Imprenditrice, esperta in comunicazione e grandi eventi, scrittrice, moglie del regista Giulio Base, madre di tre figli. Non l’ha fermata neanche la pandemia.
Inizia il 15 febbraio il suo sedicesimo corso Una chiave per il tuo futuro nella comunicazione e, dal 18 al 21 marzo, dirigerà la sesta edizione del suo Filming Italia Festival Los Angeles. Lei è Tiziana Rocca, ed oggi è con noi su Wondernet Magazine.
Il 15 febbraio inizierà un altro corso di comunicazione. Eventi e meeting on line sono efficaci?
Tiziana Rocca: Ho sempre preferito lavorare dal vivo. Non ero abituata a questa tipologia di metodo. L’online ci ha consentito di continuare a lavorare, incontrarci, darci una seconda possibilità che in altri tempi non avremmo avuto. Da casa ognuno ha potuto continuare a fare riunioni. Dopo un anno siamo stanchi degli incontri virtuali, ma è un mezzo importante che rivoluzionerà il lavoro del futuro. Abbiamo capito che molti lavori possono essere fatti, in tutto o in parte, in smart working, ma nel mio caso una riunione virtuale non sarà mai come una riunione dal vivo. È comunque un’opportunità.
Quindi è la prima volta che sperimenta un corso online?
Tiziana Rocca: Sì, sono abituata a creare rapporti. Con molti ex studenti sono rimasta in contatto. Molti mi chiedevano l’online perché venire a Roma era un ostacolo. La cosa positiva, quindi, è che avrò persone da ogni parte d’Italia. Con questa formula può partecipare anche chi, in questi anni, aveva avuto difficoltà a partecipare.
Qual è il target del suo corso di comunicazione?
Tiziana Rocca: Ho avuto sempre tante donne, la maggior parte tra 24 e 35 anni. Sopra i 40 sono donne che vogliono implementare le loro competenze. Il requisito minimo è avere 18 anni. Ho avuto signore grandi che si volevano reinventare, imprenditrici che vogliono rimettersi in gioco. Donne con piccoli alberghi, che volevano creare da sole eventi o lanciarsi nel mondo della comunicazione. Aziende che mi mandano i loro dipendenti del reparto eventi o marketing, giovani che non hanno le idee chiare sul loro futuro e cercano di capire cosa può offrire questo settore, imprenditrici che vogliono occuparsi personalmente del lancio dei loro prodotti invece che affidarsi a un’agenzia esterna. Poi tanti giovani che studiano comunicazione e che nella vita vogliono fare questo. Non metto limiti di età. Perché dovrei mettere limiti?
Oggi le ragazze vogliono fare le influencer. Qual è la differenza?
Tiziana Rocca: Sono un’operativa, una pragmatica, il mio obiettivo è creare qualcosa dal niente. Nella mia azienda ho chi si occupa di social, li uso per comunicare i miei eventi. Vanno saputi usare, ma la vita reale è diversa da quella che si vive sui social.
Lo dico ai miei figli come ai miei allievi: i social vanno usati a nostro uso e consumo, non devono fagocitarci. Non posso vivere ore a controllare quello che posto. La mia soddisfazione è trasformare l’impossibile in possibile: è una soddisfazione enorme, piuttosto che fare una scenetta o una foto su un social e vedere quante visualizzazioni ottiene. Ho il massimo rispetto per gli influencer, ma non rispecchiano il mio modo di essere.
È un’esperta in comunicazione che non usa i social?
Tiziana Rocca: I social vanno bene come mezzo per comunicare quello che ho realizzato. Nella mia agenzia ho persone esperte che se ne occupano. Così come mando i comunicati stampa alle testate giornalistiche, comunico i miei eventi sui social. Il grande regista Christofer Nolan ha dichiarato di non usare i social. Ci stiamo rendendo conto che sono uno strumento di mercato per condizionarci come consumatori.
Il mio tempo è importante e voglio spenderlo per essere creativa. Ho scritto nove libri, sto scrivendo il decimo. Sono cose concrete, che restano. Gli influencer hanno creato un’economia dal niente e li rispetto, ma non amo mettere la mia vita in pubblico. La pandemia, forse, ci sta facendo capire che sono importanti altri valori.
I giovani vedono un’ influencer come una che arriva dal niente e diventa un vip. Lei oggi vorrebbe ancora fare la PR?
