcorè
Il cast si è riunito a Taormina per presentare il film. solo Neri Marcorè era in collegamento durante la conferenza stampa. Sua l’intervista più surreale, che ha trasformato un problema tecnico in uno show.
Neri: Ho problemi di linea, non sento quello che dite per cui mi farò un’auto intervista.
Come ti sei trovato sul set? Devo dire bene.
È la seconda o terza volta che lavori con Davide Ferrario? Si effettivamente la terza volta e sono molto grato perché è stato divertente il fatto di aver suonato in una band. Lavorare con Pagani è stata una grande soddisfazione della mia vita.
Ma sei diventato amico di qualcuno dei Boys nella vita? No, sinceramente no…
C’è qualcuno a cui vuoi più bene? No sinceramente no. Con nessuno di loro è nato un rapporto di amicizia. Ci scriviamo delle lettere formali, con carta e penna, abbiamo deciso di lasciare da parte SMS, WhatsApp e cose varie e siamo rimasti tutti molto formali.
Ti dispiace di non essere al festival di Taormina? Mi dispiace molto, perché mi sarebbe piaciuto divertirmi insieme a tutti voi a inventare qualche gag aggiuntiva rispetto a quelle del film. Mi sarebbe piaciuto vivere tutta la situazione del festival, però Lionello ha voluto far uscire il film il 1° luglio apposta per farmi dispetto.
La sinossi del film
Joe, Carlo, Bobo e Giacomo sono amici da sempre, ciascuno con la propria vita e i propri problemi, ma uniti da un autentico legame e dalla passione che li aveva fatti incontrare: la musica. The Boys, questo il nome della band, avevano avuto un fulmineo successo negli anni Settanta. Nella loro routine – tra vicende amorose e personali – irrompe una possibilità che li porta in un nuovo viaggio: dovranno fare i conti con i sogni e le ambizioni di un tempo e il mondo di oggi, ma ancora di più scopriranno il senso della loro amicizia.
Il trailer di Boys
“Boys”, il trailer del film di Davide Ferrario che apre il Taormina Film Fest 2021