Dopo “L’obbligo del silenzio” (2007) e “La sposa e il diavolo” (2009), Manuela Villa torna in tutte le librerie con il nuovo romanzo “L’alimentatore”.
Manuela Villa, apprezzata cantante e scrittrice, torna a pubblicare con Armando Curcio Editore un nuovo romanzo dal titolo certamente singolare, “L’alimentatore”. La prefazione del volume porta la firma di Alessandro Cecchi Paone, noto giornalista e volto televisivo italiano.
Romanzo particolare, di sapore noir, che si interroga sugli effetti che la mancanza di figure di riferimento può scatenare.
“L’alimentatore”, la sinossi del libro
Corinne e Sebastian, i due amanti perduti in questo mare di “amore malato”, ne sono l’esempio. Si può continuare a definire “amore” ciò che è “possesso”, “appartenenza” e “sopraffazione”? In questo racconto pungente di Manuela Villa, Corinne è vittima e forse complice: inizierà a mangiare a non finire, per colmare quei vuoti interiori che la attanagliano, pur di appagare le attenzioni di un uomo che forse non la ama davvero, ma si illude e la illude di questo amore.
Questo, in un senso quasi letterale, è “L’alimentatore”. Ma non solo: è la favola dell’amore portato agli estremi della sopportazione umana, il subire violenza mentale e fisica, il racconto di un abisso interiore, dove ci si addentra con troppa facilità finendo per perdercisi dentro.
Solo chi è protagonista di questa discesa nel baratro di un amore-non-amore può trovare la forza, e la chiave, per poterne uscire, “libero” e “nuovo”. E questo Manuela Villa, non solo lo sa, ma lo esprime con fermezza e coraggio, con una scrittura sagace e attenta nelle pagine di un romanzo che si fa leggere tutto d’un fiato.
“L’alimentatore” sarà disponibile in tutte le librerie dal prossimo 3 giugno.
Manuela Villa
Nata a Roma il 7 febbraio 1966, Manuela ha conosciuto suo padre, Claudio Villa all’età di 15 anni. È cresciuta con la mamma, Noemi Garofalo, e con il fratello maggiore Claudio junior, anche lui figlio dell’artista romano. Ancora minorenne, Manuela ha chiesto il riconoscimento della paternità al Tribunale di Roma. Riconoscimento che è arrivato solo nel 2004, molti anni dopo la morte di Claudio Villa. Un’infanzia ed un’adolescenza non facili, quelle di Manuela, che dal celebre padre, oltre al cognome (Pica, perché Villa è un nome d’arte) ha ereditato una voce possente e un grande talento artistico, che si esprime anche attraverso la scrittura.