Tiziana Rocca: Oggi PR non vuol dire più nulla. Nasco 25 anni fa, sono la prima ad aver organizzato grandi eventi in Italia. Ho creato questo mestiere dal nulla e, nel tempo, l’ho trasformato. Oggi produco i miei eventi, li dirigo, li creo dal nulla. C’è stata un’evoluzione. Ricordo quando dovevo convincere le aziende a fare lanci attraverso la comunicazione, le pubbliche relazioni, gli eventi. Come per la Smart. Non fu facile far accettare di creare l’evento abbinato al marketing dell’azienda, in un periodo in cui si credeva solo alle pubblicità istituzionali e agli spot in tv.
Mi sono battuta perché l’evento potesse comunicare emozioni in chi leggeva l’articolo, che quindi voleva partecipare all’evento perché era importante esserci. Ricordo che la Smart non la voleva nessuno perché avevano sbagliato le campagne di lancio. Ho dovuto fare un anno di eventi in esclusiva per creare il desiderio di un prodotto esclusivo. PR non significa niente: l’importante è quello che crei. Crescendo mi sono evoluta, perché la comunicazione non rimane sempre la stessa.
Dopo 25 anni, quando vedo un prodotto o una location, vedo già i punti di forza e di debolezza. La professionalità e la conoscenza mi fanno vedere l’evento già realizzato. È stata una crescita nel tempo di una professione: con tanta gavetta e arrivando sempre a nuovi traguardi.
Va bene fare l’influencer, ma devi creare valore. L’unica che ha davvero creato un impero è la Ferragni. Dietro un’influencer occorre una strategia, un business plan, una campagna di marketing: tutto ciò di cui mi occupo io. La Ferragni è stata brava perché ha alle spalle tutto questo. L’influencer da sola non va da nessuna parte. È come un prodotto: ha bisogno di essere lanciata con una campagna di marketing che evolve nel tempo. Quindi per me è un prodotto.
A marzo torna Filming Italy, un suo progetto al femminile
Tiziana Rocca: Oggi sono l’unica direttrice artistica donna di un film festival: Filming Italy Sardegna e Filming Italy Los Angeles. Nei miei festival valorizzo le donne: registe, sceneggiatrici, attrici. Mi batto contro la violenza sulle donne e faccio una serie di iniziative che trattano eventi scomodi. Accolgo spesso film rifiutati in altri festival, cercando di creare un dibattito attorno a queste tematiche. Come Cecilia Peck: i suoi docu-film che parlano della violenza sulle donne sono molto forti.
Come sarà questa edizione di Filming Italy?
Tiziana Rocca: Completamente virtuale. Una giornata sarà dedicata a Dante Alighieri. Avremo celebrities che leggeranno pezzi di Dante. Claudia Gerini sarà la presidente onoraria del festival e Harvey Keitel il presidente onorario negli Stati Uniti. Quest’anno ho deciso di fare un accordo con trenta scuole di cinema alle quali darò la possibilità, a titolo gratuito, di vedere le master class del festival con attori e registi formativi per la loro carriera.
Tra le tematiche affrontate ci sono diritti umani e valorizzazione delle donne
Tiziana Rocca: Sono temi attuali. I diritti umani in quest’ultimo anno sono stati spesso dimenticati. Per quanto riguarda le donne abbiamo un accordo con “Woman in Film”, che sostiene le donne che lavorano nel mondo del cinema e dietro la macchina da presa. Avremo opere prime di registe che saranno distribuite da Rai Cinema Channel. Ho creato il premio “Woman Power Award”, per supportare sceneggiatrici, attrici e produttrici di talento, donne forti che combattono per difendere altre donne.
Cecilia Peck è una di queste. Avremo degli episodi della sua ultima serie tv, “Seduced”, basata sul racconto di una donna coinvolta in uno scandalo a New York: un famigerato gruppo di auto-aiuto diventato una setta di schiave sessuali. Donne che venivano addirittura marchiate. Cecilia è stata coraggiosa perché ne ha fatto una serie tv, e noi la avremo in anteprima.
Con Claudia Gerini affronteremo le difficoltà delle donne nel mondo del cinema, dove molte attrici diventano produttrici perché non vengono offerti loro ruoli interessanti, o registe perché vogliono raccontare storie che altri non propongono. Con Maria Sole Tognazzi, che avremo ospite, mi batto perché i produttori finanzino donne registe, spesso costrette a girare dei film low-budget. Sono battaglie che faccio attraverso i miei festival.
