Si è svolta oggi la conferenza stampa di presentazione di Domina, la nuova serie Sky Original in otto episodi che racconta la vita di Livia Drusilla, moglie dell’imperatore Augusto. La Storia vista da un punto di vista femminile.
Wondernet Magazine ha partecipato alla conferenza stampa di Domina, la serie Sky Original in arrivo su Sky e Now dal 14 maggio. Oltre alla protagonista, Kasia Smutniak che interpreta Livia Drusilla, erano presenti la regista Claire McCarthy, l’ideatore e scrittore della serie, Simon Burke, Nils Hartmann, Senior director Original Production Sky Italia e le attrici Claire Forlani e Colette Dalal Tchantcho.
Nel cast tecnico, grandi eccellenze italiane di rilievo internazionale a partire dal Premio Oscar Gabriella Pescucci, che ha curato i costumi della serie, Luca Tranchino (Prison Break) alla scenografia, Katia Sisto (Penny Dreadful) al make-up e Claudia Catini (Trust: Il rapimento Getty) all’hair design.
La novità di Domina è che si tratta di una serie storica, dove la Storia è vista per la prima volta da un punto di vista femminile: quello di Livia Drusilla, moglie dell’imperatore Augusto.
Domina, la conferenza stampa con Kasia Smutniak
Kasia, quali sono stati gli elementi che più ti hanno appassionato di Livia Drusilla?
Kasia Smutniak: La cosa che mi ha affascinato di più è che si tratta di un progetto che ruota attorno ad una figura storica, di una donna che è stata fondamentale per la sua epoca e che è stata raccontata poco ed è poco conosciuta. Poterla interpretare mi è sembrato importante in questo momento che stiamo vivendo. Penso che abbiamo bisogno di storie così. Abbiamo bisogno di storie di donne, forti e fragili allo stesso tempo, che hanno lasciato un grande impatto. Mi è capitato di partecipare ad altri biopic, e spesso si romanza per rendere la storia più fluida, più accattivante. In questo caso Simon Burke ha dovuto tagliare fuori alcuni fatti perché nonostante sia una serie, non ci sarebbe stato il tempo per raccontarli tutti. È una trasposizione storica vera e basata su fatti reali. Inoltre, girarlo a Roma con maestranze come Gabriella Pescucci e Luca Tranchino, che rappresentano eccellenze italiane, ha trasmesso un’atmosfera, una luce, un’energia unica al progetto.
Questa serie racconta un mondo in cui le donne non avevano diritti, non potevano votare. Sono passati più di duemila anni e ancora stiamo parlando di diritti. Che importanza ha avuto per te interpretare una storia così?
Kasia Smutniak: Questo progetto è arrivato in un momento giusto per me. Credo che ogni donna, quando cresce, si guarda indietro e si rende conto del percorso e della fatica che ha fatto per arrivare dov’è. La fatica per rimanere sé stessa, per mantenere le proprie libertà, e serve maturità per raccontare queste donne. Non è solo la storia di Livia, ma quella delle donne dell’epoca. Ed oggi è importante raccontarla perché quando parliamo di diritti dobbiamo ricordare che in molte parti del mondo le donne ancora non ne hanno alcuno. Ancora vengono date in sposa, siamo indietro anni luce. Sapere che duemila anni fa certi passaggi sono stati fatti e poi sono stati cancellati, fa riflettere.
Livia Drusilla, la prima femminista della storia
Kasia Smutniak: Livia Drusilla forse è stata la prima vera femminista, ha creato leggi per le donne, che finalmente potevano ereditare delle proprietà, mentre prima non ne avevano il diritto. Le donne erano usate solo come oggetti per la riproduzione, se si separavano non potevano tenere i figli con sé. Penso che le donne che guarderanno questa serie troveranno molte cose in cui riconoscersi. Simon Burke ha avuto grande sensibilità nel scriverla, e la regista si è focalizzata proprio sugli aspetti dell’universo femminile. Era fondamentale raccontare proprio quegli aspetti che sono ancora fondamentali nella società di oggi. Sapere che i passi avanti fatti duemila anni fa sono stati cancellati dalla storia deve essere un monito, un campanello d’allarme. Ci fa capire che anche le conquiste di oggi, se non vengono coltivate e protette, possono essere cancellate allo stesso modo.
