“In questa storia che è la mia”: un evento eccezionale in un momento eccezionale, in streaming dal 2 giugno alle 21:00 su It’sArt. Wondernet Magazine ha partecipato alla conferenza stampa di presentazione dello spettacolo.
“In questa storia che è la mia”, grazie a quel produttore di suggestioni e di emozioni che è Giuliano Peparini, diventa potente con il supporto visivo della tecnologia di It’sArt, l’orchestra, il coro e parte del corpo di ballo del Teatro dell’Opera di Roma. Sarà visibile in streaming il 2 giugno alle ore 21.00 sulla piattaforma It’sArt (il sipario digitale per teatro, musica, cinema, danza e ogni forma d’arte, live e on-demand).
Nella coreografia geniale di Giuliano e Veronica Peparini, tutto – palcoscenico, golfo mistico, platea, palchi, loggioni, foyer, corridoi, backstage – si trasforma in scena. Uno spettacolo totale in uno spazio scenico totale.
“In questa storia che è la mia”, insieme a Baglioni Pierfrancesco Favino ed Eleonora Abbagnato
Ed è così che l’ultimo album di inediti – più di 4milioni di streaming, oltre 60mila copie tra cd e vinili – si trasforma in una visionario FilmOpera. La narrazione, della durata di novanta minuti, si apre con un monologo scritto da Claudio Baglioni e interpretato da Pierfrancesco Favino e un preludio danzato affidato all’étoile Eleonora Abbagnato.
«Una bellissima storia d’amore che ha riunito cinema, danza, teatro, musica. Un’opera coraggiosa che ha visto insieme tutte le arti che sono state costrette a fermarsi». Così l’ha descritta Claudio Baglioni. «È difficile dare una definizione a questo formato. Concerto totale, opera concerto… non è facile definirla».
Sicuramente è un prodotto giusto per un approccio cinematografico da piattaforma, con riprese da diversi punti di vista, attraverso un incalzante ed emozionante uso di campi e controcampi, e fino a 188 tra musicisti, coristi, cantanti, ballerini, performer che hanno lavorato insieme sul set.
Il racconto di Claudio Baglioni in conferenza stampa
«Con Peter Gabriel, tempo fa, parlavamo di quanto sia difficile creare qualcosa di nuovo, di come ogni artista sia in realtà un artigiano che fa accadere delle cose. E mesi fa, con i teatri chiusi, quando, con gli organizzatori dei concerti in programma a Caracalla, ci trovammo a decidere cosa fare, vedendo il teatro dell’Opera di Roma vuoto, pensai che il mio album era una storia. Ho pensato allora a Wagner che parlava di arte totale, mettendo insieme varie forme espressive. Allora siamo usciti fuori da una scena determinata e abbiamo creato quello che avete visto con “In questa storia che è la mia” . Un’Opera che fonde recitazione, danza, gesto, giochi di luci e suoni, “quadri” animati da performer, e nella quale grande orchestra, coro lirico, coristi e band diventano co-protagonisti della narrazione».
“In questa storia che è la mia” non è un musical. Ma Claudio Baglioni ha ancora questo sogno nel cassetto. «Sono una cinquantina d’anni che penso di fare un musical. Quando presentai alla RCA Questo piccolo grande amore, venne presentato come film musicale. Anche E tu era all’inizio una commedia musicale, poi tutti i temi sono diventate canzoni. Per far diventare In questa storia che non è la mia un musical, bisogna far cantare i protagonisti e creare un telaio narrativo ulteriore. Per me sarebbe un’avventura ulteriore».
«È un mese e mezzo che festeggio i settanta»
A questa eccezionale presentazione, non è voluto mancare il Ministro Franceschini: «Ci tenevo ad essere qui perché la canzone italiana è stata trascurata. È anche un modo per festeggiare i tuoi settant’anni, Claudio. I tuoi anni sono i 70 anni di tutti. Ho dato il mio primo bacio con la musica di “E tu”. Lo streaming» – ha continuato – «ha colmato dei vuoti. Non deve sostituire i concerti, ma raggiungere chi non può partecipare. È bello che la piattaforma It’sArt debutti con te e con il tuo concerto».
«È un mese e mezzo che festeggio ‘sti Settanta. Temo che sarà come l’Anno Santo, ce lo ricorderemo tutti i mesi», ha risposto divertito l’artista romano. Insieme ai suoi settant’anni, arriva anche un nuovo titolo: Grande Ufficiale Ordine al merito della Repubblica Italiana. «Ho fatto vent’anni da commendatore e mi appesantiva. Ora quello di Grande Ufficiale spero mi alleggerisca».