Bevagna, piccolo comune in provincia di Perugia sulla Strada del Sagrantino, è inserita nei Borghi più belli d’Italia. Qualche notizia sui suoi dintorni, per un fine settimana all’insegna dell’arte, della natura e dell’enoturismo.
L’antica Mevania, ora Bevagna, sorge ai margini della vasta Valle Umbra, alle estreme propaggini dei Monti Martani. Le prime notizie storiche riportano la conquista romana dell’Umbria, anche se esistono tracce di insediamenti umani fin dall’età del ferro e significativi rinvenimenti archeologici avvalorano la presenza degli Umbri e degli Etruschi in questa zona.
Bevagna e dintorni
Il territorio di Bevagna è compreso in una piccola conca dalla conformazione pianeggiante, circondata da dolci colline, dove si stagliano i castelli di Torre del Colle, Gaglioli, Limigiano e Castelbuono. Antichi baluardi a difesa della valle, immersi nel verde intenso dei filari delle viti e degli olivi. A valle il piccolo lago Aiso, il Clitunno, il Teverone, il Timia, il torrente Attone e l’antica Cantalupo.
Uno dei borghi più belli d’Italia
Bevagna, inserita nei Borghi più belli d’Italia, racconta ancora la vita medievale. Appena entrati, attraversando il ponte sul fiume Clitunno, l’antico lavatoio dell’Accolta ricorda le fatiche delle massaie del passato. Le viuzze, incastonate nella cinta muraria con sei porte, si intrecciano nel tessuto urbano dove le case sono curate e restituite agli antichi splendori da ristrutturazioni conservative. Le edicole con immagini sacre confermano la spiritualità di un territorio caro a San Francesco. I vecchi portoni sormontati da chiavi di volta testimoniano la nobiltà del luogo. La piazza principale regala la suggestiva fontana ottocentesca e il bellissimo Palazzo dei Consoli del 1270. È una costruzione caratterizzata da un’ampia scalinata esterna e attualmente ospita un teatro risalente al 1800.
La storia di questo borgo millenario è ricordata nel mercato delle “gaite”, che ripercorre i mestieri, gli usi e le abitudini di un tempo lontano che torna ogni anno nella manifestazione. Gli esercenti indossano gli abiti medievali e mostrano al turista le tecniche in uso all’epoca, dalle stoffe, eccellenza bevanate, alla cereria.
Vivere Bevagna
L’offerta per pernottare è ampia: dai resort di charme alle residenze d’epoca agli agriturismi che, nella loro semplicità, accolgono l’ospite nell’Umbria più bella. L’Orto degli Angeli o Palazzo Brunamonti, per una vacanza nel fascino dell’antico. B&B più economici per una scelta orientata a vivere l’atmosfera contadina.
I ristoranti a Bevagna sono in grado di accontentare e accondiscendere a ogni esigenza del turista: dalla Trattoria di Oscar, segnalata nella Guida Michelin, per un percorso gastronomico alla scoperta di specialità “etrusche” come omaggio all’antica popolazione che abitava in zona. Il bue grasso e la porchetta riporteranno, infatti, ai sapori del passato; a Serpillo, anche questo nella lista Michelin, per immergersi in un antico frantoio, dove il buffet dell’antipasto coinvolge il commensale con prodotti straordinari; infine, Redibis. Il menù ricercato, da gustare nella cornice mozzafiato del Teatro Romano, lascerà la gioia nel palato, ma anche qualche perplessità sul conto.
La strada del Sagrantino, itinerario enoturistico
La Strada del Sagrantino attraversa Bevagna, ed è costellata da cantine che si susseguono senza soluzione di continuità. Fra queste una in particolare colpisce per la sua storia e modernità: Le Cimate. Il nome ricorda la zona collinare su cui si erge. Infatti, è situata alla sommità di una splendida collina con vista panoramica sui monti Martani e la città di Montefalco, uno degli scenari più suggestivi nel cuore dell’Umbria.
È gestita da Paolo Bartoloni, un giovane imprenditore che ha migliorato la tradizione familiare dedita all’agricoltura fin dal 1800. La voglia di perfezionarsi e la passione scintillano nei suoi occhi quando racconta i vini che produce. La Cantina nasce nel 2011 su decisione di Paolo e del padre, con il preciso intento di continuare l’opera del nonno. L’investimento è stato rilevante, ma il risultato è in una cantina tecnologicamente avanzata e dinamica. L’idea che ha contribuito al successo de Le Cimate, e ha agevolato lo sviluppo dell’enoturismo in Montefalco, è stata allestire una sala degustazioni, una scelta innovativa in quanto, nel 2011, non comune alle altre cantine in zona.
Oltre al Sagrantino, il vino di punta è il Macchieto, nato per caso come racconta lo stesso Paolo: due americani visitarono la cantina nel 2010. Gli proponemmo la degustazione di un Sagrantino affinato in barrique francese e di un cabernet in barrique americana. Quando andarono via, presi i due calici e invece di buttarli via, li mischiai. Da questo errore, nacque un grandissimo assaggio. Con il mio cantiniere Cesare, ideammo così questo prodotto dandone una specificità e una metodologia che ancora oggi usiamo.
La soddisfazione di aver creato un prodotto unico e la convinzione di possedere la capacità per produrre una eccellenza, convinse Paolo Bartoloni a tentare la strada per provocare ed emulare i toscani, denominando così il Macchieto come Super Umbrian. Ma la specifica non ottenne il permesso di essere indicata sull’etichetta, e perciò optò per la numerazione limitata.
Di fatto, la produzione dei vini umbri è declinata in nuovi prodotti con un carattere straordinario. E anche il prezzo è accessibile.