Indietro non si torna. Avete trovato sinergie che potranno essere mantenute o sviluppate quando torneremo in sala?
Tiziana Rocca: Bisognerà unirsi e mettere attorno a un tavolo sale, streaming e major. Dovremo creare grandi eventi al cinema e pensare a iniziative di comunicazione che arricchiscano l’esperienza in sala. La sala resterà sempre la sala, perché l’emozione di vedere il film tutti insieme è un’emozione unica che non puoi provare su un televisore o un device, però bisognerà che le major diano i film alla sala. In sala devono andare i maggiormente attrattivi, e la sala deve pensare ad ampliare l’offerta con iniziative collaterali. Ho diverse idee da mettere in campo. Lo streaming è importante perché la sala fa diventare cult un film, il pubblico che lo va a vedere fa da passaparola, e chi non lo ha visto lo cerca in streaming.
La vita di ognuno dipende dall’altro. Un prodotto che esce in sala, e che ha una campagna di comunicazione ben costruita, diventa trainante anche per lo streaming. Non possiamo più vederci come competitor. Servono sinergie e nuove regole che non penalizzino nessuno. Concordo che indietro non si torna, ma neanche si può andare da soli nel futuro. L’uscita in streaming non ha la stessa campagna pubblicitaria che accompagna l’uscita in sala, dove gli investimenti sono maggiori. Se non creo l’evento, un film in streaming è solo un altro film che esce insieme a tanti altri.
I festival servono a far sì che il pubblico veda i film insieme e, inoltre, a dare visibilità a quei film non abbastanza forti per uscire in sala, magari per problemi di distribuzione. Un film visto in un festival può essere comprato da un distributore e avere successo.
Dopo cinque edizioni, qual è il bilancio dell’aiuto al cinema italiano sul mercato statunitense?
Tiziana Rocca: Cerchiamo di far conoscere prodotti italiani negli Stati Uniti, creando collegamenti con i distributori. Abbiamo aiutato varie Regioni a far conoscere le location italiane, ma anche i nostri attori che hanno bisogno di visibilità. Sono riuscita ad ottenere per Gina Lollobrigida la Walk of Fame due anni fa. Prima di lei l’avevano ricevuta solo Anna Magnani e Sofia Loren. Quello è un premio che abbiamo ottenuto noi come festival. Come quella di Giancarlo Giannini.
La Walk of Fame è come l’Oscar: devi far conoscere e sponsorizzare l’artista. Ne scelgono dodici l’anno tra candidature provenienti da tutto il mondo. Serve una campagna di comunicazione importante. Per Giannini ho lavorato due anni: per far capire che è uno dei nostri attori più importanti dopo Mastroianni, e che meritava di riceverla anche per tutte le collaborazioni cinematografiche in produzioni hollywoodiane. La mia mission è valorizzare il cinema italiano all’estero è avere riconoscimenti che altrimenti non avremmo. Ottenere due stelle non è stato facile. L’Italia ne ha sedici in tutto e due, Giannini e Lollobrigida, le ha ottenute il mio festival.
Lei si è occupata spesso di manifestazioni benefiche. L’Italia è un Paese abituato alla beneficenza. Quanto spazio c’è invece per il fund raising?
Tiziana Rocca: Da tredici anni organizzo iniziative per Telethon create con la fondatrice Susanna Agnelli. Durante la Festa del Cinema di Roma raccogliamo fondi per la ricerca. Questa pandemia ha dimostrato quanto sia importante la ricerca e Telethon fa ricerca su malattie genetiche rare che altrimenti non avrebbero cura. Maria Sole Tognazzi quest’anno ha realizzato un bellissimo docu-film per sensibilizzare su questo tema. Ho raccolto fondi per la costruzione di un padiglione al Bambino Gesù per le malattie infettive. Sono sempre concreta. Individuo il problema e mi adopero per le campagne di comunicazione di fund raising. È il mio modo di contribuire a quello che credo sia un dovere sociale di ognuno di noi.
Il titolo di un suo libro è “Il segreto del mio successo”. Qual è?
Tiziana Rocca: Lavorare tanto, non mollare mai, mantenere la passione di quando ho iniziato, trovare una soluzione a qualsiasi ostacolo. Il mio motto? «Never give up!»