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Balenciaga: per la collezione SS22 fa sfilare i cloni e “hackera” Gucci

Per sfilata della collezione SS22, Balenciaga ha replicato in digitale l’artista Eliza Douglas, sovrapponendo il suo volto su 43 modelli. Super omologazione!

“Balenciaga clones” è il titolo della sfilata virtuale per la Primavera/Estate 2022 della maison guidata da Demna Gvasalia.  Protagonista una sola modella, la pittrice modella Eliza Douglas, che porta in scena la seconda puntata del sodalizio di Kering tra la maison francese e Gucci di Alessandro Michele.

Una sfilata di 44 look tra uomo e donna, tutti indossati dalla Douglas, che da Balenciaga ha sempre chiuso tutti i suoi show. Come è possibile? Si tratta di cloni. Ovvero 43 modelli a cui è stato insegnato a camminare come lei e sul cui volto poi, con la tecnologia del deepfake, è stato sovraimpresso il volto di Eliza. E come ha rivelato Gvasalia: «È un profondo falso di una sfilata di moda. Quello che vediamo online non è quello che è. Cosa è vero e cosa è falso?».

Balenciaga SS22

Nella collezione Balenciaga SS22 Gvasalia ironizza sulla mania per i trend e i “pezzi del momento” che ancora affligge la società. Nel video diretto da Quentin Deronzier va in scena una passerella minimalista, quasi medicale, in un fondale bianco ottico, in cui siedono uomini e donne vestiti tutti allo stesso modo.

Complici, una colonna sonora sci-fi e un voiceover che canta La vie en rose con un timbro metallico e inquietante.

Balenciaga “hackera” Gucci

E poi in passerella anche la Gvasalia versione di quell’hackeraggio avviato da Alessandro Michele in Aria, la collezione del centenario di Gucci.

Infatti lo scorso aprile lo stilista romano aveva ripreso le linee più iconiche e i loghi Balenciaga di Gvasalia, e ora Gvasalia si appropria degli accessori più tipicamente Gucci, sostituendo la doppia G con la doppia B, e scarabocchiando le shopping bag con la programmatica frase “This is not a Gucci bag”. Instagram e i social si infiammano ma tutto si è svolto in realtà senza spettatori di persona. E come conclude Gvasalia: «È uno spettacolo che non è mai successo, ma i vestiti sono reali, sono stati fatti!».

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