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Louis Vuitton, la collezione uomo Autunno/Inverno 2021 di Virgil Abloh contro pregiudizi e stereotipi

Alla Fashion Week di Parigi Virgil Abloh ha oltrepassato i canoni classici della sfilata e ha messo in scena, per la collezione uomo Autunno/Inverno 2021 di Louis Vuitton, una performance artistica in un non luogo che auspica il ritorno ad una nuova normalità libera da pregiudizi e stereotipi di genere. E Vuitton si domanda : «L’abito fa il monaco?» 

La presentazione avvenuta ieri alla Fashion Week di Parigi della stagione uomo FW21 di Louis Vuitton ha oltrepassato i canoni classici della sfilata, assumendo invece la forma di un cortometraggio concettuale che verso la fine cerca di tramutarsi in un’inedita e originale interpretazione di sfilata.

Il video inizia sulle montagne innevate della Svizzera, dove un uomo si appresta ad esplorare un paesaggio candido e isolato, per poi spostare lo sguardo su una pista di ghiaccio dove alcuni pattinatori ci conducono verso la location finale: un non luogo che sembra essere la riproduzione di un aeroporto. Non a caso Virgil Abloh è stato influenzato da “Stranger in the village” di James Baldwin, un libro che narra le vicende di un turista afroamericano in uno sperduto paese alpino.

La performance di Louis Vuitton Men’s FW21

Nel mezzo del filmato ha inizio la vera e propria performance di Vuitton che coniuga in modo del tutto sorprendente moda, arte, poesia, musica, danza e spirito di libertà. Il focus parte subito da un look che vede protagonista un lungo cappotto con bottoni a forma di aeroplano, ma anche una valigia argentata a specchio con iconico monogram LV. Poi l’atmosfera cambia e appaiono le persone, anzi i personaggi archetipo che si muovono nello spazio del non luogo che è l’aeroporto. Appaiono archetipi come l’artista, il venditore, il turista, l’architetto, il gallerista, il vagabondo.

Ciascuno ha il suo costume tipico, la sua “maschera”. Virgil Abloh si chiede: “Bisogna vestirsi per forza da artisti per esserlo”? Dunque oggi vale ancora il credo della moda secondo cui l’abito fa il monaco? Il suo intento finale è comunque “creare le stesse opportunità, gli stessi sogni e uguale libertà per gli individui di tutte le etnie, di tutti i generi, di tutte le sessualità”.

La collezione di Louis Vuitton Men’s FW21

In questa narrazione si sviluppa un tripudio fashion dove alta sartoria e streetwear si alternano dando anche spazio ad una visione apertamente gender fluid (come le gonne indossate sopra i pantaloni). Tra forme sperimentali e continui richiami all’heritage del brand, gli accenni multiculturali non mancano ed ecco che accompagnati da scritte come “tourist vs purist” (su giacche e borse) compaiono anche tessuti tipici del Ghana. La formalità di cappotti lunghi, blazer e completi giacca pantalone viene spezzata da materiali e motivi inusuali. Primo fra tutti un vestito da business in pvc trasparente, l’abito in velluto metallico con luccicanti pattern LV, il parka monogrammato in feltro color acciaio e il trench metallizzato. Non manca nemmeno una tuta da pilota!

Fra gli accessori: larghi cappelli da cowboy, cinture dalle maxi fibbie e stivali texani. E ancora borsoni, borse 24 ore e carrellini da viaggio. Il colore dominante della collezione è il verde: un simbolo di speranza e di ottimismo per un futuro più sereno dopo l’anno della pandemia.

Una sfilata profondamente colta, intellettuale e decisamente stratificata di concetti e significati. Da vedere e rivedere per capire ogni volta un particolare in più. Forse la più bella di Virgil Abloh!

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