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Lidia Vitale: «Nel cassetto ho il mio primo film da regista, intanto interpreto una strega in “Leonardo”»

Lidia Vitale, photo Stefano Morselli
Sarà in TV nell’attesa serie dedicata a Leonardo, su Rai1 dal 23 marzo. Lidia Vitale è un’attrice dall’indiscutibile talento, interprete in perfetto equilibrio tra cinema e teatro, oggi pronta alla sua prima esperienza da regista di un film scritto in pieno lockdown.

Intensità di sguardo, voce e interpretazione. Lidia Vitale è un’attrice che quando passa lascia il segno. Dal teatro al set, un ciak dopo l’altro, l’attrice romana mette in fila ruoli significativi che, in queste ultime settimane, l’hanno condotta fino al cast dell’opera prima di Fabrizio Moro dal titolo “Ghiaccio”, sceneggiatura che il cantautore ha firmato con Alessio De Leonardis.

E se per Moro Lidia è la madre di Giacomo Ferrara, per Paolo Genovese interpreterà la madre di uno dei protagonisti del prossimo lavoro del regista romano, intitolato “Il Primo Giorno della mia Vita”. Dal 23 marzo 2021 la vedremo su Rai1 nella serie “Leonardo”, nel ruolo di una strega.

Lidia Vitale e “Amà”, film scritto in lockdown

Il suo è un curriculum costellato da importanti partecipazioni e collaborazioni artistiche di cui Lidia ha fatto e fa costantemente tesoro. Quel tesoro è messo da parte e viene riconsiderato dall’attrice, ogni volta con sguardo più consapevole. Una consapevolezza che è cresciuta nel tempo e che oggi la fa sentire pronta a compiere il sospirato salto dietro la telecamera. Nel cassetto dei desideri infatti, è racchiusa la cruda storia di Lilly, scritta insieme a Gianluca Manzetti e con cui Lidia disegna i tratti della giovane protagonista del film “Amà”, un dramedy ambientato negli anni ’80 che parla di abusi e delle abissali differenze tra il genere femminile nei confronti di quello maschile. Nell’attesa di assistere alla sua opera prima come regista, Lidia continua a recitare e ad allungare la lista di ruoli che sistematicamente, porta a casa con grande successo di critica. Un’attrice di spessore e insieme, madre presente per la talentuosa Blu Yoshimi, interprete a sua volta di film come “Piuma”, “Like Me Back” e altri.

Tra cinema, TV e teatro, Lidia Vitale è un’attrice completa

Formatasi tra Università e Actor Studio, Lidia studia e si forma con coach come Susan Batson, Arthur Penn, Michael Margotta, Doris Hicks e tanti altri, non smettendo mai di affinare la sua tecnica che, nel tempo, l’ha portata anche a cimentarsi come regista di cortometraggi, tra cui “Tra Fratelli”, “Le Gonfiate” e “Musica per i miei occhi”, tappe di un percorso la conducono verso la nascita del suo primo lungometraggio.

Lidia Vitale, intervista all'attrice nel cast di Leonardo

Negli anni, è diretta anche da Premi Oscar come Paolo Sorrentino, per cui veste il ruolo de La Regina de Roma in “Piccole Avventure Romane”, oppure Mike Van Diem, per il ruolo della barese Immacolata in “Tulipani”, interpretazione con cui si aggiudica il premio di Miglior Attrice Protagonista al Villammare Film Festival. Di recente ha preso parte al film “La Partita”, di Francesco Carnesacchi e nella fortunata serie FOX “Romolo & Giuly – La guerra mondiale italiana”, nelle due stagioni in cui è Anna Montacchi, madre di Romolo.

Il 2021 su Netflix, con “Luna Park” e “My Dorian”

Tra le serie TV prende parte a “Rosy Abate” e poi a “Sanctuary”, mentre in uscita per Netflix nel 2021, arrivano “Luna Park” e “My Dorian”, quest’ultima in lingua inglese, diretta da Santa de Santis e Alessandro D’Ambrosi. In lavorazione c’è “Grand Bolero”, opera in lingua inglese diretta da Gabriele Fabbro che sta lavorando ad uno psycho thriller tutto al femminile, in cui Lidia è una donna solitaria la cui ossessione per gli organi di chiesa si riversa su una giovane donna muta. A breve interpreterà Franca come protagonista del corto “Il Giudizio” di Niccolò Dettore e Ippolito Toto, mentre sarà una sorta di mistress nel pilot di Francesco Lazzotti intitolato “The Match”. Intanto nell’imminente primavera 2021, per lei inizieranno anche le riprese con un altro pluripremiato regista, un progetto di cui però non possiamo ancora rivelare nulla.

Lidia Vitale, intervista all'attrice nel cast di Leonardo
Photo Credits: Stefano Morselli©

Da Salemme a Castellitto, le grandi collaborazioni di Lidia Vitale

Nel personale palmares dell’attrice aumentano i riconoscimenti, come quello giunto per la parte da protagonista nel corto “Hold On” di Haiyang Yu, girato a Los Angeles, oppure “Virginia” di Francesco Puppini, girato con l’Università di Leeds e con cui vince al Future Film Lab Award di Londra. Tra i ruoli che l’hanno resa nota al cinema e in tv, c’è quello del magistrato Giovanna Carati de “La Meglio Gioventù” di M.T.Giordana, oppure il ruolo di Francesca in “Cose da Pazzi” di V.Salemme, passando per Delfina ne “La Bellezza del Somaro” di Sergio Castellitto, fino a Giovanna ne “I Nostri Ragazzi” di I. De Matteo e Marzia Gullotta, nelle 2 stagioni Rai di “Medicina Generale”.