Kasia Smutiak: Livia e il potere
Kasia Smutniak: Il potere Livia lo usa per sopravvivere. Non è un potere fine a sé stesso. Questa cosa mi ha fatto molto ragionare, penso che il potere per le donne sia proprio quello di avere la libertà di scelta, di poter scegliere per sé stesse. Anche se Livia viene raffigurata ricoperta di oro e gioielli, in realtà caratterialmente era all’opposto. Il potere vero per lei era quello di mantenere i figli con sé, di decidere per loro, di sopravvivere, di essere libera.
Questa serie racconta la storia da un punto di vista femminile. Interpretare una donna dell’antica Roma cosa ha rappresentato per la tua carriera?
Kasia Smutniak: La storia di Roma, di quell’epoca, ha indubbiamente un fascino enorme. Sembra un’epoca lontanissima, folle, se parliamo di diritti femminili. Quell’epoca è stata raccontata molte volte dal cinema. Tra le grandi donne dell’epoca antica la più conosciuta è Cleopatra, che è diventata un’icona pop. Di Livia invece si sa poco o niente, perché è stata cancellata dalla sua epoca. L’intento di questa serie è proprio quello di riportare alla luce la sua figura, ed è importante perché credo che oggi ci sia bisogno di storie così. Il punto di vista femminile è importante, perché gli storici antichi erano tutti uomini. Delle donne dell’epoca romana si sa poco o niente, e questa serie racconta la storia di Roma da un punto di vista intimo, familiare, anche crudele e violento.
Quali sono state le difficoltà nell’interpretare il ruolo di Livia?
Kasia Smutniak: Per poter interpretare Livia ho dovuto prima capirla. Le decisioni che ha preso, soprattutto quelle che ruotano attorno ai suoi figli, per una madre oggi sono difficili da capire. La storia racconta Livia nel suo intimo, e c’è stato più di un momento difficile. Per esempio rinunciare ai propri figli, lasciarli nelle mani di un marito incapace, pensando che avrebbe potuto non rivederli mai più, per realizzare il suo progetto, che è quello di far tornare la Repubblica al potere. Livia ha dei principi ai quali resta coerente per tutta la vita. Le scene emotivamente più difficili sono state quelle dei suoi vari parti.
Ci parli della relazione tra Livia e Augusto?
Kasia Smutniak: Domina è anche la storia di un grande amore. Forse la relazione era di convenienza, ma lo era per entrambi. Indubbiamente dietro c’è stata una grandissima passione. Un matrimonio durato oltre cinquant’anni, fino alla morte di Augusto, una storia passionale, bellissima da raccontare. Tutte le scene che ho girato con Matthew McNulty sono state rese facili e naturali grazie ad una bellissima scrittura. Matthew McNulty ha portato nella serie una grandissima forza, ha dato grande sensibilità e verità all’interpretazione di Augusto. Credo che insieme siamo riusciti a costruire qualcosa di vero, di intimo. La loro è stata una storia d’amore immensa, ed è stato interessante interpretarla.
Quali tratti del carattere e della personalità di Livia ti appartengono, o quali sue caratteristiche vorresti avere?
Kasia Smutniak: Non trovo grandi caratteristiche in comune, a parte la consapevolezza, ma quella è una cosa che si acquisisce con il tempo. Mi piacerebbe essere tanto forte e tanto determinata. Non sono ambiziosa, quello è un lato del carattere di Livia che non mi appartiene. Interpretarla è stato un piacere: anche se è un personaggio opposto a quello che sono io ha tantissime sfumature, e finalmente ho potuto interpretare un personaggio che ha un pizzico di furbizia, per non dire di cattiveria.