Maria Grazia Chiuri, direttrice creativa di Dior, ha scelto l’arte di Lucia Marcucci per l’allestimento della sfilata prêt-à-porter Primavera/Estate 2021. La scenografia portata in passerella propone un confronto aperto tra le radici della storia dell’arte e i fiori della contemporaneità.
Dior ha deciso, mediante la collaborazione con l’artista Lucia Marcucci, di far dialogare moda e arte. E non è la prima volta che, all’interno del Fashion System, ci si imbatte in queste scelte, dettate dal bisogno di far incontrare le due Arti. Per Maria Grazia Chiuri, infatti, ogni collezione è il risultato di una riflessione concettuale su più livelli. La connessione con la poesia visiva, in particolare quella dell’artista Lucia Marcucci, una delle personalità più emblematiche della sperimentazione avanguardista italiana, ha segnato la nascita di una disciplina unica.
La collezione Dior SS21 celebra le origini della tradizione sartoriale
Catturando il desiderio profondo di Maria Grazia Chiuri di tornare alle origini della tradizione sartoriale, la collezione prêt-à-porter Primavera-Estate 2021 celebra l’arte virtuosistica del taglio e del cucito. Lo studio dei volumi incontra la scoperta del tessuto “chiné”, in un dialogo con la tecnica tradizionale dei tessuti ikat endek indonesiani. Questa tecnica femminile ancestrale è simbolo dell’infinito patrimonio culturale delle donne. La collezione rende omaggio sia all’ecletticità della maestria artigianale che a quella delle petites mains che lavorano alla tessitura. Gli accessori completano i modelli di Maria Grazia Chiuri richiamando l’essenza della collezione stessa, in un incantevole tributo alle origini della moda e ai tanti volti della creatività. Gioielli, scarpe, cappelli e borse diventano testimoni dell’espressione poetica di ogni donna.
L’allestimento della sfilata di Dior a cura di Lucia Marcucci: un binomio di arte e sartorialità
Il connubio tra arte e sartorialità viene consacrato dall’opera realizzata da Lucia Marcucci per Dior. “Vetrata di poesia visiva” si staglia imponente alle spalle delle modelle, creando una atmosfera quasi sacrale. Le gigantesche vetrate ricordano la magnificenza delle cattedrali gotiche. A differenza di queste ultime, raffigurano un dialogo tra le avanguardie artistiche degli Anni Sessanta e i grandi maestri del passato come Piero della Francesca e Giotto. Un processo creativo immortalato anche nella pellicola realizzata dalla regista Alina Marazzi, la quale ha documentato il making of dell’opera ed esplorato l’arte di Lucia Marcucci tra collage, nuovi linguaggi comunicativi e pubblicità.
Dior e Lucia Marcucci: il desiderio comune di mettere in discussione il linguaggio della moda
Le parole e le riflessioni dell’artista Lucia Marcucci legate all’immagine femminile vengono perfettamente catturate nel collage. Questa tecnica, particolarmente cara alla Direttrice creativa delle collezioni da donna di Dior, rievoca anche il saggio di Germano Celant “To Cut is To Think”, a cui si fa riferimento nella collezione. Il testo si impone come un manifesto, che riflette l’esigenza di mettere in discussione, in questo periodo singolare, il linguaggio della moda.
La sfilata Dior annette anche l’arte sonora: un modo per inneggiare l’arte in tutte le sue forme
Uno spettacolo magnetico che unisce arti sonore, visive e testuali: la sfilata prêt-à-porter Primavera/Estate 2021 è esaltata dall’ensemble Sequenza 9.3, diretto da Catherine Simonpietri. Dal cuore di questo coro femminile si innalza il testo di Sangu di rosa di Lucia Ronchetti, parte dei tradizionali voceri corsi. Un labirinto di parole e suoni intensi. Un simbolo sublime di diversità, un’ode alle emozioni innescate dalla creatività e dall’arte, in tutte le sue forme.