Nel ricordo di Anna Magnani con il recital “Solo Anna”

Sui palcoscenici teatrali in giro per il mondo, dal 2012 Lidia porta in scena il suo One Woman Show dal titolo “Solo Anna”, testo scritto da Franco D’Alessandro e diretto da Eva Minemar, in cui omaggia con profondo rispetto e grande fedeltà, l’immortale figura di Anna Magnani; un’interpretazione che, a distanza di anni, continua ancora a ricevere recensioni e riconoscimenti pubblici che confermano la sua grande capacità d’immedesimazione con il personaggio (dopo aver visto Lidia Vitale nei panni di Anna Magnani, difficilmente si può tornare indietro).

Lidia Vitale, intervista all'attrice nel cast di Leonardo
Lidia Vitale nei panni di Anna Magnani

Lidia Vitale risponde alle domande di Wondernet

L’abbiamo raggiunta in una delle tante pause di “memoria”, mentre era impegnata a studiare per un copione e a ripassarne un altro. Senza troppi fronzoli, con la sincerità che da sempre la guida e la distingue da tanti colleghi, Lidia ha risposto alle domande di Wondernet Magazine.

La tua è una vita sul set, ma quanto è difficile fare l’attrice?

Lidia Vitale: Diciamo che la vita sul set è il meritato “giocattolo” di una vita di disciplina che coinvolge mente, corpo e spirito, senza mai perdere di vista o trascurare l’essere umano sociale e osservatore attento. D’altro canto mi ritengo molto fortunata per aver compreso e lavorato sin da giovane sul rimuovere vecchie credenze che fanno perdere di vista una grande verità: che nella vita si può guadagnare facendo quello che ci rende felici e ci piace fare. La fedeltà al mio sogno creativo è una delle cose a cui sono più grata.

Quali sono le differenze tra cinema italiano e resto del mondo?

Lidia Vitale: Ho molta fiducia nelle nuove generazioni che possono beneficiare di un confronto più diretto con le diverse realtà artistiche nel mondo. Credo ci sia bisogno soprattutto nella scrittura di andare ancora più a fondo sui temi che vengono trattati e abbandonare definitivamente un certo “buonismo” in cui negli ultimi anni ci siamo compromessi. La cosa che mi sta più a cuore è la situazione delle figure professionali femminili all’interno dell’industria e dei ruoli scritti per personaggi femminili. Nel mondo solo il 19% dei film vengono diretti da donne e per l’Italia la percentuale scende al 9%. Anche qui per la scrittura chi meglio di una donna può scrivere di donne? Escludendo casi di magnificenza quali “Roma” di Alfonso Cuarón.

Lidia Vitale, intervista all'attrice nel cast di Leonardo
Photo Credits: Azzurra Primavera©

Come hai trascorso il lockdown?

Lidia Vitale: Quando è iniziato venivo da un anno molto scarno di lavoro, quindi le mie risorse di sopravvivenza erano praticamente inesistenti. Ho deciso però sin da subito che sarebbe stata una grande opportunità per manifestare l’abbondanza nella mia vita. Appena mi sono immersa in questa condizione di gioia attraverso la meditazione, lo sport e la gratitudine per ogni piccola grande cosa della mia vita, al di là delle circostanze, è cominciato a succedere qualcosa che ha dello straordinario. Da ogni parte del mondo in cui ero stata, dalle persone più insospettabili, ho cominciato spontaneamente a ricevere donazioni. Piccoli aiuti, ma che mi hanno permesso di sopravvivere. A quei piccoli aiuti si sono aggiunti il sostegno delle nostre collecting e ho innescato un processo per cui, ad ogni cosa che ricevevo sottraevo il 5% e lo ridonavo a qualcun altro a mia volta. La mia creatività ha beneficiato di questa condizione vitale e proprio in quel periodo ho buttato giù “Amà” e ho partecipato ad un importante reading internazionale, che speriamo si realizzi in un film al più presto. Appena i set si sono riaperti, ho ricominciato fortunatamente a lavorare e a risalire la china.

Quali sono i tuoi riferimenti cinematografici?

Lidia Vitale: Ah, qui la lista è tanto lunga! Cerco costantemente fonti di ispirazione sia attoriali che di cinematografia in genere. Ad oggi Cate Blanchett e il cinema Coreano possono essere un buon esempio per l’uno e l’altro aspetto.

Lidia Vitale, intervista all'attrice nel cast di Leonardo
Photo Credits: Azzurra Primavera©

Che cosa ti avvicina così tanto ad Anna Magnani?

Lidia Vitale: Sai, a volte si nasce con delle similitudini in epoche diverse. Le nostre storie, l’energia ed il temperamento con cui le abbiamo entrambe vissute, uno sguardo sul mondo… Io di fatto non mi ci sono avvicinata di mia sponte. È successo che l’ho incontrata che neanche la volevo quasi incontrare. Se pensi che fatalmente da ragazzina conoscevo e mi affascinava molto di più la Bergman (ride, ndr.).

Hai un film pronto, cosa manca per cominciare a girare?

Lidia Vitale: I soldi? Una produzione coraggiosa che ci creda? Sicuramente continuo a lavorare sulla struttura e sul progetto ogni giorno. L’azione porta con sé la magia della realizzazione, diceva Goethe.

Se potessi fare un appello alla tua categoria, cosa diresti?

Lidia Vitale: Basta chiedere il permesso. Prendiamoci il potere artistico. Tiriamo fuori, ciascuno di noi le nostre unicità, affiniamole e manifestiamole al massimo delle loro potenzialità, al di là di ogni giudizio. Il compito dell’artista dopotutto è quello di illuminare i cuori e le menti della gente comune. È un nostro diritto, e mai come adesso un dovere civile.

La foto di apertura è di Stefano Morselli©

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