Lo abbiamo visto nel ruolo di Ramiro nel thriller internazionale “Diavoli”, accanto a Patrick Dempsey e Alessandro Borghi. E sta per tornare con la quinta stagione di “Gomorra”, dove interpreta Ronni.
Roberto Oliveri nasce a Rosario, in Argentina. All’età di due anni si trasferisce a Napoli. Il suo grande sogno del cinema si inizia a concretizzare nel 2009, quando si trasferisce a Roma e studia recitazione, la sua grande passione. Il suo curriculum si arricchisce sempre di più. Calcando la scena, Roberto Oliveri racconta quello che ama e riesce a trasmettere le sue passioni con grande coinvolgimento.
Sostenuto da una grande passione, tanta caparbietà e uno smisurato entusiasmo, si dedica alla recitazione affrontando sempre nuove sfide, percorrendo nuove strade e mettendosi ogni volta alla prova, ottenendo risultati encomiabili. Consolida in maniera eccellente il suo percorso professionale recitando in teatro, in cortometraggi, film e fiction. Tra queste “Gomorra La Serie”, che sta per tornare con la quinta stagione su Sky Atlantic.
Come nasce la tua grande passione per il lavoro da attore?
Roberto Oliveri: Sin da piccolo avevo due passioni: la prima era il calcio, la seconda quella di intrattenere i familiari ricreando storie fantasiose. La passione per il calcio purtroppo è svanita a causa di un incidente in moto, la seconda invece per selezione naturale sono qui a raccontarla con orgoglio e ambizione…Recitare è una professione seria che impone una disciplina da ossequiare con predisposizione e adempienza. L’abilità dell’attore infatti, mi ha sempre affascinato. Mi piace poter trasmettere qualcosa che parte dal mio stomaco e cuore e metterlo artisticamente a servizio di chi ci guarda. Penso che questo sia il movente della mia scelta che oggi per fortuna è diventata il mio mestiere, con la speranza che lo sia per sempre.
Le tue origini argentine ci raccontano che il cinema sud americano è tutt’oggi profondamente ancorato alle radici classiche del teatro, e quindi alla ricerca della perfezione recitativa. Ti piacerebbe affinare la tua arte attoriale a livello internazionale? E magari interpretare un ruolo che sia legato all’aspetto culturale e rivoluzionario del tuo paese di appartenenza?
Roberto Oliveri: Sono molto legato alla mia patria Natale. Amo il Sud America e lo spirito che si respira lì. Nell’ultimo decennio, in particolare, si è imposto all’attenzione internazionale come uno dei laboratori più ricchi e articolati sulla produzione audiovisiva; proprio per questo, sto pensando di sperimentare le mie capacità a livello internazionale. La pratica in questo settore artistico è più preziosa di anni di studi teorici sia per i registi che per gli attori. Infatti sto intensificando molto il mio lavoro per far sì che succeda presto.
Qualcosa si sta muovendo anche in terra spagnola…
Roberto Oliveri: L’anno scorso ho avuto la possibilità di interpretare due ruoli argentini, di cui vado molto fiero, il primo accanto a Jonathan Pryce nel film Netflix “I due Papi”. L’altro è quello di Ramiro Flores in “Diavoli” la serie Sky tratta dal bestseller di Guido Maria Brera. Sono nato a Rosario, città conosciuta principalmente per due motivi: è la città natale di Ernesto Che Guevara e della bandiera argentina; se mi venisse proposto un ruolo rivoluzionario, cercherei di calarmi nella parte in modo più autentico possibile anche per il rispetto delle mie amate origini.
Dalla terza stagione di Gomorra, interpreti un personaggio di rilievo, Ronni. È una serie molto amata, tra tutte le tue esperienze cinematografiche pensi che questa sia stata la grande opportunità che ha valorizzato al meglio il tuo aspetto declamato più versatile?
Roberto Oliveri: Gomorra per me è una famiglia che ormai va avanti da 5 anni. Penso che questa serie sia un prodotto realistico di altissimo livello grazie al suo sviluppo narrativo con cui è stata portata avanti e sono contento di farne parte. Sicuramente fino ad oggi è l’esperienza più grande che ho vissuto e posso dire che Ronni, pur avendo istinto e forza che appartengono anche a Roberto, è un personaggio totalmente distante dal mio modo di essere. È stato un cammino stimolante per potermi confrontare in una veste che si scosta totalmente dalla mia individualità.
Ad ogni personaggio, cerco di donare qualcosa di ben dettagliato che chiaramente parte da me stesso o da un ricordo da me vissuto in un certo modo. Il bagaglio umano fatto di esperienze ricordi ed emozioni è fondamentale per un attore. Mi considero un’interprete piuttosto versatile; questa è sicuramente una grandissima fortuna e l’ho dimostrato nei vari ruoli che ho incarnato e spero di poterlo confermare ancora, sperando che in Italia si possa accingere sempre di più alla rappresentazione di personaggi slegati dal proprio essere, ma resi plausibili in sede di provini.
Hai trovato difficoltà nell’interpretare un ruolo che non ti appartiene, cioè un giovane di strada?
Roberto Oliveri: Non è stata un’esperienza ardua quella di entrare nei panni di Ronni, perché sono riuscito a interiorizzare un personaggio proveniente da un rango sociale che già conoscevo. Ho vissuto sin da bambino a Napoli, da piccolo sono stato anche io uno scugnizzo ma ho sempre saputo gestire, grazie ai i miei principi di educazione, tutte le varie conoscenze presenti durante l’arco della mia crescita. Conosco bene la realtà che vivono oggi i giovani di Napoli, ma credo che l’insegnamento dei genitori sia fondamentale per i figli…Malgrado le numerose difficoltà, Napoli è una delle città più affascinanti del mondo e ritengo che l’enorme successo senza precedenti di Gomorra abbia spianato la strada a tutte le serie di origine nostrana che stanno nascendo, dando spazio ai giovani predisposti alla recitazione, che possono crearsi così un futuro migliore ed uscire dal disagio preesistente.
Dopo questa esperienza ti dedicherai ad altri progetti?
Roberto Oliveri: Spero di poter raccontare sempre storie diverse, di avere la possibilità di lavorare con tantissimi colleghi che reputo in gamba e di mettermi alla prova se dovesse arrivare un ruolo difficile, in cui io possa sviscerare tutto me stesso.
Ad oggi, insieme a due colleghi che stimo molto, sto scrivendo la sceneggiatura di una serie ispirata ad una storia realmente accaduta di una figura napoletana. Prima o poi ne sentirete parlare… I progetti futuri sono tanti, ma adesso penso a concludere le riprese della quinta stagione di Gomorra e attendiamo i nuovi esiti.
Incrociamo le dita, con la speranza che anche le lesioni create dalla pandemia in questo mondo, si possano rimarginare presto per mobilitare il nostro infinito orizzonte artistico, il mondo degli artisti, la cultura, il cinema, i teatri.
La foto di apertura è di Roberta Ciuccio©